Recensione: Il giorno in cui la guerra finì di Christian Antonini

Autore: Christian Antonini

Titolo: Il giorno in cui la guerra finì

Editore: Il battello a vapore

Data di pubblicazione: 5 settembre 2023

Pagine: 208

1945. Dalla sua barca il giovane Arturo guarda la nebbia che copre il cuore del lago di Como e che gli ha portato via il padre, contrabbandiere. Ora che lui non c'è più, Arturo non desidera altro che assomigliargli, anche se il suo era un mestiere pericoloso. Ma niente è più pericoloso della guerra, che un giorno arriva a bussare alla sua porta e a chiedergli di compiere un gesto degno del Fantasma del lago, come chiamavano il padre: trasportare una ragazza e il suo nonno in fuga dai nazifascisti sull'altra sponda, perché possano raggiungere la Svizzera e mettersi in salvo. In una lunga notte, la sua storia di quindicenne si intreccerà con la grande Storia e, tra la cattura di Mussolini, la strenua resistenza di giovani eroi partigiani e la fine della guerra, Arturo troverà una nuova rotta per tornare a casa e diventare uomo.


È già qualche giorno che ho terminato la lettura di questo romanzo per ragazzi, ma questa volta mi trovo un po’ in difficoltà nel mettere nero su bianco il mio pensiero.

Sarà che Christian Antonini mi ha abituato a letture veramente coinvolgenti, sarà che la lettura del libro ha coinciso con l’inizio della scuola, ma questa volta ho dei dubbi.

Quando leggo dei romanzi e mi sento così in difficoltà, diventa necessario fare chiarezza. Questa volta quindi la mia opinione seguirà un ordine “a blocchi”.

 

Il giorno in cui la guerra finì è un romanzo “storico” per ragazzi, la narrazione si svolge nel 1945 e il fatto importante che viene citato a più riprese è il giorno dell’8 settembre. L’Italia è entrata in crisi, perché Mussolini ha fondato la repubblica di Salò, gli americani sono i nostri alleati e ora lottiamo contro i tedeschi. Nel frattempo, nelle campagne, gruppi di partigiani lottano contro i fascisti.

Di per sé questo periodo storico è tra i più difficili, pieno di tradimenti e di spie e contro spie. Arturo si trova ad aiutare i partigiani, grazie alla sua abilità nel condurre una barca, ma si trova invischiato in una imboscata. In alcuni passi non si riesce bene a seguire la vicenda, ci sono molti intrighi che complicano la “fluidità” (passatemi il termine) della narrazione. Personalmente ho faticato molto nel cercare di capire i vari personaggi e le loro motivazioni. Verso la fine della lettura ho avuto una visione più chiara, ma ho impiegato tanto tempo prima di arrivare a capire le dinamiche. Questo ha rallentato molto la mia lettura e in alcuni momenti ho faticato a trovare una motivazione per andare avanti.

Solitamente Christian Antonini mi ha affascinata con i suoi romanzi storici per ragazzi, nei quali la Storia era un aspetto importante della narrazione, era quasi un “personaggio”. In questo caso l’ho vista poco. Le notizie storiche sono vere e veritiere, ci racconta un “clima” reale di quel tempo, ma è tutto “a margine”, non entra mai nel vivo della situazione. La situazione politica del 1945 è la cornice (bellissima per altro) della vicenda di Arturo.

Cosa mi è piaciuto? Mi è piaciuto che il protagonista sia un ragazzino di quindici anni con valori e ideali: attento a quello che lo circonda, capace di ragionare con la sua testa, determinato a svolgere la sua missione.

 

- Questa guerra porta via un sacco di brave persone che invece dovrebbero restare. E lascia in giro a camminare molte carogne che meriterebbero di finire nel lago con le tasche piene di sassi.

 

Andiamo ad analizzare la forma, la struttura in capitoli. Il quadro storico è complesso e nei diversi capitoli si avverte questo coacervo di fazioni e contro fazioni, di missioni per “ribaltare” il quadro politico del periodo. E nel narrarlo spesso sono taciuti degli elementi, sono dati degli indizi, ma molte cose sono solo accennate. E stranamente (per come sono abituata a leggere da Christian) con una certa lentezza. Di sicuro non aiuta il fatto che i capitoli siano lunghi. In alcuni momenti ho rinunciato a leggere il capitolo successivo perché constava di 14 pagine, decidendo di rimandare la lettura al giorno dopo.

Ammetto che in alcuni passi ho sentito la “pesantezza” della situazione e la poca scorrevolezza delle azioni.

Mi è piaciuto? Sicuramente sì, ma non tanto quanto i precedenti.

Ho apprezzato molto la figura di Arturo, che, lottando contro tutti e tutto, porta a termine la propria missione, che sacrifica ciò a cui teneva di più per aiutare Elena.

Un altro aspetto che ho apprezzato è l’assenza di giudizi politici in merito al periodo storico. I fatti sono narrati senza preconcetti, sono presentati per quello che sono stati, ovvero momenti della nostra Storia recente.

Lo consiglio a un pubblico di lettori giovani, ma non troppo giovani. Non è facile da seguire e c’è bisogno di essere abituati alla lettura. Quindi è adatto ai ragazzi della scuola secondaria di primo grado, ma meno ai ragazzi di quinta primaria. Potrebbe anche piacere a un pubblico più adulto, perché racconta un aspetto della guerra che è fatto anche di quotidianità, di credenze popolari e di coraggio delle proprie idee e azioni.

 

quasi

Ringrazio la CE per la copia cartacea del romanzo.


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