Recensione: Tutte le volte che mi sono innamorato di Marco Marsullo
Autore: Marco Marsullo
Titolo: Tutte le volte che mi sono innamorato
Editore: Feltrinelli
Data di pubblicazione: 28 aprile 2022
Pagine: 256
Chi l'ha detto che, dopo i trent'anni, gli
uomini non hanno paura di restare single? E che l'orologio biologico esiste
solo per le donne? Cesare, maestro elementare napoletano, ha le idee confuse
sull'amore. Tanto romantico quanto cervellotico, si nasconde dietro teorie
improbabili e comici segni del destino, ma in realtà soffre per un passato di
storie sbagliate, incontri surreali, colpi di fulmine e bruschi risvegli,
mentre i suoi amici sembrano aver capito tutto prima di lui. A trentacinque
anni, Cesare è rimasto l'ultimo single del gruppo e non sa più cosa farsene
della sua libertà. Vive con il gatto Thiago, gira per la città sulla sua Vespa,
ha un discreto successo con le ragazze, eppure sempre più spesso la notte torna
a casa da solo, con un peso sul cuore. Quando il suo amico Sandro, prossimo
alle nozze, gli consegna l'invito con un + 1 che campeggia beffardo accanto al
suo nome, Cesare decide di raccogliere la sfida: ha sei mesi per arrivare al
ricevimento con una fidanzata. Ma come trovare finalmente la persona giusta?
Marco Marsullo si fa portavoce della sua generazione e racconta le relazioni
dal punto di vista dei maschi: le loro speranze, i loro desideri, ma anche le
ombre, le fatiche, la paura di fallire. Rifuggendo dalle ipocrisie e dal
lamento, costruisce un romanzo lucido e ironico, profondamente attuale. Uno
spaccato tragicomico sull'affanno – e la meraviglia – di innamorarsi davvero.
Sono qui alla fine di questo romanzo e sto
pensando a come raccontare le mie emozioni, perché questo libro me ne ha
lasciate tantissime. Ammetto che è stato per me come un arcobaleno, un insieme
di colori che rappresentano un po’ tutte le sfaccettature. In Tutte le volte che mi sono innamorato ho
trovato il giallo della felicità, il rosso della passione, il blu della
malinconia e della tristezza, il viola della rabbia e l’arancione delle risate,
senza dimenticare il verde della speranza, rappresentata da una delle ultime pagine,
una scena dolcissima con i bambini che lasciano la scuola uno a fianco
all’altro, e anche dalle emozioni che mi
ha trasmesso Silvia, questa compagna (perché non la si può definire solo
collega) paziente e silenziosa, una compagna di vita che veramente sostiene
Cesare in tutto con la sua presenza discreta, capace di guidarlo semplicemente
ascoltando i suoi racconti (vabbè, sì, sono di parte, perché Silvia è una
maestra, una di quelle veramente speciali che, quando le incontri, ti toccano
nel profondo).
Silvia non ha scelto di fare
la maestra, lo è proprio di indole, e non perché spiega le cose o perché ha
sempre le risposte giuste, ma perché te le sa insegnare, te le fa capire. Avere
un’amica così è una salvezza quotidiana.
Mi avevano detto che con questo libro avrei riso
tanto, mi sarei divertita, in realtà più che il divertimento io ho trovato
malinconia, dolcezza, voglia di futuro. Il divertimento c’è, perché Marsullo è
capacissimo di fare una sottile ironia e di farti ridere raccontando la
quotidianità; le cose che effettivamente succedono a tutti noi in ogni momento
della nostra giornata sono trasportate sulle pagine di questo romanzo. Leggendo,
ci accorgeremo che ognuno di noi, maschio o femmina che sia, ha un “Lucio”
nella sua vita. Come anche possiamo sicuramente annoverare tra le nostre
amicizie un “Mariano”. Il bello di questo romanzo è proprio che, raccontando la
vita quotidiana, facendoti sorridere o anche ridere con gli aneddoti della
quotidianità, ti vuole parlare di altro, vuole farti scendere un pochino più in
profondità. Tutte le volte che mi sono
innamorato parla dell’amicizia, di un’amicizia trentennale che ha visto
cambiare le persone, di un gruppo di amici che ne hanno passate di tutti colori
e che, ciononostante, pur essendo diversissimi, sono ancora amici e anzi sono
presenti uno per l’altro nei momenti più difficili; basta poco, a volte solo un
abbraccio, per far capire quanto sia forte quel legame amicale. C’è poi la dolcezza
espressa dalla semplicità di Cesare, che è sensibile, quasi ingenuo, tanto da
riuscire ad entrare in sintonia con i suoi alunni. In Cesare trovo davvero
tutte le caratteristiche che mi piacciono in un maestro (o in una maestra) e
trovo anche che Cesare somigli molto a Marco Marsullo. Ho avuto modo di
incontrare l’autore in un paio di occasioni e mi ha dato proprio la sensazione
di una persona gentile, aperta e attenta a tutto, soprattutto ai bambini. I
bambini in questo libro sono descritti benissimo, ma ricordo che lo stesso si
poteva notare in L’anno in cui imparai a
leggere, nel quale i due bambini erano descritti in modo attento e vero. Essi
non sono artefatti come capita in tanti altri romanzi, nei quali i bambini
vengono descritti come adulti in miniatura, qui i bambini sono bambini, eppure
riescono a insegnarci tanto.
Il tema principale in questa storia è quello
della ricerca della persona adatta. Ma la cosa più bella è la frase finale,
quella in cui con semplicità Marsullo esprime una verità che dovremmo tenere
sempre bene a mente…
bisogna solo vivere e respirare. Essere fedeli a se stessi e
sbagliare. Ancora e ancora, fino ad andare a sbattere contro qualcosa e
pronunciare finalmente l’unica frase giusta. L’unica vera di tutta questa
storia.
Ed è proprio vero, questa storia racconta una
grande verità: ti puoi affannare a cercare l’amore della tua vita per anni,
puoi inventarti sfide e dead-line o dire che vuoi trovare una determinata
persona, che devi avere la tua compagna o il tuo compagno in quello specifico
momento, ma in realtà la persona giusta la troverai solamente nel momento in
cui smetterai di cercarla. La troverai quando sarà davvero il momento giusto,
ovvero il momento in cui ti sentirai sereno, libero e pronto ad accogliere
l’altro. Non a caso amare vuol dire proprio accogliere l’altra persona e, come
dice Silvia, è una musica che puoi ballare solo quando hai imparato ad avere lo
stesso ritmo.
«L’amore è come un ballo, una danza dove bisogna muoversi alla
stessa velocità e, bada bene, non puoi prendere lezioni come fosse il tango o
il valzer. È un ballo naturale… ma accade a tutti, prima o poi, di trovare
qualcuno che va allo stesso ritmo.»
Bellissimo libro che ho trovato ricco di
emozioni, di bei sentimenti, coinvolgente e non semplicemente divertente, ironico
e contemporaneamente profondo. Assolutamente consigliato.
Ringrazio tanto le mie amiche bloggers,
compagne di mille avventure (Dolci, Chiara, Chicca e Erica) per avermi regalato
questo libro nel giorno del mio compleanno.
Commenti
Posta un commento