Recensione: Un intero attimo di beatitudine di C. H. Parenti
Autore: C. H. Parenti
Titolo: Un intero attimo di beatitudine. A
diciotto anni, l’amore può cambiare tutto. In un solo, indimenticabile istante
Editore: Dea Planeta Libri
Data di pubblicazione: 26 marzo 2019
Pagine: 383
Arianna Brandi non è certo una ragazza che
passa inosservata: capelli rossi come il fuoco e occhi pieni di rabbia. La
rabbia di chi ha già perso tutte le cose che contano davvero: la famiglia,
l’innocenza, la voglia di credere nel futuro. Infatti, da quando il padre se
n’è andato, sparito nel nulla senza lasciare traccia, la vita di Arianna non è
stata più la stessa. Qualcosa si è spezzato e lei ha cercato rifugio nelle
compagnie sbagliate, tra alcol, feste e notti infinite. Le cose cambiano il
giorno in cui Arianna viene bocciata e la madre la costringe a lavorare nel bar
di un piccolo paese alle porte di Siena. Per Arianna quello è l’inferno,
l’estate peggiore che possa immaginare. Almeno fino al momento in cui incontra
Daniel. Lui è tutto ciò che Arianna non è: timido, riservato, serio. Se ne sta
seduto in un angolo del bar con una vecchia macchina fotografica tra le mani,
sempre solo. Tra i due l’amore scoppia come una scintilla inaspettata,
sorprendente. Lui la trascina nel suo universo misterioso, lei trova il modo di
ricucire i pezzi della propria vita. Daniel sembra essersi materializzato dal
nulla per salvarla, per portarla via sul suo cavallo bianco come un cavaliere
dall’armatura scintillante. Eppure Arianna non sa che il ragazzo che le ha
rubato il cuore nasconde un segreto. E che, forse, sarà lei a salvare lui. Una
storia romantica sull’amore e sulle seconde possibilità. Quelle che la vita ci
regala, sempre e comunque.
Ci sono romanzi talmente belli che, quando termini la lettura, rimani bloccato. Vorresti dire tante cose e invece non riesci a dire nulla… Ho guardato il foglio bianco non so per quanto tempo, prima di riuscire a mettere nero su bianco le mie emozioni e le mie sensazioni. Una recensione che sarà soprattutto di “pancia”, ovvero poco ragionata.
Avevo questo romanzo da un tempo infinito… Lo avevo preso digitale il giorno dell’uscita, ma dopo qualche mese lo ho preso cartaceo, attratta dalla copertina che mi ha subito conquistata. Purtroppo lo avevo messo sullo scaffale e avevo atteso il momento giusto... rimandando ogni volta la lettura, tanto che alla fine ho smesso di scriverlo in tbr.
Un intero attimo di beatitudine è un romanzo young adult, tutto italiano, e questa cosa mi è piaciuta tanto! La Parenti ha ambientato questa storia in Toscana, in un piccolo paesino vicino a Siena. I giovani protagonisti vivono la vita quotidiana in una piccola cittadina, dove tutti sanno tutto di tutti, dove non esistono segreti, dove i pettegolezzi corrono che è una meraviglia, dove rischi di incappare nella tua prof di inglese ogni secondo (non solo a scuola!!!). Ho trovato questa scelta molto verosimile e ho apprezzato molto il modo in cui si è svolta tutta la narrazione.
Cerchiamo di “fare ordine”… Parto parlando
del mio personaggio preferito: la prof di inglese, la Beiste. Sarà che sono di
parte, ma mi sono trovata a dire: e ce ne fossero di più di prof così! Una insegnante
che non si limita a trasmettere nozioni, ma che cerca di incoraggiare,
supportare, fare iniezioni di autostima a tutti, una insegnante che se la
prende maggiormente con i più fragili e non li molla facendo sentire la propria
presenza, che a volte gli adolescenti scambiano per invadenza, ma che in realtà
è un discreto aiuto, una mano tesa affinché il giovane in questione capisca il
proprio valore.
La Beiste fa un profondo respiro, senza
perdere il sorriso: «Le domande sono scomode, dolorose anche. Ma sono
necessarie per crescere, per sbocciare. Per diventare il meraviglioso fiore che
sei. Ed essere un fiore è una profonda
responsabilità».
C’è poi Arianna. Una tenera dolce ragazza che
ha dovuto affrontare un grande dolore: l’abbandono da parte del padre. Come
ogni ragazza adolescente che si rispetti, a chi darà la colpa della separazione
dei genitori? Chiaramente alla mamma, sì perché Arianna ha un complesso di
Edipo niente male! Il suo papà è perfetto, meraviglioso, l’uomo che ogni donna
dovrebbe desiderare di avere accanto… Non solo dovrà fare i conti con la
separazione, ma arriverà a capire quanto invece quel papà abbia un ruolo determinante
nella separazione.
Elena, la madre di Arianna, è una mamma che
fa la mamma. Urla, rimprovera, punisce, ma è sempre presente, pronta a
raccogliere “i pezzi” in frantumi del cuore e della vita di Arianna. Una mamma
che si arrabbia, che forse sbaglia (anzi sicuramente, perché tutti i genitori
sbagliano), ma che è pronta ad aiutare sua figlia.
Daniel è un gentiluomo d’altri tempi. Un
principe dall’animo gentile. Anche egli ha subito grandi dolori, ha
sperimentato l’abbandono. Sa di non essere stato voluto perché “difettoso”, il
suo cuore malato ha spaventato tutti e si è ritrovato solo e abbandonato, ma per
fortuna ha trovato Cecilia e Marco. Daniel è l’eroe romantico che vive di
poesie… Un ragazzo che è dovuto maturare in fretta e che ha iniziato sin da
subito a dare valore alla vita.
Ci sono poi Carmen e Carlo, che mi hanno
fatto divertire da matti (e spero che la Parenti scriva una novella su questi
due perché sono spettacolari).
Anche i personaggi “negativi” sono ben
trattati e delineati. Max, Patrizio, Baldo e Vanessa sono giovani che non sanno
gestire emozioni e potenzialità, per loro le giornate sono noiose e, per
riempirle, trovano modi alternativi: alcool, sesso e bravate al limite della
legalità. Ragazzi come loro ci sono e spesso ne sentiamo parlare in
televisione. Anche l’uso improprio delle chat e dei social ha la sua importanza
in questa storia.
Più di tutto sono molto belle le tematiche
che questa storia affronta.
Una storia che parla di dolore psicologico derivante dall’abbandono da parte di un
genitore: Arianna sta facendo i conti con la separazione dei genitori e Daniel
con l’essere stato rifiutato dalla madre alla nascita. Dolore fisico: perché
Daniel ha una malformazione e la sua vita è scandita da visite mediche e da un
telefono rosso che potrebbe squillare.
È anche un racconto che parla di amicizia, dell’amicizia vera che non
vuole nulla ma che è un dono, dell’amicizia che è sostegno, aiuto,
collaborazione e divertimento. Carlo e Carmen sono questo tipo di amicizia, che
si contrappone all’amicizia che deriva da altro, da opportunismo, dalla noia.
C’è poi la tematica dell’amore e di tutte le sue sfaccettature: dell’amore malato che
risolve tutto con la violenza e con il sesso, di quello dei genitori verso i
figli, genitori che sono pronti a tutto, anche a soffrire, e dell’amore romantico.
Del tutto inconsapevolmente, Daniel e io
siamo riusciti a compiere un piccolo miracolo: abbiamo ricordato al mondo che
l’amore esiste ed è magnifico.
Durante tutto il romanzo mi è veramente
piaciuta la crescita di Arianna. Da ragazzina egoista, ribelle, arrabbiata con
tutto e con tutti, in lotta con la madre, a giovane donna, capace di empatia
sia verso Daniel sia verso la propria madre, capace di mettere ordine nella confusione
totale in cui era sprofondata.
Crescere è difficile, è il caos della
vita che ci trascina nella sua danza, in quel moto continuo in cui si procede,
si sbaglia, si chiede scusa, si torna indietro, si incassa, si ricorda l’errore
e se ne fa tesoro per cercare di non ripeterlo.
Ho riempito questo volume di post-it segnapagine e di sottolineature, ogni frase mi ha fatto pensare e riflettere. Ho trovato molti spunti per fermarmi un attimo e per guardare la situazione con gli occhi ora di Arianna, ora della mamma, ora della Beiste, ora di Daniel.
Ultima nota: ho amato tutti i riferimenti letterari che sono presenti nel romanzo, ma soprattutto tutte le poesie di Emily Dickinson. Piccole perle che impreziosiscono la storia, che la arricchiscono dando la chiave di lettura e la giusta risonanza emotiva.
È sicuramente un romanzo che fa male, capace di sorprenderti proprio all’ultimo, quando mi sono ritrovata a piangere senza accorgermi delle lacrime che rigavano il mio viso. Un romanzo che ti lascia tanto, che ti fa vivere molte emozioni. Al termine della lettura l’ho definito “devastante”, perché avevo dentro una ridda di emozioni (che ho ancora).
Conoscevo già l’abilità narrativa della
Parenti perché avevo letto i suoi romanzi editi per Rizzoli nella collezione
YouFeel, ma in questo libro ho trovato una autrice completa, capace di
emozionare, di divertire. Una scrittrice che sa fare riflettere su tanti
aspetti e che è stata in grado di “fotografare” le mode e le abitudini dei più
giovani.
Perché l’amore è la storia più bella da
raccontare.
Come dicevo in apertura, questo romanzo stazionava nella mia libreria da tanto tempo. Ringrazio la rubrica Questa volta leggo, che per il mese di febbraio aveva come parola chiave MANI. Sulla copertina ci sono due mani, quindi la scelta è ricaduta subito su questa lettura e ne sono veramente felice.
libro intenso e molto bello
RispondiEliminaconcordo
EliminaMa che bella recensione! Mi hai fatto venire proprio voglia di leggerlo!!!
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