Recensione: Love, theoretically. La fisica dell’amore di Ali Hazelwood

Autore: Ali Hazelwood

Titolo: Love, theoretically. La fisica dell’amore

Editore: Sperling&Kupfer

Data di pubblicazione: 21 novembre 2023

Pagine: 400

Elsie Hannaway è una fisica teorica con una doppia vita: di giorno è una professoressa a contratto che insegna termodinamica nella speranza di ottenere un posto di ruolo, mentre nel tempo libero, dismessi i panni della studiosa, arrotonda il suo misero stipendio lavorando come fidanzata a noleggio e fingendo - meravigliosamente bene - di essere la ragazza perfetta da presentare in famiglia. Tutto procede alla grande, finché all'improvviso i due universi collidono: Elsie, infatti, incontra il fratello maggiore del suo cliente preferito, un certo Jack Smith, tanto attraente quanto arrogante, che - guarda caso - è un fisico sperimentale dal cuore di ghiaccio che ha rovinato la carriera del suo mentore, minando la reputazione di tutti i teorici del mondo. E che, come se non bastasse, è a capo del dipartimento di fisica del MIT, dove Elsie sogna di lavorare da tutta la vita. Il rischio di sabotare per sempre la sua carriera accademica è quindi dietro l'angolo… Ma se finire nell'orbita di un fisico sperimentale la spingesse a mettere in pratica le sue teorie sull'amore?

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Con questo romanzo ho terminato la trilogia dedicata al mondo accademico scritta da Ali Hazelwood.

Ora, non è facile parlare di una serie perché molte impressioni si ripetono e poi si rischia di spoilerare.

Per quel che riguarda questo romanzo c’è qualcosa che si ripete:

- la fluidità dello stile narrativo di Ali Hazelwood. Il romanzo è lungo, ma ha un ritmo vivace, è costellato di colpi di scena e anche di situazioni divertenti che quindi lo fanno scivolare via rapido. Macini pagine e non te ne accorgi. Sei completamente assorbito dalla personalità di Elsie, dai suoi dubbi, dalle sue ambizioni e anche dalla sua vita professionale;

- la tematica di fondo, ovvero il mondo accademico. Anche in questo caso Elsie è una neolaureata che viene “sfruttata” dal suo tutor accademico come insegnante sottopagata, anche se ella sarebbe molto promettente come ricercatrice. La stessa autrice, nella nota al termine del romanzo, scrive che questa è la storia più accademica che abbia scritto, infatti la parte relativa al mondo universitario è molto dettagliata;

- la ship è un Enemy To Lovers. Anche in questo caso Elsie e Jack sono in contrasto, ma la loro relazione si modificherà piano piano.

Allora cosa c’è di nuovo? C’è una storia ben costruita e per nulla scontata, diversa dalle due precedenti, che invece avevano più o meno la stessa struttura. Elsie è una ragazza normalissima, brillante ma anche piena di insicurezze. Ha paura a mostrarsi per quello che è, teme di essere rifiutata e questo la porta a indossare sempre una maschera, veramente più di una. L’incontro con Jack la porta ad abbandonare la facciata che riserva agli altri e a mostrarsi sempre più per quella donna determinata e talentuosa quale è.

Il romanzo è autoconclusivo e, benché ultimo di una serie, è staccato dalle narrazioni precedenti. Ci sono punti di contatto dovuti all’ambientazione e ci sono anche tre diversi momenti in cui vengono citati i personaggi dei due precedenti volumi. Questi camei narrativi non disturbano il piacere della lettura, perché sono inseriti come riferimenti leggeri. Solo la conversazione con Olive potrebbe essere intesa come qualcosa di più strutturato. Infatti, a leggerla nel racconto senza sapere come si sia sviluppato il rapporto tra Adam e Olive, si potrebbe capire poco la scelta di quest’ultima, ma del resto l’autrice ci ha abituato a personaggi sempre un pochino sopra le righe, quindi durante la lettura nemmeno fai caso alla “stranezza” di Olive.

Personalmente ho molto amato il primo romanzo, The love hypothesis, ma anche questo non mi è dispiaciuto. Forse lo ho apprezzato anche di più. Elsie mi è rimasta subito molto simpatica e l’ho sentita molto vicina in alcune situazioni. Con Elsie è scattata subito una sorta di empatia, un contatto a pelle. Dipenderà dal fatto che parla della sua vita da insegnante, dal fatto che ama “Twilight”, ma ancor di più per il fatto che neanche lei apprezza “2001 Odissea nello spazio”!

Una gran bella lettura, che ti lascia pienamente soddisfatta.

 


Nota a margine: Ho letto questo romanzo per il “Bookclub de periferia”. Questa iniziativa, proposta da Lettrici impertinenti, prevede prima la lettura di un romanzo rosa o fantasy e poi una colazione presso una location vicino a Roma. Mi potevo perdere una cosa del genere? Quindi il 23 marzo p.v. alcune blogger, tra cui Federica (ideatrice con la sua socia dell’iniziativa), Dolcissima, Azzurra, io e altre, qualcuna la conosco solo per via dei social e sono felice di poterla incontrare di persona, ci troveremo insieme e parleremo di questo libro. Sono molto curiosa di scoprire cosa ne pensano loro.

 

La serie è così composta:

- The love hypothesis. Il teorema dell’amore (recensione

- Love on the brain. L’amore in testa (recensione

- Love, theoretically. La fisica dell’amore



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