Blog Tour: I cartoni di Lui & Lei di Lilletta Ely


Ho aderito a questo Blog Tour perché amo i cartoni animati, tutti i cartoni animati. Li guardo ancora oggi, spesso con un po’ di nostalgia. Chiaramente i cartoni di oggi non hanno per me lo stesso fascino di quelli della mia infanzia. Chi non ricorda Lady Oscar, Goldrake, Mazinga Z o Il grande Mazinga? E poi non possiamo dimenticare Bia, L’ape Maia o Lulù, l’angelo tra i fiori … Ognuno di noi ha il suo preferito. Io ho amato Candy Candy (e mi piace ancora)!


Titolo: "I cartoni di Lui & Lei"

Costo: € 14,70 - solo formato cartaceo

Autore: Elisabetta “Lilletta” Tosi

Illustratore: Max Rambaldi

Formato libro: copertina flessibile 14x21 cm

Si può acquistare solo tramite il crowfounding (https://it.ulule.com/icartonidiluielei/ - link attivo dal 1 settembre)



Sinossi:

"Alabarde spaziali, bacchette magiche, apocalissi e palloni da calcio”.

Bastano questi elementi per rievocare la stragrande maggioranza dei cartoni animati trasmessi tra gli anni ’80 e ’90, che ci hanno accompagnato nei nostri primi passi e oltre. Perché dunque non ripercorrere le storie di maghette, robottoni e sportivi in poche righe con un pizzico di ironia? Ci sarà anche un gatto a farvi da guida, forza, non potete dire di no! In questo libro Elisabetta (alias Lilletta) riprende lo stile riassuntivo dei suoi video di YouTube per rivivere insieme gli anime più iconici della nostra infanzia e adolescenza, accompagnati dalle bellissime illustrazioni di Max Rambaldi, poliedrica artista, che porta in ogni serie Indy, il gatto di Lilletta (sua guest star fissa) per invadere ogni cartone di cui si parla! Un libro di oltre 180 pagine realizzato come un diario ricolmo di colori e ricordi, cammei più o meno facili da indovinare di amici e colleghi delle due autrici, e anche un giochino segreto!




L’argomento del mio post non poteva che essere:

Orfanelle (esempio Candy Candy)


Ora, io me lo sono chiesto un milione di volte, ma avevo già da bambina notato che più i cartoni erano tristi, più prendevano piede. Molti dei protagonisti dei cartoni animati anni ’80 e ’90 erano orfani. A volte di padre, altre di madre, altre di entrambi… Bimbetti che di colpo si trovano ad affrontare una vita piena di avversità, che farebbero perdere la speranza anche a un adulto.

Molte volte queste storie prendevano spunto dai romanzi per ragazzi, come Pollyanna (basata sui romanzi Pollyanna e Pollyanna cresce di Eleanor H. Porter), Anna dai capelli rossi (adattamento dell'omonimo romanzo della scrittrice canadese Lucy Maud Montgomery), Lovely Sara (storia tratta dal romanzo La piccola principessa di Frances Hodgson Burnett) oppure Papà Gambalunga (basato sul romanzo Papà Gambalunga di Jean Webster)… Senza dimenticare il grande classico: Heidi, basato sull'omonimo romanzo per ragazzi dell'autrice svizzera Johanna Spyri. Non so raccontarvi la mia delusione quando, leggendo il libro, mi sono accorta che alcune parti non erano proprio come nel cartone animato…

E fin qui solo le bimbe sono protagoniste, ma ecco alla riscossa i maschietti! Mi viene subito da pensare a Remi - le sue avventure (tratto dal romanzo Senza famiglia di Hector Malot) oppure Belle e Sébastien (storia basata su Belle et Sébastien, una raccolta di racconti dell'autrice francese Cécile Aubry).

Mi vengono poi in mente alcuni cartoni animati che guardavo con i miei fratelli. Come di consueto, tra fratelli si discute sempre su quale cartone vedere, specie se non si è tutti dello stesso sesso. Ecco, a casa mia la lotta per i cartoni era cruenta, ma ce ne erano alcuni che guardavamo insieme, perché piacevano sia a me sia a loro.

Ricordo che quello che amavamo più di tutti era Charlotte, un cartone ambientato in una fattoria canadese. Passavamo i pomeriggi a cantare la sigla. Anche in questo caso la protagonista è una ragazzina di 12 anni, orfana di entrambi i genitori e che si ritrova a dover gestire da sola una fattoria, con tutti i problemi che questo comporta.

Un altro cartone che guardavamo tutti e tre insieme perché troppo carino e divertente era Hello! Spank. Certo, il protagonista era un cagnolino che ha perso il padrone e si lega ad una ragazzina rimasta orfana di nome Aika. Io amavo Spank. Era brutto, assurdo con il suo amore per la gattina Micia, ma era di una dolcezza unica con la sua padroncina e con i più deboli. In più, il suo modo di comunicare, molto infantile, lo rendeva subito empatico. Spesso uso ancora oggi le sue frasi tipiche, quando voglio comunicare in modo diretto il mio stato d’animo. 
Ma, come dicevo, il mio preferito era Candy Candy. Quando andava in onda, i miei fratelli sbuffavano come delle locomotive a vapore. Cominciavano a dire che era troppo smielato, ma poi me lo lasciavano vedere. Ho visto Candy fin dalla sua prima apparizione nella programmazione in Italia grazie a Mediaset. L’ho rivista con piacere anche quando più avanti è stata ritrasmessa con il titolo Dolce Candy, anche se la sigla non mi piaceva più (io preferivo la prima versione…). Ho letto i giornalini che furono pubblicati e avevo anche fatto la raccolta di figurine. Candy mi piaceva perché, nonostante tutto, nonostante le cattiverie subite dalla famiglia adottiva (odiavo Iriza e Neal), lei rimaneva dolce e fiduciosa. Talmente tanto generosa da aiutare tutti, anche chi le aveva fatto del male. E poi ero, come tutte, innamorata di Terence. Ho sperato fino all’ultimo che lui lasciasse Susanna.
Ricordo che ho pianto a dirotto durante la scena in cui Candy rinuncia a Terence, quell’abbraccio sulle scale ancora mi emoziona…

Candy Candy è un manga che ha la sua idea d’origine in un romanzo scritto da Keiko Nagita, alias Kyoko Mizuki, stessa scrittrice del manga.

Ho provato a far vedere questi cartoni ai miei figli: chiaramente hanno rifiutato Candy Candy, ma hanno apprezzato tutta la serie dei mega robot, come Jeeg robot d’acciaio, Goldrake e Mazinga (anche in questo caso i protagonisti erano orfani) e tutti i loro simili. Si sono appassionati a questi eroi tanto che, quando al XIX Festival Internazionale Romics ad aprile 2016 è venuto ospite Go Nagai, hanno voluto andare alla fiera di Roma. Ammettiamolo, la passione l’hanno ereditata da mio marito.


Voi avevate un cartone animato preferito?

Commenti

  1. Anche io amo molto i cartoni animati di una volta. Adoravo l'incantevole Creamy, ma anche Lamu, poi tutti i robottoni giapponesi, per non parlare di magica Amy e così via. Mi piacerebbe tantissimo poterli rivedere.

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