Questa volta leggo #5: I sotterranei di Notre-Dame di Barbara Frale


Ecco la mia recensione per Questa volta leggo, rubrica ideata da Chiara, Dolci e Laura.  Per il mese di novembre il tema scelto tramite sondaggio è

un romanzo storico

In questo mese il tema non è proprio tra i miei preferiti e ammetto di essere stata in difficoltà nella scelta del romanzo da leggere. Ho chiesto consigli a tutti, cominciando da Laura (La Libridinosa) e Dolci (Le mie ossessioni librose). Ho letto e riletto tante sinossi di libri storici, senza trovare nulla che mi convincesse. Poi un giorno, sistemando il mio comodino… va bene, dico la verità, facendo finta di sistemare il mio comodino… mi è caduto l’occhio sulla copertina di questo romanzo e mi sono balzate in evidenza le parole Thriller Storico.  Ora, è vero che non amo gli storici, ma i thriller mi piacciono e anche tanto, quindi ho deciso di dare una possibilità a questo volume, che avevo già da qualche tempo, visto che la Casa Editrice me ne ha fatto omaggio a dicembre dello scorso anno. Tutto questo per dire che ho scelto di leggere questo thriller storico, scritto da una autrice che ama molto la storia, soprattutto quella che riguarda i Templari.



Autore: Barbara Frale

Titolo: I sotterranei di Notre-Dame

Editore: Newton Compton editori

Data di pubblicazione: 4 gennaio 2018

Pagine: 324

Parigi, 1301. La Francia vive l'incubo di una mortale epidemia di peste. Il sospetto è che sia stata scatenata con dolo da alcuni congiurati, per eccitare il popolo in rivolta contro Filippo IV il Bello. L'unico in grado di impedire la catastrofe sembra essere il celebre Arnaldo da Villanova, noto come il Catalano, geniale e discusso medico del papa, da molti accusato di praticare le arti magiche. Il re di Francia incarica allora il cardinale Matteo d'Acquasparta di portare Arnaldo a Parigi. Una volta giunto a Roma, il cardinale comprende però che Filippo nasconde altre intenzioni: forse vuole il Catalano non tanto per il suo talento medico, quanto per la sua abilità nella magia. Anche il pontefice ha dei sospetti sulla richiesta del re e affida al nipote Crescenzio Caetani, giovane baccelliere in medicina, e al suo amico Dante Alighieri, delegato della Repubblica di Firenze presso la Santa Sede, il compito di indagare. Fra le pagine dei trattati medici e la tradizione magica dell'Oriente islamico, i due tenteranno di scoprire cos'è che davvero tormenta il monarca più potente della cristianità. Un segreto che il Catalano non sembra disposto a rivelare...




Già dalla mia premessa a questa recensione, nonché dal tema della rubrica, è stato messo in evidenza che questo è un romanzo storico, per la precisione un thriller. Bene, mi soffermo subito su questa definizione. A mio modesto parere non è un thriller. Sono andata a vedere la definizione data dalla Treccani e la riporto qui di seguito:

thriller Narrazione o spettacolo (teatrale, cinematografico, televisivo) che sviluppa un intreccio poliziesco o comunque fortemente emotivo, avvalendosi dei procedimenti tipici della suspense così da produrre tensione, brivido o terrore.

Nella letteratura di genere il t. è una varietà di poliziesco in cui azione ed emozione prevalgono sull’aspetto investigativo della vicenda.

Il racconto che possiamo apprezzare ne I sotterranei di Notre Dame non è un poliziesco, ma è la ricerca di un segreto. Una verità nascosta tra le pieghe della storia più antica. Quindi io toglierei quella parola così specifica e manterrei solo romanzo storico. Un bel romanzo storico.

Ci troviamo nell’atmosfera del 1300, è in corso la “guerra fredda” (passatemi il termine) tra Papato e re di Francia. E vorrei ben vedere, stiamo parlando di Bonifacio VIII, non di un papa qualunque. Si respira il clima di tensione per la supremazia, per il potere. Quel potere temporale che Bonifacio VIII voleva a tutti i costi gli fosse riconosciuto, lo stesso potere che porterà Dante Alighieri a parlar male del papa nella sua Divina Commedia. Qui Dante lo incontriamo, è un uomo politico che sta cercando di conoscere quali siano le intenzioni del Papa verso Firenze, una città dilaniata ancora da lotte intestine. E, mentre svolge la sua funzione di ambasciatore, inizia a comporre i suoi versi.

I protagonisti della Storia sono il Papa e re Filippo IV il Bello, ma su questa, che è di dominio pubblico, si innestano le storie dei vari personaggi. Le situazioni vedono coinvolti i familiari di Bonifacio VIII, in special modo i nipoti Crescenzio e Maddalena. Essi devono cercare di capire quali segreti nasconde il protagonista indiscusso del romanzo, ossia il Catalano, Arnaldo da Villanova, medico erudito che si avvicina alla filosofia araba, volto anche alla divinazione e dunque all’alchimia.

Ci troviamo immersi in intrighi di Corte, in complotti che si ordiscono presso il regno di Francia e che hanno come fine ultimo quello di depauperare l’autorità del Re. Tutti questi marchingegni politici hanno però radici in segreti e complotti più lontani nel tempo. Si risale così fino alla storia di re Luigi il Santo, passando per Filippo III. Matrimoni contratti per dovere di Corona, amanti, figli illegittimi. La Storia (quella con la S maiuscola, quella che finisce nei testi scolastici) qui è presentata in modo puntuale e preciso, ma non viene trascurato il lato umano. Il re di Francia vive i suoi dubbi in modo intimo. La regina consorte è angustiata, soffre come ogni donna che ha certezza del non essere amata, ma soprattutto dell’essere tradita. Lo stesso Bonifacio VIII è presentato non solo nel suo complesso ruolo di Papa, ma anche in quello di uomo che vuole vedere riconosciuto il suo Potere. I segreti vanno ben al di là degli affari di Stato. Essi diventano “merce di scambio” per i diversi ruoli politici. Su tutti questi elementi storici (dissidi tra Papa e re Filippo, correnti filosofiche, arte medica, teologia e anche poesia), poggia la trama di questo romanzo.

Mi è piaciuto questo racconto perché il verosimile si innesta bene nella veridicità storica e si fa fatica a scindere il vero dal romanzato. Alcuni episodi, letti in questo romanzo, li ho approfonditi con una chiacchierata “illuminante” con mio padre, amante della storia medievale, ma soprattutto della Storia della Chiesa. Altra cosa che mi è piaciuta sono i riferimenti alla letteratura. Ho ritrovato tra le righe di questo libro citazioni di un testo che ho studiato all’università ed è stata una gioia; mi riferisco alle citazioni dal testo Storie dell’anno Mille di Rodolfo il Glabro. Mi è venuta voglia di rileggerlo.

Lo stile dell’autrice è discorsivo, ma veramente ben documentato. Un buon lavoro.

Lascio di seguito il calendario della rubrica, così potete leggere le recensioni negli altri blog.

Commenti

  1. Anche io ho questo libro da leggere ma lo rimando sempre proprio perché non amo il genere

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    1. Dolci è un buon libro, ma se non ami il genere non è per te

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  2. Manu che recensione ricca e bella. Mi è piaciuta tantissimo. Credo sia tra le migliori che tu abbia scritto finora.
    Io questo libro non lo conoscevo ma mi hai fatto venire voglia di leggerlo.

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  3. Bella recensione e libro interessante. Ci faccio un pensiero

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    1. Il libro è interessante, quel periodo storico è ricco di intrecci e complotti.

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  4. io passo, non fa per me. Lo sai che questa CE bolla tutto come thriller anche quello che non lo è, peccato.

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    1. Non sapevo di questa modalità, ma ti dico che il libro è interessante. Sicuramente è scritto bene bene bene. UN po' mi è dispiaciuto che non fosse un thriller.

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  5. La tua recensione è così bella che lo metto nella mia wish List. Complimenti.

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  6. Bella recensione! Un buon libro può essere sempre una piacevole scoperta.

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  7. Non so bene perché, ma questo libro proprio non m'ispira!
    Bella recensione comunque, brava!!

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  8. Bella recensione e comunque l'uso del verbo depauperare per me è da Oscar. La nostra lingua è così bella e ricca, non dobbiamo mai dimenticarlo.
    Per quanto riguarda il libro, mai dire mai. Intanto lo segno.
    Un saluto da Lea

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    1. Grazie Lea. Solitamente uso un linguaggio più semplice, ma qui serviva proprio la parola depauperare perché è l'unica che rende bene l'idea.

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  9. I thriller storici non mi ispirano granché, ma con la tua recensione potrei farci un pensierino...

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  10. Nemmeno a me i thriller storici ispirano particolarmente...

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  11. Tengo d'occhio questo libro da un po', mi serviva una spintarella per buttarmi nella lettura :)

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  12. Amo i thriller e quelli storici sono forse i più difficili da rendere coerenti e intriganti, al tempo stesso. A istinto questo non mi convince pienamente!

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