Recensione #40: Proibito leggere di Alan Gratz


Autore: Alan Gratz

Titolo: Proibito leggere

Editore: Mondadori

Data di pubblicazione: 17 settembre 2019

Pagine: 243

Amy Anne ha nove anni, obbedisce sempre ai genitori, non si lamenta mai e non dice mai la sua. Ma quando alcuni libri, tra cui il suo preferito - quello che ha già letto tredici volte e non si stancherebbe mai di rileggere -, vengono banditi dalla biblioteca della scuola perché accusati da una mamma di essere inappropriati, Amy Anne capisce di non poter restare ferma a guardare. Leggere tutti i libri messi all'indice vorrebbe essere il suo silenzioso gesto di protesta, ma altri compagni si uniscono a lei e in breve tempo si trova a gestire segretamente nel suo armadietto una Biblioteca dei Libri Banditi. Quando viene scoperta, Amy Anne e i suoi amici decidono di non arrendersi e contrattaccare: in fin dei conti, una volta che hai bandito un libro puoi bandirli tutti. Un inno contro ogni censura e in difesa del diritto alla lettura libera e consapevole.




Proibito leggere è un romanzo per ragazzi con un tema importantissimo, la libertà di leggere quello che preferiamo.

Amy Anne scopre che qualcuno ha tolto dagli scaffali della biblioteca scolastica il suo romanzo preferito, scopre che un genitore ha addotto una scusa per far sì che alcuni romanzi siano banditi dalla biblioteca.

«Secondo me, le biblioteche dovrebbero essere posti in cui si possono trovare libri di ogni tipo: belli, brutti, divertenti, seri…»

Amy Anne ama leggere ed è fermamente convinta che leggere sia un diritto fondamentale per ogni ragazzo; così fa in modo di reperire i libri proibiti e inizia a gestire una “biblioteca clandestina”. Tutto sembra filare liscio, ma le difficoltà sono lì in agguato, pronte a saltarle addosso come belve feroci.

Leggendo la storia di Amy Anne e dei suoi compagni di scuola, abbiamo l’occasione di far capire a tutti i giovani lettori quanto sia importante leggere, perché leggendo impariamo a formarci idee personali. Leggere apre la mente. Questo romanzo ci dà anche l’occasione per parlare di diritti ineludibili, come quelli sanciti dalla Carta dei Diritti (i primi dieci emendamenti della Costituzione Americana). Queste libertà valgono per tutti gli uomini perché sono diritti naturali che molti Paesi riconoscono ai propri cittadini. Tutto ciò mi ha fatto pensare che questo romanzo potrebbe essere letto in classe con i ragazzi della scuola primaria, perché è un valido punto di partenza, offre spunti importanti per parlare di libertà, di diritti e doveri, di giustizia, di regole e di rispetto. Sarebbe un ottimo testo di Cittadinanza Attiva. Un testo che i ragazzi anche di classe quarta, quindi parliamo di ragazzini di nove anni (come i protagonisti del romanzo), possono comprendere. Il libro tratta temi fondamentali con parole semplici, con capitoli non troppo lunghi. Amy Anne e i suoi compagni sono bambini con le loro paure, le loro insicurezze, ma anche con le loro passioni e i sogni da realizzare.

Una cosa su tutte mi è piaciuta tanto, la crescita emotiva della protagonista: da bimba timorosa, quasi passiva, quella che non vuole fare nulla per dare dispiacere ai genitori o ai professori, a ragazzina che difende i propri diritti in modo deciso, seguendo le regole. È vero che inizialmente non è proprio così rispettosa delle regole, ma, appena comprende quanto sia importante seguire le giuste procedure, cerca di difendere le proprie idee nel modo corretto.

Ben delineate sono anche le figure degli adulti; i genitori di Amy Anne sono persone a cui sta a cuore il bene della figlia, le stanno vicino e la guidano. Certo, come tutti i genitori commettono errori, ma sono sempre mossi dal bene che vogliono alla loro figliola. Una figura che mi è piaciuta molto è la bibliotecaria della scuola (anche per i suoi vestiti a pois!). E sì, persino la signora Spencer mi è alla fine risultata simpatica; se è vero che ha avanzato la pretesa di eliminare i libri dalla biblioteca, lo ha fatto solo perché aveva veramente paura che potessero nuocere.



Proibito leggere è un libro che andrebbe regalato ai nostri bambini, meglio ancora andrebbe letto con loro per accogliere le loro domande e spiegare loro come ci si dovrebbe relazionare in una società civile.

«… È nostro compito, in qualità di educatori, far entrare in contatto i nostri alunni con il maggior numero di libri e punti di vista. Il che significa lasciarli leggere testi troppo facili o troppo difficili, che li mettano alla prova o che li intrattengano soltanto. E sì, significa lasciare che i bambini leggano libri che contengano pareri che non condividiamo e lasciare che si formino una propria opinione a riguardo, il che può fare davvero paura, ma è l’essenza di un buon metodo educativo.»

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