Frosted: second chance, forced proximity e una piccola città che profuma di Natale
Una baita isolata dalla neve, un amore lasciato in sospeso per dieci anni e l’atmosfera più cozy del Natale: Frosted è la lettura perfetta per scaldare il cuore durante le feste.
Autore: Flora A. Gallert
Titolo: Frosted
Editore: Piume Unite
Data di pubblicazione: 20 novembre 2025
Pagine: 165
Si conoscono da sempre.
Si sono amati troppo presto.
E si sono spezzati quando il mondo voleva
vederli brillare insieme.
Ethan Walker è la nuova stella del football
americano: talento, disciplina e un destino già scritto tra contratti milionari
e luci di uno stadio sempre pieno. Niente sembra poterlo fermare… finché la
persona che ama di più decide di lasciarlo proprio nel momento in cui la sua
carriera decolla.
Nessuna spiegazione.
Solo una bugia che lo colpisce più forte di
qualunque placcaggio: «Non ti amo più.»
Harper Morgan sa perfettamente che nessuno ha
mai creduto alla sua versione dei fatti. Erano troppo perfetti insieme, troppo
complici, troppo impossibili da separare. La gente continua a chiedersi perché
lo abbia lasciato e perché continui a far finta che il passato non la
perseguiti ogni dannato giorno.
Ora lei sta per sposarsi.
Lui è l’uomo che nessuno ha mai smesso di
vedere al suo fianco.
E quando il destino li costringe di nuovo
sotto lo stesso tetto per Natale — tra nevicate improvvise, segreti mai detti e
la dolce interferenza di nonna Rose — tutto ciò che Harper ha cercato di
seppellire torna a galla.
Ethan non è più il ragazzo che ha perso anni
fa.
È un uomo.
È arrabbiato.
Ed è ancora pericolosamente innamorato di
lei.
Le notti diventano troppo strette.
I ricordi troppo vivi.
La verità troppo difficile da evitare.
E mentre il mondo continua a tifare per loro,
Harper sa una cosa che nessuno vuole accettare:
la vera ragione per cui l’ha lasciato è anche
l’unica capace di distruggerli… o salvarli per sempre.
Oggi, per scrivere questa
recensione, parto dalla fine.
Frosted è un romanzo adattissimo a questo
periodo: è ambientato durante il Natale ed è una lettura breve, sia per il
numero ridotto di pagine sia perché la storia è concentrata nella settimana che
precede le feste. Il tempo non è scandito giorno per giorno, ma si intuisce
chiaramente che ci troviamo nei giorni immediatamente precedenti al Natale.
Dico subito che è un romanzo
carinissimo, con tutto il sapore delle commedie romantiche tipiche di questo
periodo. La scrittura è abbastanza scorrevole, i capitoli sono brevi e i punti
di vista alternati: due elementi che rendono il ritmo vivace e invogliano a
proseguire la lettura.
Benché la storia mi sia
piaciuta, ci sono però alcuni aspetti che hanno leggermente disturbato la mia
esperienza di lettura, in particolare la traduzione. Premetto che non sono una
traduttrice e che questo è il mio punto di vista da lettrice “profana”, ma in
diversi passaggi ho avuto la sensazione di trovarmi davanti a una traduzione
molto letterale. Alcune frasi sembrano infatti tradotte parola per parola,
senza un vero adattamento allo stile e alla fluidità della lingua italiana.
Ho notato anche qualche
imprecisione sintattica, come l’uso del presente al posto del futuro. È vero
che in inglese il simple present viene spesso utilizzato per azioni imminenti,
ma in italiano una frase del genere richiederebbe il tempo futuro. Sono
presenti inoltre diversi refusi, elementi che nel complesso fanno pensare a una
traduzione ancora acerba.
Detto questo, il romanzo
rimane comunque accattivante, con un ritmo sostenuto e una buona capacità di
coinvolgere il lettore. Le scene sono facili da seguire e l’atmosfera funziona.
Per quanto riguarda la storia
vera e propria, devo dire che ha molte delle caratteristiche che personalmente
amo. Le analizzo insieme a voi partendo dal primo trope: Second Chance.
I due protagonisti, Ethan e
Harper, si conoscono da sempre: erano fidanzatini al liceo. Per un motivo che
all’inizio della narrazione non viene chiarito, Harper decide di troncare la
relazione proprio nel momento in cui Ethan “spicca il volo”, venendo reclutato
da una squadra universitaria.
I due si ritrovano dopo dieci
anni. Ethan è fermo a causa di un infortunio sportivo, mentre Harper torna nel
suo paese d’origine perché sta per sposarsi, anche se è assalita da forti
dubbi. Complice Nonna Rose, la nonna di Ethan, i due si ritrovano costretti a
condividere un appartamento. Questo li porta inevitabilmente a confrontarsi
prima con i propri sentimenti e poi l’uno con l’altra.
Ed ecco il secondo trope: Forced Proximity.
Durante quella settimana, Harper ed Ethan devono condividere una baita e, come
se non bastasse, una bufera di neve li blocca completamente al suo interno.
Nonna Rose, poi, ci mette il suo zampino: li coinvolge in una gara di paese,
ampliando così la loro convivenza forzata anche alla vita pubblica.
A fare da cornice a tutto c’è
Everpine, un piccolo centro di montagna che incarna perfettamente l’atmosfera
natalizia: una comunità dove tutti sanno tutto, dove si condividono successi e
problemi e dove tutti tifano apertamente per il ritorno della coppia storica
del liceo. Qui ritroviamo un altro trope che amo: lo Small Town nella sua
versione più classica.
L’ambientazione fiabesca, la
bufera di neve, gli abitanti che cercano in ogni modo di riavvicinare i protagonisti
e il sentimento carico di affetto che permea la storia rendono questo romanzo
estremamente romantico, quasi cozy.
La casa editrice classifica Frosted come Sport Romance, ma
personalmente non mi sento di definirlo tale. L’elemento sportivo è marginale:
Ethan è un giocatore di football americano, ma questo aspetto emerge solo
all’inizio, in occasione del suo infortunio. Lo sport non viene realmente
vissuto come parte integrante della narrazione e anche il suo ritorno in campo
è solo accennato.
La copertina, davvero
bellissima, raffigura una palla da football congelata. Può essere letta come
metafora dello stop nella carriera di Ethan o semplicemente come richiamo
all’ambientazione invernale, ma anche in questo caso non basta, secondo me, a
rendere il romanzo uno sport romance a tutti gli effetti.
Un altro trope attribuito
dalla casa editrice è Forbidden
Love, ma anche qui non ho trovato nulla di realmente proibito.
È vero che all’inizio Harper è fidanzata, ma Ethan stesso pone subito un freno
al loro riavvicinamento finché lei è legata a Brandon, situazione che si
risolve piuttosto rapidamente.
[Allerta Spoiler: non evidenziare la parte annerita]
Lo stesso vale per
l’etichetta Soft Spicy:
di piccante, in realtà, c’è ben poco. L’autrice è molto brava a suggerire e a
lasciare spazio all’immaginazione del lettore. Ci sono baci appassionati e una
forte attrazione tra i protagonisti, ma le scene più intime non vengono mai
descritte nei dettagli. Tutto resta sul piano dell’intuizione, quindi
personalmente di spicy vedo davvero poco.
Infine, troviamo la
caratterizzazione Emotional
Scars. Solitamente questa etichetta mi fa pensare a personaggi
segnati da eventi emotivamente molto forti. Nel caso di Ethan e Harper, invece,
il loro passato è segnato da un equivoco che ha portato alla rottura dieci anni
prima. È sicuramente una ferita emotiva, ma più un dispiacere profondo che
qualcosa di realmente traumatico o determinante.
Detto tutto questo, confermo
il mio giudizio: Frosted
è un libro molto carino, che si legge in poche ore grazie alla sua fluidità. È
divertente, coinvolgente e ogni capitolo invoglia a proseguire con il
successivo. È una lettura perfetta per questo periodo dell’anno, perché
l’atmosfera natalizia si respira dall’inizio alla fine.
Non conoscevo né questa
autrice né questa casa editrice, ma devo dire che sono molto soddisfatta di
aver accettato questa collaborazione. Continuerò sicuramente a monitorare le
loro uscite, alcune delle quali ve le ho già segnalate nei giorni scorsi.
Vi lascio consigliandovi
questa lettura, se siete alla ricerca di un romanzo breve e a tema: l’atmosfera
delle feste accompagna tutta la storia, compresi l’epilogo e il capitolo extra.
Ringrazio la CE per avermi omaggiata della
copia in digitale.
Prima di salutarvi, vi lascio un piccolo
estratto dal romanzo:
Chiudo
gli occhi, appoggiando la fronte alla sua.
La
paura urla. La colpa mi morde. L’abitudine mi sussurra di essere buona,
tranquilla, prevedibile.
Ma
poi penso a tutte le notti in cui ho immaginato questo, a tutte le volte in cui
ho scelto il gelo invece del fuoco, e capisco che non voglio passare il resto
della vita a chiedermi “e se”.
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