Recensione L’istante perfetto di Jay Asher
Autore: Jay Asher
Titolo: L’istante perfetto
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 30 ottobre 2018
Pagine: 200
Da quasi trent'anni la famiglia di Sierra
coltiva "alberi di Natale" in un grande vivaio dell'Oregon. E ogni
inverno si trasferisce per un mese in California per venderli. Sierra vive
perciò due vite: una in Oregon e l'altra in California, ma solo per il periodo
natalizio. Finché si trova lì, si è ripromessa di non legarsi a nessun ragazzo,
perché sarebbe doloroso poi, dopo solo un mese, doverlo lasciare. Ma, quando
incontra Caleb, tutto cambia. Certo, da quel che si dice in giro, non è proprio
il fidanzato ideale. Pare infatti che, anni prima, abbia commesso un errore
enorme, del quale sta continuando a pagare le conseguenze, fatte di ostilità,
pregiudizi e isolamento. Ma a Sierra tutto questo non interessa. Anche se
migliaia di pensieri le ronzano in testa minacciando di distoglierla dal
momento magico che sta vivendo, forse vale la pena di chiudere gli occhi,
lasciarsi andare e mandare al diavolo la logica. Dopo tutto, la logica non sa
quello che desideri e che quello che conta, alla fine, è l'amore. Vero, puro,
necessario. Come il loro.
L’istante perfetto è un romanzo per ragazzi scritto dallo stesso autore di Tredici. È la storia di Sierra, che con i propri genitori lavora presso l’azienda di famiglia, che ha un vivaio di alberi di Natale. Proprio durante il periodo di Natale la famiglia si sposta dall’Oregon in California per la vendita degli alberi. La vita di Sierra quindi si snoda tra queste due località, una dove trascorre tutto l’anno e l’altra dove si reca solo per un mese, dal giorno del Ringraziamento fino al giorno di Natale. E fin qui sarebbe una storia che forse non ci coinvolge molto, è semplice routine di una adolescente che è divisa tra la vita normale e quest’unico mese in cui deve mollare tutto, recarsi a chilometri e chilometri di distanza, attivare la didattica a distanza (qui devo ammettere che l’autore forse ci aveva visto lungo…) e passare le sue giornate a lavorare al vivaio. In realtà questa è solo la cornice di una storia che ha invece tanti spunti. Sierra ha 16 anni e come ogni adolescente che si rispetti ha amici e una vita sociale fatta di feste e giorni a scuola; poi c’è la parte affettiva, è una ragazzina che sta crescendo e che vede nascere i primi amori. In California, Sierra incontra un ragazzo che sconvolge i suoi piani: Caleb. Egli riesce a conquistare il suo cuore, ma ogni bella storia ha anche il suo lato di “tragedia”. Infatti Caleb ha un passato o meglio un episodio del passato che pesa ancora sul suo presente. E detto così sembra ancora un romanzo come tanti, può sembrare quasi banale: la storia di due sedicenni che si innamorano, che incontrano qualche ostacolo sulla loro strada e che insieme cercano di superarlo. In realtà c’è un po’ di più, perché, oltre alla narrazione dell’innamoramento, del primo amore, c’è soprattutto il fatto di porre l’attenzione sul contesto sociale. Caleb è perseguitato da quello che è successo nel suo passato perché quell’unico episodio è stato raccontato, riportato, infiocchettato ed è diventato un pettegolezzo. Da quel pettegolezzo sono nati tanti pregiudizi, preconcetti, che hanno limitato la vita di Caleb e che rischiano di soffocare anche il sentimento tra Caleb e Sierra.
Ancora
una volta Jay Asher, nel suo romanzo, affronta un tema delicato del mondo degli
adolescenti: il pettegolezzo che ferisce. Una espressione del bullismo. Questo
raccontare in giro un vecchio episodio al fine di emarginare Caleb non è altro
che una forma di bullismo. L’autore non narra questo argomento con crudezza
come veniva affrontato nel precedente romanzo Tredici (che io ho amato alla follia), ma l’atmosfera di emarginazione
mette in evidenza come sia preferibile dare credito a un pettegolezzo e non ci
si prenda la briga di andare alla ricerca della verità. Sierra invece non si
accontenta di quello che ha sentito, non demorde, è lì che indaga, che chiede,
certo con un po’ di paura e di titubanza, ma alla fine affronta Caleb e cerca
di portare avanti invece la realtà dei fatti, soprattutto mettendo in evidenza
il fatto che Caleb si sia riscattato da quel brutto momento che ha passato.
Anche in questo romanzo Jay Asher ha puntato molto sulla dinamica sociale e lo ha
fatto in un modo molto vicino al mondo degli adolescenti. Ho trovato infatti
che questo romanzo sia un libro adattissimo a un pubblico adolescente.
Ancora
una volta, come mi era accaduto durante la lettura di Tredici, il romanzo mi ha coinvolta e trovo che sia in grado di
portare i giovani lettori e le giovani lettrici a riflettere sull’importanza
delle parole, sul giusto peso da dare alle cose che ci vengono riferite, ma
anche sull’importanza dei gesti. Mette in evidenza quanto sia difficile guadagnare
nuovamente la fiducia degli altri una volta che la si perda, quanto sia
importante lavorare sodo e soprattutto avere vicino degli amici veri, capaci di
sostenerti, di aiutarti, di confortarti. Amici veri che siano anche capaci di
farti guardare le cose nella giusta prospettiva o quanto meno da un altro punto
di vista.
Con questa lettura partecipo alla rubrica L’angolo vintage. Questo libro infatti era nella mia libreria già da un po’ di tempo, grazie a Dolcissima che mi ha regalato il cartaceo. So che anche lei lo ha letto, ma forse non abbiamo la stessa visione su questo romanzo. A me è piaciuto, mentre so che Dolci ne è rimasta delusa.
Come
a volte accade, ho letto questo romanzo sul cartaceo mentre ne seguivo la
lettura con Audible. Mi piace sperimentare questo modo di leggere perché mi
permette di immergermi completamente nella storia. Questo però accade quando il
lettore o la lettrice hanno una bella voce e sono bravi a rendere
l’intonazione. In questa occasione, ho trovato nella lettura di Audible una
difficoltà a mantenere il ritmo: ci sono infatti pause tra una frase e l’altra
che non hanno ragione di essere, mentre tra un paragrafo e l’altro, quando
magari la pausa era necessaria per il variare della scena, questa non veniva
fatta. In poche parole, il ritmo della storia in alcuni momenti rimane falsato,
facendo perdere il pathos del racconto. Di per sé, la voce narrante era brava
perché non ha fatto errori di lettura, ha solo reso la lettura un po’ più
stentata.
Ciao! Credo che potrebbe interessarmi, anche se non ho letto niente di quest'autrice!
RispondiEliminaè un autore maschio, secondo me anche bravo a raccontare le dinamiche adolescenziali
EliminaIo devo ancora leggere Tredici🙈
RispondiEliminaPer me Tredici è bellissimo
EliminaIo e Asher non andiamo d'accordo
RispondiEliminaio ho paura a leggere i libri di asher, non sono certa facciano per me
RispondiEliminaE' un libro che mi piacerebbe leggere e da poter magari girare ai miei alunni
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