Lettura con il figlio #5: Due di due di Andrea De Carlo


Mentre Miki e io andiamo al nostro primo giorno di scuola, pubblico questi pensieri sulla nostra seconda lettura estiva. Anche questo romanzo lo abbiamo preso in prestito alla Biblioteca Comunale.



Autore: Andrea De Carlo

Titolo: Due di Due

Editore: Bompiani, ediz. fuori commercio per #ioleggoperchè

Data di pubblicazione: 1 marzo 2015

Pagine: 391

Mario e Guido sono compagni di liceo, così diversi da essere speculari. Mario è un osservatore prudente, alla cauta ricerca di se stesso. Guido invece ha un carisma irresistibile, un’immaginazione bruciante, sa benissimo chi è e non è disposto a scendere a compromessi. L’amicizia tra i due si sviluppa come un fuoco negli anni Sessanta e continua attraverso i Settanta e gli Ottanta, tra manifestazioni studentesche e amori, viaggi di scoperta e lavori, fino alle soglie di una maturità difficile da conquistare. Due di due è un romanzo di culto, in cui sempre nuove generazioni di lettori si riconoscono.




Un libro, due opinioni. In azzurro il punto di vista di Miki, in verde il mio.



Nelle domande 5, 6, 11 e 14 c’è rischio spoiler!



1.          Ti è piaciuto il libro?



Piaciuto non proprio, però è riuscito a catturarmi e a interessarmi.



Sì e no. La prima parte non mi è molto piaciuta, sicuramente la seconda parte è migliore. Lo stile non mi ha fatto apprezzare in pieno la storia. Ho amato tantissimo l’ultimo capitolo (ma ne parlerò alla domanda 14).



2.          Che emozioni ti ha fatto provare la lettura?



Un po’ di delusione perché nessuno dei personaggi riflette prima di fare le cose e poi anche un po’ di rabbia. La seconda parte è stata più noiosa.



Noia.



3.          Cosa pensi dei protagonisti?



Nessuno dei due, Guido e Mario, sanno realmente cosa vogliono. Solo ad un certo punto Mario ha una “epifania” e inizia a ragionare.



Guido proprio non mi piace, Mario è un po’ una banderuola. Chiaramente rispettano molto i sentimenti degli adolescenti della fine degli anni sessanta. Anche se devo ammettere che nella seconda parte Mario acquista una certa maturità.



4.          Con quale personaggio sei entrato maggiormente in empatia?



Mi sento più in empatia con Mario, anche alcuni aspetti di Guido mi sono familiari, ma non riesco a sentirli miei. Certo, alcuni aspetti di Guido li capisco.



Nessuno, nemmeno i professori del liceo che Mario e Guido frequentano.



5.          Quale personaggio avresti preso a “sberle”?



Guido e all’inizio un po’ anche Mario.



Guido. Però verso la fine Guido inizia a definirsi, come quello che ancora non capisce cosa vuole dalla vita, in perenne ribellione. Personaggi che non ho sopportato sono i genitori di Martina e Chiara, come il loro fratello maggiore Marzio.



6.          Cosa pensi della figura degli adulti?



Perché? Ci sono adulti di riferimento? Gli adulti si vedono talmente poco che non li ho nemmeno tenuti in considerazione.



Sicuramente qui è poco presente la figura degli adulti. I professori sono “trasmissori” di nozioni vecchie e stantie, i genitori sono persone rigide nella loro condizione di persone in un tessuto sociale borghese. L’unica figura adulta che mi sembra più vera è forse la madre di Guido, benché non sia tra le mie preferite. La mamma di Mario è una persona che cambia nel corso del romanzo. Inizialmente è solo la moglie borghese, poi diventa una persona più viva, anche se poco “affettiva”. I genitori di Martina e Chiara sono invece degli snob. Non capaci di accettare le diversità di pensiero.



7.          Come hai trovato lo stile dello/della scrittore/scrittrice?



Lo stile di scrittura mi è piaciuto, non c’è male.



Lento. Non è uno stile che scorre, sembra quasi che proceda a fatica.



8.          Quale aggettivo descrive meglio il libro?



Ripetitivo.



Attuale.



9.     Quante stelline gli dai?



Due.



Due.



10.       Consiglieresti ai tuoi amici di leggerlo?



No, assolutamente no.



Non mi è piaciuto un granché, quindi non credo di consigliarlo, a meno che qualcuno non stia cercando uno specifico tipo di lettura. Ne ho sentiti pareri diversi. Alcune persone lo hanno osannato, mentre altre, come me, lo hanno trovato noioso e quasi senza senso.



11.       C’è un episodio che ti ha colpito maggiormente?



Il capitolo 22 della prima parte. Quando sono in vacanza in Grecia e costituiscono un bel gruppo di ragazzi di varie nazionalità.



Nessuno.



12.       Cosa ti ha insegnato/trasmesso questo libro?



Ho imparato che devo pensare prima di fare le cose, altrimenti rischio di fare la fine di Guido, e anche che devo crearmi un giudizio critico.



Lo dico con una frase del libro stesso: l’agghiacciante testimonianza di una generazione perduta.



13.       Citazione preferita?



E abbiamo deciso che non aveva senso cercare di fare una scelta equilibrata e matura riguardo le loro vite, perché non eravamo né equilibrati né maturi con le nostre.



Ho scelto una citazione che calza a pennello, nel mio giudizio personalissimo, a questo stesso romanzo…

…il suo romanzo veniva definito “l’allucinante rappresentazione di una condizione giovanile non scalfita né illuminata da valori, speranze, illusioni…” e “l’autoritratto di una generazione orfana di se stessa”.



14.       Il finale ti è piaciuto?



Mi ha stupito, non me lo aspettavo.



Pur non avendo amato particolarmente questo libro, vi dirò che mi è piaciuto l’ultimo capitolo. Vuole essere il colpo a sorpresa, la cosa che proprio non ti aspetti, mentre in realtà quell’episodio è anticipato nel corso di tutto il romanzo e in special modo negli ultimi capitoli della seconda parte. Quasi quasi te lo aspetti. Io ho esclamato un “NO!” mentre leggevo, ma in cuor mio ero felice della risoluzione.



Prima di salutare rinviando alla prossima lettura, volevo solo dire che mi piacciono questi momenti che condivido con mio figlio. Solitamente Miki non è contento di leggere, ma farlo con me e poi confrontare le nostre opinioni lo “stuzzica”. Anche a me piace vedere quanto uno stesso romanzo abbia aspetti diversi o meglio quali aspetti vediamo noi. Certamente, il fatto di avere età diverse e opinioni diverse ci fa cogliere sfaccettature diverse. C’è anche il fatto di darci coraggio a vicenda. Questo libro nello specifico non è piaciuto a nessuno di noi, ci annoiavamo durante la lettura, ma ogni giorno ci pungolavamo l’un con l’altra per arrivare alla fine. E ora mi ritrovo già in “trepidante attesa” di quella che sarà la lettura del periodo di Natale. Sono curiosa di scoprire quali altre letture scoprirò attraverso i consigli della professoressa di mio figlio. 

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