Recensione #68: Baci da Polignano di Luca Bianchini

Autore: Luca Bianchini

Titolo: Baci da Polignano

Editore: Mondadori

Data di pubblicazione: 26 maggio 2020

Pagine: 240

Ninella e don Mimì si sono sempre amati, anche se le loro vite hanno preso da molto tempo strade diverse. Da giovani le loro famiglie si erano opposte al matrimonio, a sposarsi invece sono stati i rispettivi figli Chiara e Damiano. Gli anni passano e davanti a don Mimì Ninella resta sempre una ragazzina. L'arrivo di una nipotina, anziché avvicinarli, sembra averli allontanati ancora di più, anche perché Matilde, l'acida moglie di don Mimì, fa di tutto per essere la nonna preferita, viziando a dismisura quella che tutti chiamano semplicemente "la bambina". La situazione cambia all'improvviso quando Matilde perde la testa per Pasqualino, il tuttofare di famiglia. Mimì decide così di andare a vivere da solo nel centro storico di Polignano: è la sua grande occasione per ritrovare Ninella, che però da qualche tempo ha accettato la corte di un architetto milanese. Con più di cento anni in due, Ninella e Mimì riprendono una schermaglia amorosa dall'esito incerto, tra dubbi, zucchine alla poverella e fughe al supermercato. Intorno a loro, irresistibili personaggi in cerca di guai: Chiara e Damiano e la loro figlia che li comanda a bacchetta; Orlando e la sua "finta" fidanzata Daniela; Nancy e il sogno di diventare la prima influencer polignanese; la zia Dora, che corre dal "suo" Veneto per riscattare l'eredità contesa di un trullo. Luca Bianchini torna a raccontare la "storia infinita". Tra panzerotti e lacrime, viaggi a Mykonos e tuffi all'alba, i suoi protagonisti pugliesi continuano a sbagliare senza imparare mai niente - ma questo è il bello dell'amore - sotto il cielo di una Polignano che ha sempre una luce unica e inimitabile.

Baci da Polignano è il terzo volume della serie che ha come protagonista la Puglia, in modo particolare Polignano, Don Mimì e la sua Ninella.

In questo appuntamento tutto è centrato proprio su loro due.

In poco meno di 250 pagine Luca Bianchini riesce a racchiudere un mondo intero. Ci parla di amore, di tradimento, di serenità.

Don Mimì sarebbe il protagonista di questa storia, ma in realtà tutte le vicende coinvolgono le donne che ruotano intorno a Domenico Scagliusi. C’è prima di tutto Ninella. Ella è la rappresentazione dell’amore di gioventù, il grande unico amore. Quello nato quando si è ragazzi senza pensieri e che, nelle varie pieghe del destino, ha preso vie tortuose, ma è sempre lì presente. Poi abbiamo Matilde, la moglie data per scontata. Il ripiego al vero amore. La donna che rimane accanto ad un uomo che non la ama e quindi fa dell’apparenza il suo scudo. E poi Chiara. La giovane moglie che sa di essere tradita e che entra in crisi. Sono tre donne che affrontano l’amore in modo diverso, ma tutte alla ricerca di un appagamento sentimentale.

Si parla anche di tradimenti: quelli di Damiano, che ancora non ha capito quanto sia forte il suo amore per Chiara, e quelli di don Mimì, che vorrebbe tornare dalla sua Ninella, ma, appena vede Matilde, rimane succube del “potere” della moglie.

Sinceramente io non so come faccia, ma Bianchini riesce a entrare nell’animo dei suoi personaggi. Diventano tutti vivi e vibranti. Tutte le vicende hanno il sapore dell’autenticità. Personalmente mi sono ritrovata ad essere tutte e tre le donne descritte da Luca. Per questo le ho amate tutte (forse un po’ meno Matilde, che è davvero odiosa).

Se dovessi dire quale personaggio ho preferito, avrei dei problemi. A volte sono rimasta affascinata da Orlando, un ragazzo intelligente ma con una grande paura di amare, tanto da preferire storie “malate” al sincero affetto di Mario. Mi sono affezionata a Nancy, così giovane, in disparte, ma capace di notare tutto ed essere presente nel momento del bisogno. Forse, però, quella che maggiormente ho apprezzato è Ninella. Sarà la vicinanza di età, ma l’ho sentita parte di me.

Più leggo libri di Bianchini e più mi innamoro di questa sua capacità di ritrarre atmosfere autentiche. Un romanzo assolutamente da leggere!

Ringrazio la casa editrice per avermi omaggiata della copia digitale del romanzo, ma ringrazio anche Marianna (A spasso coi libri) per avermi coinvolta nel BlogTour per l’uscita del romanzo.


Un piccolo extra… 

Ho immaginato di incontrare a don Mimì, ovvero Domenico Scagliusi (Baci da Polignano di Luca Bianchini), ecco la breve intervista che ho scritto basandomi sul libro di Bianchini.

Immagine presa da IG @bacidapolignano
Eccolo lì, seduto al suo tavolino con la camicia arrotolata sugli avambracci e il maglioncino gettato sulle spalle. Seduto a guardare il telefono in attesa di un messaggio e la tazzina con il suo “espressino chiaro”. Mi avvicino piano, non vorrei disturbare. Don Mimì alza lo sguardo e sorride. È un bell’uomo, ha sessant’anni, ma ha fascino. E poi è sempre così galante, un uomo d’altri tempi.

Mi faccio coraggio e domando: “Posso sedermi?”

Don Mimì sorride ancor di più: “Certo! Che un donna non la si lascia mai parlare in piedi.”

Lo guardo e domando: “E posso farvi delle domande?”

Mi guarda, è compiaciuto della mia richiesta. Non ha smesso di sorridere nemmeno per un secondo. E poi mi fa un cenno con la testa, è pronto a parlare con me.

Immagine presa da IG @bacidapolignano
“Quanto amore c’è, in lei, per Polignano?”

“Polignano è la mia terra. Ci sono nato, sono parte di questo luogo e questo è parte di me. Amo il mare, anche quando ’sta incazzato. Mi piace il maestrale, che porta solo guai, ma se c’è tutto è diverso. E poi mi sento in pace quando posso affondare i piedi nella terra dei miei campi di patate (che sono le più buone del mondo). E poi, bella mia, niente è come Polignano «che è bella assè».”

“Quanto peso hanno e hanno avuto le “chiacchiere di paese” sulle sue decisioni?”

“L’amico mio Nando l’altro giorno mi ha detto: «Tu pensi troppo a quello che dicono gli altri.» E non posso dargli torto.” Don Mimì sospira un po’. “Ma quando sei uno Scagliusi devi stare attento, perché la gente ti vede anche se non entra in casa tua... Che poi rischi di rovinarti da solo, anche perché di signora Labbate ce ne sono assai! Ho perso l’amore mio, perché mi sono lasciato condizionare. Sono rimasto con Matilde, anche se poi pensavo a Ninella mia.”

“Cos’è per lei la sua famiglia?”

“La famiglia è tutto! Non ho mai amato Matilde, l’ho data per scontata perché non potevo avere la donna che amavo. Ma sono contento dei miei figli. Certo Damiano è un po’ testa calda e ogni tanto fa delle cazzate… Orlando, vabbù è gay, ma è un bravo ragazzo. I miei figli sono la mia forza.”

Mentre parla dei figli, don Mimì si illumina. Si vede proprio che li ama, così come sono con le loro imperfezioni, con i loro guai.

“Com’è arrivare a sessant’anni e amare ancora la stessa donna di quando si è ragazzi?”

Don Mimì si illumina. Respira, sorseggia l’espressino chiaro e poi mi risponde con un sorriso dolce, da ragazzo innamorato…

“Ninella è la ragazza che da quarant’anni mi altera i battiti del cuore: ora li accelera, ora li ferma, a volte li tiene in sospeso… e quando mi guarda mi fa capitolare. Bella mia, certi amori fanno solo finta di sparire. E il mio per un po’ è stato nascosto, ma Ninella è Ninella. Mi sento un ragazzino quando sono con lei. Se lei sta vicino a me, io mi sento in Paradiso!”

“Se davvero potesse partire per ricominciare tutto, dove andrebbe?”

“A Parigi! Tutte le mete diventano romantiche se sei con la persona giusta, ma camminare per le strade di Parigi è diverso…”

Lo sguardo di don Mimì si sposta all’improvviso e si accende. Eccola la sua Ninella, la donna più bella del mondo per don Mimì. Mi guarda e mi dice: “Io non voglio rinunciare all’amore.” E dicendo così, si alza e corre incontro alla sua Ninella.

Le foto inserite in questo post sono prese dal profilo Instagram @bacidapolignano.



Commenti

  1. Non credo sia una lettura adatta a me, però ogni tanto fa bene uscire dalla propria comfort zone ☺️☺️

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    1. Con questo romanzo vai quasi sul sicuro, perché è un'ottima lettura.

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