Recensione: Ci rivediamo a casa di Valentina Sagnibene
Autore: Valentina Sagnibene
Titolo: Ci rivediamo a casa
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: 30 aprile 2019
Pagine: 459
Teresa è l'immagine della ventenne di
successo: corpo perfetto, amiche giuste, sogni in grande. La vita, in realtà,
non è stata così clemente con lei e ciò che Teresa appare oggi è frutto di un
duro lavoro su se stessa e di un passato da seppellire. Ai suoi occhi, quindi,
la ragazza che la accoglie nel luogo dove nascono le lanterne più esclusive di
Milano, indispensabili per la sua festa di compleanno, non può che suscitare
orrore: Rachele è sciatta, è ferma agli anni Ottanta e vive defilata nella
bottega del nonno Antonio. Quando però i genitori, contrari al suo desiderio di
fuga oltreoceano, le tagliano i fondi, Teresa accetta il lavoro offertole
proprio da Antonio. Rachele non l'avrebbe mai voluta al suo fianco ma, ora che
il nonno è in ospedale, un paio di mani in più le sono utili per sanare i
debiti del negozio. Tra le due c'è diffidenza, ma anche un'inaspettata
complicità. Rachele intuisce che Teresa le sta nascondendo qualcosa e la sprona
a venire alla luce raccontandole la storia che si cela dietro il rituale delle
lanterne. Dissipare il buio delle ombre, tuttavia, potrebbe non bastare: è
necessario lasciarsi guidare dagli amici, quelli veri, se vogliamo ritrovare la
strada di casa.
Casa.
Cosa vuol dire la parola casa? Per me casa è il caminetto acceso, la tavola
imbandita e la mia famiglia riunita, che chiacchiera e ricorda aneddoti mentre
i più piccoli giocano.
Per Teresa e Rachele
casa può essere qualunque posto nel profondo
del tuo cuore.
Questo romanzo è la storia intrecciata di due
ragazze, due adolescenti, diversissime tra loro eppure molto simili. Entrambe
in lotta, entrambe sole.
Una combatte con se stessa, l’altra è incapace
di sopportare i cambiamenti: entrambe sono piene di rabbia.
Valentina Sagnibene ha tessuto una storia
meravigliosa. Ogni personaggio lascia il segno del suo passaggio. È vero che
risaltano Teresa e Rachele, la prima che racconta la storia in prima persona,
la seconda che viene presentata in terza persona. Ma sono talmente legate e
intessute insieme che riesci a legarti ad entrambe. Il collante tra le ragazze
è Antonio, nonno di Rachele, e la sua storia con Lucia. Una storia romantica e
tragica allo stesso tempo, una storia che ci parla di un passato non tanto
lontano cronologicamente, ma molto diverso dal mondo moderno.
Teresa e Rachele sono due ragazze dei giorni
nostri (pre-pademia), hanno i problemi che tutti gli adolescenti vivono: il
primo amore, il bullismo a scuola, le amicizie tossiche, i social, il
bingewatching… Eppure, in un modo o nell’altro, sono riuscite a trovare il modo
di rallentare, di guardarsi dentro e di crescere.
Valentina ci racconta una bellissima storia
di amicizia.
Sulla storia non riesco a dire di più, un po’
perché le emozioni che ho provato sono talmente forti che non riesco a metterle
nero su bianco, un po’ perché rischierei di dire troppo e di farvi perdere il
piacere della lettura di questa storia delicata ma allo stesso tempo forte.
Sono arrivata tardi a questo romanzo, che ho
tenuto per tanto tempo in Wish List. Avevo letto altre storie dell’autrice e
questa era rimasta nella lista, quasi dimenticata. Devo ringraziare le mie
amiche per avermelo regalato, ma, come spesso accade, lo avevo lasciato a
stazionare nella mia “pila della vergogna”. Che dire… mi ha conquistato il
cuore. Scritto benissimo, con un ritmo fluido ma tranquillo. Capitoli brevi che
si intrecciano, una volta senti la voce di Teresa e poi entri nella storia di
Rachele, passando per la storia di Antonio. Una delicatezza unica nel
raccontare sentimenti e vicende. Il racconto ci permette di affrontare tanti
temi: amicizia, amore, vita familiare, perdita e anche bullismo. Vivi tutte le
emozioni, la paura, la tristezza, la rabbia, la gioia, la soddisfazione e la
serenità. Vieni trasportato nel mondo di Teresa e di Rachele.
Bella la cornice dell’ambientazione: Milano.
La città fa parte del racconto, vivi i vari luoghi nominati e percepisci i
cambi di tempo atmosferico. Quando l’autrice descrive Milano in una giornata di
pioggia, ti sembra di essere lì con il tuo ombrello.
C’è solo una cosa che mi ha un po’
infastidito durante la lettura: i refusi. So che la mia è la prima edizione e
so che ora alcuni errori sono stati corretti, ma io ne ho trovati tanti e
questo mi ha un po’ innervosito. Credo di aver superato questo fastidio solo
perché la narrazione era pulita e io ero talmente coinvolta che volevo sapere
sempre di più.
Confesso che ho penato a scrivere questa
recensione perché, terminato il libro, sono stata travolta dalle emozioni. Ho
mandato un vocale a Valentina dicendole che non trovavo le parole per
recensirlo. Mi sono seduta davanti al pc e sono rimasta un’ora a guardare la
pagina bianca. Poi ho deciso che era meglio aspettare, ma, anche se ho lasciato
passare il tempo, se ho cercato di distrarmi e far sedimentare le emozioni,
quando ho ricominciato a scrivere non sono riuscita a trovare le parole giuste.
Qualsiasi cosa io scriva è troppo poco, non riesco ad esaurire il mio pensiero.
Solo una cosa: questo romanzo ti entra sottopelle, under my skin canterebbe Frank Sinatra. Secondo me dovrebbero
leggerlo i ragazzi di oggi, perché riuscirebbero a comprendere cosa sia
veramente casa, cosa voglia dire seguire i propri sogni, cosa significhi non
giudicare.
Teresa e Rachele non si sono giudicate, si
sono accolte.
Ancora una volta non posso che consigliarvi
la lettura di questo romanzo perché è bellissimo.
«Ho paura.»
«Ne abbiamo tutti. Ma è ora di andare.»
[…]
«Ci rivediamo a casa.»
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