Recensione: Sfida all’ultimo bacio di Anna Premoli

Autore: Anna Premoli

Titolo: Sfida all’ultimo bacio

Editore: Newton Compton editori

Data di pubblicazione: 2 maggio 2022

Pagine: 320

Alicia Garcia e Anderson Douglas provengono da due mondi assolutamente diversi, eppure il loro primo incontro – durante una serata di gala – è destinato a rimanere memorabile. Anderson, rampollo di una potente famiglia della Georgia, è tornato ad Atlanta per presiedere una raccolta fondi al posto del nonno, senatore da decenni, ma al momento fuori gioco per un problema di salute. Alicia invece si è “infiltrata” alla festa per carpire qualche segreto sulla fazione politica avversa. Sulla carta Anderson e Alicia non hanno nulla in comune, anzi sono dichiaratamente nemici. Eppure le loro strade sembrano destinate a incrociarsi in molte altre occasioni. E se alla fine scoprissero che le loro idee non sono così distanti, almeno non su tutto?

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Amo tutte le storie di Anna Premoli, è sempre stata una delle mie ancore di salvezza perché sapevo che potevo contare su una bella storia, frizzante e ironica. Ma…

Eh, sì, c’è un grande ma…

Mentre tutti i romanzi precedenti mi hanno fatto trascorrere ore piacevoli durante la lettura, questo romanzo mi ha annoiata.

Cerco subito di spiegarmi. Fin qui ho letto storie brillanti, dei chick-lit ben costruiti, fatti di dialoghi accattivanti capaci di tenere vivo l’interesse. Soprattutto ho sempre letto di personaggi femminili di un certo spessore. Gli ultimi due romanzi di questa autrice invece sono altro.

Sfida all’ultimo bacio e Tutto troppo complicato sono due romanzi che non riesco ad inquadrare nella produzione di Anna Premoli.

Già in occasione di Tutto troppo complicato avevo espresso la mia “delusione” nel trovarmi davanti una storia con meno mordente, ma, leggendo Sfida all’ultimo bacio (che è il romanzo precedente a quello), devo ammettere che almeno Tutto troppo complicato è leggermente migliore. Sfida all’ultimo bacio è noia pura. Già dalle prime pagine ti accorgi che il ritmo è lento e l’aria generale del romanzo è pesante, quasi stagnante.

Forse l’ambientazione non aiuta. Tutto ruota nel mondo della politica, in piena campagna elettorale, e i due protagonisti sono i paladini dei contrapposti schieramenti.

Forse non aiuta nemmeno il fatto che sia ambientato nel 2020 e che spesso venga ripetuta questa data e tutta la situazione pandemica. Come per ogni romanzo della Premoli, si vede che c’è un grande lavoro di documentazione. I riferimenti politici e sociali che hanno caratterizzato l’America nel 2020 sono precisi. Si sente il clima generale che si viveva in quel periodo, anche se noi lo vivevamo solo attraverso le informazioni dei telegiornali. Ma, forse, in un romanzo rosa ci voleva un po’ più di leggerezza.

Non mi è per niente piaciuta la figura femminile, Alicia, determinata solo a dare battaglia politica, ma la sua determinazione e la sua fede politica coincidono rendendola antipatica, mentre Anderson, per quanto sfrontato, ha sicuramente la mia simpatia.

Come se tutto quanto fin qui detto non bastasse, aggiungiamo un finale che sembra quasi attaccato lì solo per dare il contentino del lieto fine. Sembra quasi un “toppa” per chiudere lì la storia.

Cosa salvo di questo romanzo? La capacità narrativa di Anna Premoli. Non si può negare che i romanzi nati dalla sua penna siano scritti bene. Il suo stile narrativo qui ha perso un po’ di smalto, ma tutta la storia è ben scritta. La struttura e l’ambientazione sono ben organizzate, i riferimenti storici e culturali sono puntuali. Peccato manchi la vivacità, che è la caratteristica che preferisco nei romanzi di questa autrice.

Mi avevano avvisato che questo romanzo mi avrebbe deluso, ma ho voluto leggerlo.

Sinceramente, se volete leggere qualcosa di questa autrice, potrei consigliarvi altri romanzi, ma questo lasciatelo stare.






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