Recensione: È l’umido che ammazza di Filippo Venturi
Autore: Filippo Venturi
Titolo: È l’umido che ammazza
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 28 giugno 2022
Pagine: 204
Siamo a fine 2020, tra un'ondata di Covid e l'altra. La serranda della Vecchia Bologna va su e giù a seconda dei Dpcm, insieme all'umore dell'oste, il nostro Emilio Zucchini, paladino della cucina bolognese e detective per modo di dire. È proprio in questo momento complicato per tutti, mentre le regioni cambiano colore come un semaforo impazzito e i ristoratori sono alle prese con le consegne a domicilio (e nel caso di Zucchini col dolore fisico che gli provoca mettere lasagne e tagliatelle dentro vaschette di alluminio e affidarle al loro incerto destino su due ruote), che Alice, una delle cameriere della trattoria, scompare nel nulla. Alice per Emilio è un'amica, una di casa, talmente di casa che durante il primo lockdown se l'è ritrovata in salotto, in Erasmus sul suo divano letto. E ora, proprio nell'ultimo sabato di servizio prima dell'ennesima chiusura di bar e ristoranti, lei non si presenta in trattoria, stacca il telefono e si fa di nebbia. Nelle stesse ore il notaio Degli Esposti, stimato professionista, viene trovato morto nel suo studio in centro, il corpo schiacciato da una pesante statua in marmo. La scena del crimine è così assurda e truculenta da far sudare freddo il commissario Iodice e i suoi fidi scudieri. Di lì a poco è il turno del commercialista Farinetti, trovato agonizzante tra le sue lenzuola di seta. I due facevano parte dello stesso gruppo di amici, i Milordini, clienti abituali di Delfo, storico ristorante vicino di portico della Vecchia Bologna. Ma Emilio se ne frega e si lancia alla ricerca della sua Alice. Peccato che le poche tracce che la ragazza ha lasciato dietro di sé sembrino condurlo sempre più vicino agli omicidi dei Milordini... e lui si ritrova a sperare con tutto se stesso di aver unito male i puntini. Lo scrittore-ristoratore bolognese torna con una comedy più spassosa e più nera che mai, capace di sdrammatizzare con intelligenza persino le conseguenze della pandemia, e all'ormai mitico Zucchini affianca una serie di personaggi femminili destinati a lasciare il segno.
Oggi la prendo alla larga, perché la
recensione di questo romanzo non è semplice.
Premessa
#1:
io amo i polizieschi. Mi sveglio la mattina e sintonizzo subito il TV sul
canale TopCrime o Giallo (dipende da cosa trasmettono). Le mie serie preferite
sono Criminal Minds, Law & Order: Special Victims Unit, Numb3rs.
Premessa
#2:
ho letto tutti e tre i romanzi di Venturi, possiamo classificarli come gialli
da intrattenimento. Sono solitamente divertenti, rocamboleschi, a tratti
comici. Venturi, con il suo Zucchini, per me è come Malvaldi e i vecchietti del
BarLume. Emilio e Massimo sono simili, mi divertono e sanno farmi passare belle
ore in una piacevole lettura, con una storia semplice (che non vuol dire
banale) e lineare, ovvero che si riesce a seguire bene.
Premessa #3: ho deciso di leggere questo libro perché cercavo una “lettura da ombrellone”, ovvero un romanzo di intrattenimento e soprattutto con la copertina flessibile. Volevo anche un autore che sapevo mi sarebbe piaciuto.
Ora, È l’umido che ammazza è un libro giallo, divertente, di intrattenimento, ma per niente facile. Soprattutto perché ruota tutto intorno a due temi che non sono per nulla leggeri: il Covid e la violenza sulle donne. E lo capisci subito, perché già nel prologo ti viene voglia di prendere a calci in …, nel sedere, i Milordini di turno.
In questa estate torrida, leggendo il titolo,
verrebbe da pensare che sia una storia ambientata nel periodo estivo. Invece no,
è ambientata a novembre, tutto in tre giorni di fine mese, quando si profilava
la seconda chiusura dovuta alla pandemia di Covid. Emilio Zucchini rappresenta
un po’ tutti noi che abbiamo vissuto questa pandemia con paure, ansie e anche
un po’ di insofferenza verso mascherine e isolamento. Emilio inoltre ci
rappresenta anche i “problemi” che hanno subito i ristoratori, essendo lui il proprietario
della taverna “Vecchia Bologna”. In questo quadro storico/ambientale si innesta
la storia delittuosa.
Nella premessa
#1 ho scritto che amo i “crime”, ma, senza scomodare le grandi serie tv,
basta aprire i giornali o ascoltare un notiziario per venire a conoscenza di
violenze ai danni delle donne. Violenze di ogni tipo. Qui partiamo da battute
moleste per arrivare ad altro. La cosa interessa il nostro Zucchini perché,
mentre viene trovato morto uno stimato notaio, la sua cameriera (che con quel
notaio aveva avuto qualche diverbio) scompare.
Tra equivoci, scambi di persona, un
commissario che fa la figura dell’incompetente (per dirla in parole semplici) e
Zucchini che molla tutto per cercare di fare il detective e ritrovare la sua
Alice, ci immergiamo in un bel romanzo giallo, capace di tenere viva
l’attenzione (soprattutto per il tema centrale), anche se il colpevole lo trovi
già a metà del romanzo. A dire il vero non è molto interessante che si trovi o
meno il colpevole, tu sei lì che leggi perché vuoi ritrovare Alice.
Il finale mi è piaciuto perché i veri cattivi
della storia vengono presi e puniti.
Mi è piaciuto questo romanzo anche per un
altro motivo: le prime vittime (le donne) vengono messe in evidenza o meglio
Venturi ci mostra cosa scatta in una donna quando è vittima di violenza,
verbale o fisica poco importa. Come si sente una donna? Cosa scatena in una
donna una battuta volgare e sessista? Venturi ce lo mostra molto bene. In
alcuni passi ho riso perché la narrazione di questo autore è divertente e
ironica, ma alcuni brani sono di una crudezza unica: la crudezza della realtà.
Sarà che poi ho letto il romanzo mentre in tv impazzavano le notizie di Palermo
e Caivano, quindi l’ho trovato quanto meno attuale. Magari ora non parliamo più
molto di Covid, non usiamo le mascherine, ma certi atteggiamenti degli uomini
sulle donne ci sono sempre!
Ottima lettura!
Per amore di precisione, È l’umido che ammazza è autoconclusivo. La vicenda inizia e si conclude. Il volume però è il terzo con protagonista il ristoratore Emilio Zucchini che si diletta a fare il detective. Quando qualcosa non va Emilio lo avverte, perché in cucina qualcosa va storto e perché a lui arrivano vari “acciacchi”, in questo caso è il “raspino” in gola. Questa storia è slegata dalle altre, ma in più di una occasione c’è un rimando al secondo romanzo e al delitto della Madonna di San Luca. Si può anche leggere senza aver letto gli altri due, ma si perde. Soprattutto perché non si potrebbe bene apprezzare il comportamento del commissario Iodice.
La serie con protagonista Emilio Zucchini
consta di tre romanzi:
1) Il tortellino muore nel brodo (recensione)
2) Gli spaghetti alla bolognese non esistono
(recensione)
Faccio il filo a questa serie da una vita. Sto aspettando che arrivi in biblioteca. Nota dolente io non prendo Top Crime sigh
RispondiEliminaQuesta serie mi piace tanto, Venturi poi ha un modo di scrivere che mi piace molto
EliminaNon conoscevo questa serie, ma mi hai incuriosita
RispondiEliminaMi hai messo curiosità, spero di leggerla al più presto!
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