Angolo Vintage #4: Il gioco delle tre carte di Marco Malvaldi




Lo scopo di questa rubrica mensile, ideata da Chiara (La lettrice sulle nuvole), è quello di leggere romanzi “dimenticati” nelle nostre librerie, reali o virtuali che siano.

Anche questo mese partecipano all’appuntamento tanti blog, quindi Dolci ha preparato un banner con i nomi di tutti. Vi consiglio di passare a leggere anche le loro recensioni.

Per l’appuntamento di oggi ho scelto di leggere Il gioco delle tre carte di Marco Malvaldi, perché ormai mi sono affezionata a nonno Ampelio e ai suoi amici del BarLume. 


Autore: Marco Malvaldi

Titolo: Il gioco delle tre carte

Editore: Sellerio editore Palermo

Data di pubblicazione: 30 ottobre 2008

Pagine: 208

Ritorna, con la seconda avventura dopo "La briscola in cinque", la squadra di investigatori del BarLume di Pineta, detto anche "l'asilo senile". A parte il barista Massimo e la sua banconista, la bella e comprensiva Tiziana, il più giovane del gruppo è Aldo, ultrasettantenne gestore dell'osteria Boccaccio. Seguono Nonno Ampelio, Pilade, il Del Tacca del Comune, il Rimediotti. La loro attività, unica, più che principale, si svolge nel presidiare il BarLume e, dietro il paravento della partita a carte, passare al setaccio tutti gli avvenimenti di Pineta, in un pettegolezzo toscano senza eufemismi e senza ritrosie. Qualche volta resta, nelle maglie fitte della rete, un fatto criminale. In realtà è Massimo, pronto all'intuizione ma svogliato all'azione, che è spinto a investigare, richiesto casualmente dal commissario Fusco. I vecchietti fanno da polo dialettico in un contraddire minuzioso che però facilita la sintesi: corale ambientazione umana, provinciale e antiglobalizzata (lenta, senza preoccupazione di efficienza mezzo-fine). Uno sfondo di commedia italiana a dei gialli enigmistici la cui soluzione è affidata alla virtù del ragionamento e alla fortuna del caso. Nel gioco delle tre carte un esercizio di abilità e di elusione fornisce lo schema per risolvere un enigma criminoso consistente nel nascondere ostentando. Nel corso di un congresso, viene ucciso un professore giapponese. La chiave del mistero è in un computer che in apparenza non contiene niente di significativo.

 

 

Il gioco delle tre carte è il secondo appuntamento con l’Asilo Senile del BarLume e del “barrista” (come ama definirsi il proprietario del locale) Massimo. Anche se è il secondo di una serie, è un romanzo autoconclusivo e si può leggere indipendentemente dal precedente. Infatti il primo episodio non viene nominato e non ha alcun collegamento con questo caso. Insomma, ogni romanzo è chiuso, completo.

Premessa importante: io adoro Massimo, che più che mai in questo racconto mi immagino con le sembianze dell’autore. E’ un ragazzo d’oro, con tutto quello che gli fanno passare quei quattro vecchietti... Amo anche i quattro vecchietti, ciarlieri e impiccioni, pettegoli peggio delle donne. Sempre pronti a trovare il lato divertente di una situazione.

Il racconto è un giallo divertentissimo. A renderlo ancor più piacevole è la parlata toscana dei protagonisti, che si percepisce anche nella parte narrativa del romanzo, non solo nei dialoghi. Sicuramente i dialoghi tra nonno Ampelio e gli altri protagonisti spiccano per il loro accento; mentre leggi, ti trovi a fare la c aspirata dei toscani, intercali le frasi con il tipico de’. Le battute racchiudono tutti i modi di esprimersi dei toscani, il loro “vernacoliere”, la risposta sempre pronta, la battuta al limite del volgare. Ecco, nonno Ampelio mi fa tornare in mente mio zio. L’ho già detto nella recensione del primo volume della serie La briscola in cinque (qui), ma è proprio così, io vedo in quei quattro vecchietti i fratelli e i cognati del mio papà e questo mi fa tornare indietro con i ricordi e forse mi fa apprezzare maggiormente la storia. Li sento parte del mio vissuto personale.

Ora, al di là di quello che io provo quando leggo Malvaldi (ancora mi mangio le mani per aver aspettato tanto a leggerlo), devo dire che questa storia è divertente e molto carina. L’autore, quando mi ha autografato il romanzo, mi aveva detto che era il più brutto della serie. Beh, se questo è brutto, non vedo l’ora di leggere gli altri!!!

Massimo si trova suo malgrado coinvolto nella fase investigativa per la morte di un professore giapponese, il quale si trovava in quel di Pineta per un congresso di Chimica. Massimo, con le sue osservazioni, con il suo ripensare a quanto sentito tra i discorsi dei congressisti e dalle chiacchiere dei vecchietti con il professore olandese Snijders e con i suoi ragionamenti a voce alta, fa combaciare tutti i pezzi del puzzle e arriva alla risoluzione del caso.

Come si può intuire, lo stile del romanzo è molto scorrevole, si legge con vero piacere e a volte strappa una risata. Attraverso le descrizioni si riesce a percepire anche l’esperienza universitaria dell’autore. Sono raccontate bene le “competizioni” tra colleghi, i piccoli tranelli per boicottare le ricerche o per carpire segreti tecnologici. In alcuni casi sembra di percepire una velata critica al mondo universitario.

Se si ha voglia di una lettura che faccia veramente rilassare e passare il tempo in buona compagnia, allora i vecchietti del BarLume sono i compagni adatti a noi. Voglio assolutamente continuare la lettura delle avventure di Massimo.

Commenti

  1. Devo recuperare questo autore. Ho letto il primo e mi era pure piaciuto molto

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    1. E dire che lo ho conosciuto per un convegno di matematica ahahah (dove oltretutto era relatore)

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  2. AdirAil Bar Lume e quegli scatenati vecchietti!

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  3. Come resistere a una recensione cosi convincente... Anch'io vorrei mangiarmi le mani per non aver ancora letto l'autore

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  4. Ho letto l’autore,non questa serie però,e mi ha conquistato dalle prime righe! Mi piace la sua ironia ed il suo tono leggero,mi piacciono le sue storie!

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    1. Io credo che lui sappia conquistare qualsiasi cosa scriva.

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  5. Ciao! Ho letto tanti romanzi di Malvaldi, sempre con grande piacere, ma credo proprio che questo mi manchi!
    Ah, mi sono anche iscritta tra i tuoi lettori fissi :-)

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    1. Grazie, è un piacere accoglierti nel mio blog. Malvaldi a me piace molto.

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  6. L'ho letto e concorco con il tuo giudizio! Sto recuperando anche io pian piano questa serie

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    1. E dire che Malvaldi mi aveva detto che era brutto… io mi sono divertita da matti

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  7. Questo autore mi manca e dalle tue parole mi sa che è meglio lo recuperi al più presto

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  8. Non saprei perché avevo apprezzato poco il primo. Piuttosto Andrea Vitali penso mi potrebbe piacere di più, ma potrei anche avere il matto e leggere i libri di Malvaldi in futuro. Lo storico di sicuro.

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