Lettura con il figlio #6: Il barone rampante di Italo Calvino


Anche durante queste vacanze di Natale Miki aveva da leggere un romanzo. Questa volta la professoressa ha assegnato loro un grande classico della nostra letteratura moderna, un autore non proprio di facile lettura: Italo Calvino. Personalmente di Calvino avevo letto Lezioni americane, ma sono tutt’altra cosa rispetto a questo romanzo, che devo dire mi ha piacevolmente sorpreso. Quando ho chiesto a Miki quale titolo la professoressa avesse assegnato, ho risposto dicendo che finalmente avrei letto questo libro che avevo in libreria da più di vent’anni. Infatti questa edizione mi fu regalata da un amico nel lontano 1997. Non ho mai trovato il coraggio, o la forza, di leggerlo. Di nuovo, questa “Lettura con il figlio” mi permette di leggere romanzi che in altri casi non avrei mai letto. Questa volta sembra che la storia di Calvino sia riuscita a coinvolgere anche Miki.



Autore: Italo Calvino

Titolo: Il barone rampante

Editore: Mondadori

Data di pubblicazione: 1 maggio 1993

Pagine: 263

Un ragazzo sale su di un albero, si arrampica tra i rami, passa da una pianta all'altra, decide che non scenderà più. L'Autore di questo libro non ha fatto che sviluppare questa semplice immagine e portarla alle estreme conseguenze: il protagonista trascorre l'intera vita sugli alberi, una vita tutt'altro che monotona, anzi: piena d'avventure e tutt'altro che eremita, però sempre mantenendo tra sé e i suoi simili questa minima ma invalicabile distanza. Ne è nato un libro ... che sfugge a ogni definizione precisa, così come il protagonista salta da un ramo di leccio a quello d'un carrubo e resta più inafferrabile d'un animale selvatico. Il vero modo d'accostarci a questo libro è quindi quello di considerarlo una specie di Alice nel Paese delle meraviglie o di Peter Pan o di Barone di Münchhausen, cioè di riconoscerne la filiazione da quei classici dell'umorismo poetico e fantastico.



Un libro, due opinioni. In azzurro il punto di vista di Miki, in verde il mio.



Nelle domande 3, 5, 6, 11 e 14 c’è rischio spoiler!



1.                 Ti è piaciuto il libro?



Molto, tranne gli ultimi capitoli.



Sì. Ne sono rimasta piacevolmente sorpresa.



2.                Che emozioni ti ha fatto provare la lettura?



È stato un bel passatempo.



Mi sono divertita.



3.                Cosa pensi dei protagonisti?



Il protagonista è Cosimo e mi è stato subito abbastanza simpatico. È un po’ testardo e l’ho sentito molto vicino, specie quando scopre che la donna che ama (Viola) non è fedele solo a lui. Biagio non lo ho realmente compreso, è più un personaggio marginale. È importante come narratore. Mi è dispiaciuto per lui quando, vicino al letto di morte della madre, capisce che la mamma era sempre molto legata a Cosimo.



Qui il discorso è piuttosto complesso. Cosimo è il ribelle di casa, quello che fa la pazzia e sale sugli alberi e già per questa sua voglia di autoaffermarsi mi sta simpatico. Biagio è protagonista di riflesso, è colui che narra la storia del fratello, ma, parlando delle gesta di Cosimo, fa trapelare il suo forte legame con quest’ultimo e anche con la famiglia. Non abbandona mai il fratello, anche se non lo segue. Mi piace molto Biagio, è timoroso, ma gentile e di buon cuore.



4.                Con quale personaggio sei entrato maggiormente in empatia?



In realtà con nessuno, ma solo alcuni episodi li ho sentiti molto vicini.



Forse Biagio, ma credo di non aver provato un tale coinvolgimento per nessuno dei personaggi. La Generalessa mi faceva pena per certi versi, per altri mi è piaciuto il suo comportamento: seguiva il figlio da lontano. Era preoccupata, ma non ha mai voluto imporgli limiti.



5.                Quale personaggio avresti preso a “sberle”?



Nessuno, forse Cosimo perché è il ribelle della situazione. Però sono tutti simpatici.



La sorella: Battista. Mi è stata antipatica fin da subito. Oddio, anche Viola non è questa gran donna simpatica, è egoista e altezzosa. Vuole essere sempre libera di comandare lei, odia le imposizioni, ma è quella che le vuole dare agli altri.



6.                Cosa pensi della figura degli adulti?



Ho provato un po’ di pena per i genitori di Cosimo, perché il figlio si è ribellato alle loro regole.



Sinceramente gli adulti qui sono tanti e tutti con delle caratteristiche ben precise. Certo, non dobbiamo dimenticare che è ambientato alla fine del 1700, siamo ancora nel periodo della Corte francese e ben presto arriveranno la rivoluzione e Napoleone. Quindi il comportamento degli adulti ha delle “regole” da seguire. Come ho detto, mi è piaciuta la Generalessa, che a dispetto del soprannome ha invece mostrato di avere una natura materna e amorevole. Si preoccupa che il figlio riesca a sopravvivere e che sia al riparo, lo segue da lontano aiutata da Biagio, ma non impone disciplina né limitazioni. Il Barone Arminio, il padre, ha tutte le caratteristiche del nobile del tempo. È preoccupato del nome del casato, quindi un figlio del genere (degenere) può solo portare disgrazia. Certo, però, anche lui è preoccupato per la sorte di quel ragazzo ribelle.



7.                 Come hai trovato lo stile dello/della scrittore/scrittrice?



È stato molto piacevole, mi sono divertito molto. Tranne i capitoli in cui parla della guerra, ho letto con piacere tutto il romanzo. Però un po’ mi ha ricordato la storia di Tarzan.



Molto scorrevole. Ha scritto una storia che ha un buon ritmo, non ti annoi. Tranne il primo capitolo, che poi è una sorta di introduzione, tutta la storia scivola via. Le descrizioni sono puntuali e precise, ma non pedanti.



8.                Quale aggettivo descrive meglio il libro?



Leggero.



Divertente.



9.        Quante stelline gli dai?



Cinque.



Quattro.



10.            Consiglieresti ai tuoi amici di leggerlo?



Sì, è uno dei pochi libri che ho letto per scuola e che comunque consiglierei ai miei amici.



Penso proprio di sì. A me fu consigliato e mi spiace non averlo letto in precedenza, quindi sì, lo consiglio. È un buon libro della nostra letteratura.



11.             C’è un episodio che ti ha colpito maggiormente?



L’episodio di Gian dei Brughi, è talmente surreale che mi è rimasto impresso. Un bandito che per tutta la sua vita ha fatto scorribande e alla fine si appassiona ai libri e alle storie di avventure. Trovo sia un cambiamento molto difficile da avverarsi, ma dimostra anche che le persone possono modificare i loro atteggiamenti.



Ci sono tanti episodi carini, tutti incentrati sulle gesta tra gli alberi di Cosimo. Mi è piaciuto l’incontro con gli spagnoli esuli, ma anche il racconto delle sue imprese galanti. Però forse mi è piaciuto di più quando Cosimo fa il filosofo e con la sua Viola parla di cosa sia l’amare. Alla domanda 13 infatti inserirò una citazione proprio riferita ai loro discorsi sull’amore.



12.            Cosa ti ha insegnato/trasmesso questo libro?



Non saprei.



Non saprei. Forse è un po’ lontano per cercare di trovare un messaggio preciso. Se ci penso, un po’ mi viene in mente che vuol farmi guardare in modo diverso gli atteggiamenti dei ragazzi: quello che per noi è un atto di ribellione, per loro è solo voglia di autodeterminarsi.



13.            Citazione preferita?



Nessuna frase mi ha colpito e quella riportata di seguito, scelta da mamma, non mi è piaciuta.



-         Perché mi fai soffrire?

-         Perché ti amo.

Ora era lui ad arrabbiarsi: - No, non mi ami! Chi ama vuole la felicità, non il dolore.

-         Chi ama vuole solo l’amore, anche a costo del dolore!



14.            Il finale ti è piaciuto?



Ho trovato il finale in linea con il romanzo, mi è piaciuto.



Il finale mi ha un po’ deluso; sinceramente non so neanche io bene cosa mi aspettassi, ma sinceramente trovare il Barone Cosimo di Rondò vecchio e decrepito un po’ mi è dispiaciuto.



Ancora una volta mi viene voglia di ringraziare la professoressa di Miki per avermi fatto leggere romanzi interessanti. Ho voglia anche di ringraziarla perché questa abitudine di leggere insieme è un modo per avere un punto di contatto con un figlio. Gli adolescenti da una parte vorrebbero sfuggire le regole e i rapporti con i genitori, dall’altra invece sono alla ricerca di attenzione e coinvolgimento. Leggere insieme ci unisce e ci permette un confronto a un livello neutrale. Non siamo due persone in lotta, ma due persone che ragionano insieme di idee e concetti. Mi piace sempre più questo appuntamento con Miki e già sono in attesa del prossimo libro da leggere insieme.

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