Mangia, leggi, spettegola: La Bottèga, dove il tè profuma di storie e l’amicizia di casa

 


Tra una tazza di tè, qualche biscotto e tante chiacchiere, vi porto con me nel mio angolo del cuore: La Bottèga.

Un posto che ormai per me è diventato casa è La Bottèga.
Non è un locale, non è un’attività commerciale: è un posto dove incontrarsi.
Nicoletta è la padrona di casa e apre le porte del suo spazio a chi ha bisogno di un luogo per studiare, lavorare, organizzare incontri con autori o semplicemente chiacchierare.

Micaela conosceva Nicoletta da tanto tempo, io l’ho conosciuta in occasione di un’iniziativa sui libri promossa da lei, Micaela e Francesca. Ci incontravamo una sera al mese e parlavamo dei libri che avevamo letto. Come spesso accade, abbiamo perso un po’ di continuità, ma con una scusa o un pretesto trovavamo sempre il modo di tornare alla Bottèga.


Appena entri, come suggerisce il nome, ti accoglie subito un buon tè.
Ce ne sono tantissimi tipi e ammetto di passare metà del tempo a rovistare tra le confezioni per trovare quello perfetto per me.
La cosa più bella, però, sono le tazze: non ce n’è una uguale all’altra! Sono tutte divertenti, allegre ed enormi. Spesso poi ci sono anche biscottini o dolci e all’occorrenza pizze e fritti vari… Molto spesso siamo noi “visitatori” a portare le cibarie, perché La Bottèga è casa, il nostro posto tranquillo.


Le nostre serate lì sono una vera terapia di gruppo, un balsamo per l’anima.
Quando a casa dico: “Stasera vado in Bottèga”, Marito chiede subito: “Ma si può sapere che ci fai lì?”.
E come faccio a spiegarglielo in due parole?
Rido, rido fino alle lacrime, chiacchiero, leggo, decoro sassi (#gentlepebbles), faccio l’uncinetto, completo puzzle… Vivo!
Sì, vivo davvero.
In Bottèga ho ritrovato il coraggio di iscrivermi di nuovo all’università, ho conosciuto persone meravigliose, mi sono confrontata con donne diverse da me ma con passioni affini.

La Bottèga è l’estensione di Nicoletta: un’esplosione di colori e profumi.
Un occhio critico direbbe che è una cacofonia di oggetti, ma per me è un abbraccio visivo. Lo sguardo corre tra oggetti di ogni tipo e provenienza: più sono colorati e stravaganti, meglio è! E poi quadri, stampe, libri… rigorosamente accatastati (altra caratteristica che mi fa sentire a casa).

Tutto contribuisce a creare un’atmosfera di calore familiare.
Non troverai silenzio, ma un piccolo spazio operoso. Le chiacchiere sono la parte più bella: sono l’espressione dell’abbraccio di Nicoletta.


Amo andare in Bottèga: posso trovare una postazione comoda per leggere o lavorare al pc, accompagnata da chiacchiere e tè e sempre circondata dalla vivacità e dal sorriso di Nicoletta. Se poi ci trovo anche le mie amiche, allora sì, sono davvero in pace.

Detto tutto questo, per farvi capire come vivo le serate in Bottèga, vi dico che questa volta avevo portato con me il libro di testo per un esame che sosterrò forse a gennaio (prima voglio vedere l’esito dell’esonero che ho tra qualche giorno).
La serata alla Bottèga è stata dedicata allo studio del Critical Thinking, ma, parlando con Nicoletta, mi è venuto spontaneo suggerire come libri perfetti per questo luogo due saggi che sto studiando per la laurea in Scienze della Comunicazione: Ecologia della parola ed Ecologia del pensiero di Tota.


Questa volta niente valutazione in stelline: il mio cuore è rapito da questo posto.
Vi consiglio solo di andarci, incontrare Nicoletta e passare qualche ora a chiacchierare sorseggiando un buon tè.

La Bottèga – Via Portuense, 223
Un posto in cui passare il tempo, coltivare le passioni, parlare e divertirsi.

Se siete curiosi di scoprire quale film Micaela ha legato a La Bottèga correte a leggere il suo blog: Le M cronache!



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