Facciamo quattro chiacchiere #39: Ultimo giorno di scuola


Anche quest’anno siamo arrivati a fine anno scolastico… un anno scolastico davvero particolare.

Sono giunta a questo “ultimo giorno” con tanto dispiacere. Da marzo non ho più condiviso esperienze e scoperte con i miei alunni. Sì, certo, abbiamo avuto la Didattica a Distanza per proseguire il lavoro, ma non è la stessa cosa.

La scuola non è solo trasmissione di contenuti e informazioni, quella è la parte minore. Andare a scuola è condivisione, collaborazione, ricerca, gioco, socializzazione. Non so quanto la DaD possa davvero essere Scuola. Non dico che non sia stata una “bella esperienza”, non la condanno in toto. Sicuramente è stata una bella sfida sia per noi docenti sia per i ragazzi. Abbiamo scoperto nuovi modi di utilizzare la tecnologia, anzi devo dire che ho trovato nuove opportunità attraverso la tecnologia, ma… ma mi mancavano tanto i miei ragazzi.

Quest’anno lascio nuovamente una quinta e, sebbene abbia condiviso con loro solo questo anno scolastico, sento che il distacco è “forte”. Io mi affeziono ai miei ragazzi, anche quando riesco a stare poco con loro. L’affetto che mi lega agli alunni è la parte meravigliosa del mio lavoro. Con i ragazzi di quinta di questo anno scolastico si è creato subito un afflato speciale, mi hanno accolta in classe non come l’ennesima maestra che entrava a far parte del loro gruppo, ma come “la maestra Manuela”. Sono classi come questa quelle che mi fanno capire quanto sia importante la parte dell’accoglienza. Quando una classe è come una “famiglia”, è un lucchetto chiuso a chiave che non si può aprire perché l’affetto tra di noi è forte (in corsivo le parole di una alunna della quinta).

Qual è il senso del mio lavoro? Io miro sempre a stimolare la curiosità dei miei alunni, la loro voglia di andare oltre, di cercare di ampliare le loro conoscenze e l’amore per la lettura. A volte ci riesco.

Ogni anno la mia scuola ha la tradizione di far fare gli “esami” anche alla classe quinta. In realtà facciamo le prove finali, però dando loro la veste di prova di esame con il tema, il problema e il colloquio orale. Quest’anno, vista la situazione, abbiamo fatto fare solo la prova orale. Gli alunni hanno realizzato una presentazione che hanno esposto a noi docenti e a tutta la classe in piattaforma. Hanno preparato lavori spettacolari. Sono partiti dalla loro passione e l’hanno raccontata legandola alle varie discipline. Una alunna ha parlato della sua passione, la danza. Perché lo dico? Perché una slide del suo lavoro era questa…

La slide della presentazione


… Forse potete capire la mia emozione e il piacere di vedere che un seme ha dato frutti!

Lascio i dettagli del romanzo citato sopra, il quale, anche se un po’ datato, è comunque una lettura da consigliare se avete bambine amanti della danza. Io l’ho già segnato nella mia wishlist.

Autore: Anne-Marie Pol

Titolo: Ballerina. Il romanzo del film

Editore: Mondadori

Data di pubblicazione: 31 gennaio 2017

Pagine: 206

Francia, fine Ottocento. Da quando è nata, Félicie non è mai uscita dall'orfanotrofio di Quimper. L'unico legame con sua madre è un carillon che la piccola non si stanca mai di ascoltare e che le ricorda ogni giorno qual è il suo più grande sogno: diventare una ballerina. Per realizzarlo, la piccola decide di fuggire insieme a Victor, amico e aspirante inventore, a Parigi, la città delle mille opportunità, dove ha sede il teatro dell'Opera e la sua esclusiva scuola di danza. Quando le si presenta l'occasione di entrare nella rinomata accademia rubando la lettera di ammissione di Camille Le Haut, una supponente e ricca ragazzina, a Félicie non sembra vero: finalmente potrà indossare tutù e scarpette! Ma danzare su uno dei più importanti palcoscenici al mondo non è per tutti e Félicie dovrà imparare a credere in se stessa e a lottare per realizzare il suo sogno...

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