Recensione #53: Una volta è abbastanza di Giulia Ciarapica
Autore: Giulia Ciarapica
Titolo: Una volta è abbastanza
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: 2 aprile 2019
Pagine: 366
L'Italia è appena uscita
dalla guerra. A Casette d'Ete, un borgo sperduto dell'entroterra marchigiano,
la vita è scandita da albe silenziose e da tramonti che nessuno vede perché a
quell'ora sono tutti nei laboratori ad attaccare suole, togliere chiodi, passare
il mastice. A cucire scarpe. Annetta e Giuliana sono sorelle: tanto è
eccentrica e spavalda la maggiore - capelli alla maschietta e rossetti vistosi,
una che fiuta sempre l'occasione giusta - quanto è acerba e inesperta la
minore, timorosa di uscire allo scoperto e allo stesso tempo inquieta come un
cucciolo che scalpita nella tana, in attesa di scoprire il mondo. Nonostante
siano così diverse, l'amore che le unisce è viscerale. A metterlo a dura prova
però è Valentino: non supera il metro e sessantacinque, ha profondi occhi scuri
e non si lascia mai intimidire. Attirato dall'esplosività di Annetta, finisce
per innamorarsi e sposare Giuliana. Insieme si lanciano nell'industria
calzaturiera, dirigendo una fabbrica destinata ad avere sempre più successo.
Dopo anni, nonostante la guerra silenziosa tra Annetta e Giuliana continui, le
due sorelle non sono mai riuscite a mettere a tacere la forza del loro legame,
che urla e aggredisce lo stomaco. Giulia Ciarapica ci apre le porte di una
comunità della provincia profonda: tra quelle colline si combatte per il
riscatto e tutti lottano per un futuro diverso. Non sanno dove li porterà, ma
hanno bisogno di credere e di andare.
Una
volta è abbastanza è un romanzo “familiare” di Giulia Ciarapica.
Ci presenta la storia di una famiglia di un borgo marchigiano attraverso il
racconto della vita di Annetta e Giuliana. La Ciarapica ci illustra i
cambiamenti della società e anche della mentalità, ci parla di un mondo che si
sta risollevando dopo la seconda guerra mondiale.
L’autrice è riuscita
a rendere chiaro il quadro storico, il costume, le usanze, la vita nel piccolo
paese (fatta anche di chiacchiere e pregiudizi) scrivendo dell’evoluzione di
una famiglia come tante, soprattutto parlando attraverso la vita di due ragazze
completamente diverse. Annetta è una donna libera, irruente, mentre Giuliana è
una donna decisa sì, ma anche arrendevole. Giuliana è impulsiva, ma sa anche
molto ragionare. Il rapporto tra le due donne è bellissimo, sono in conflitto,
eppure nel momento del bisogno ci sono l’una per l’altra.
Verso queste due
donne ho avuto sentimenti contrastanti. Da una parte mi piace molto lo spirito
ribelle di Annetta, che ha preferito rimanere sola, anzi che si è comportata
quasi da “uomo”, piuttosto che sentirsi imbrigliata, specie in una società come
quella del dopoguerra. Anche Giuliana mi piace molto, benché in alcuni momenti
non abbia apprezzato il suo modo di fare, specie nei confronti della seconda
figlia Gianna. Quest’ultima credo sia la mia figura preferita. È una ragazzina
che vorrebbe solo un po’ di apprezzamento dalla madre, una madre che invece non
riesce a vederla.
Chi proprio non ho
sopportato è Valentino. (Spoiler: non evidenziate se non avete letto il
romanzo) Già il fatto che, dopo aver lasciato Annetta, si metta con Giuliana è
tutto un programma. Valentino ha la mentalità tipica di quel tempo, quando
agli uomini era permesso tutto. Benché sia sposato, lui può avere tante
avventure, dice che quelle scappatelle non contano perché poi tanto torna a
casa. Giuliana ha saputo affrontarlo, ma ha continuato ad accettare le sue
fughe. Valentino è convinto che basti dare alla famiglia un po’ della sua
presenza e le comodità, ma non si accorge che sarebbe meglio dare anche un po’
di sentimento. Ecco, tutto il sentimento da dare alla famiglia è compito di
Giuliana, la quale non è che dia tanto affetto, ma almeno è una mamma che cerca
di essere presente.
Ci sono poi tanti
altri personaggi che arricchiscono questo racconto, ognuno con il suo vissuto
fatto di sacrifici e di conquiste.
Ciò che veramente ho apprezzato di questo romanzo è
l’autenticità. Solo quando al termine della lettura ho scritto a Giulia, ho
capito perché questo libro mi ha fatto tanto battere il cuore: è una storia
vera e la Ciarapica è riuscita a trasmetterla in modo magistrale. Non è una
lettura che puoi fare con leggerezza, ma è sicuramente una lettura che ti
coinvolge. Benché vorresti leggerla in ogni attimo in cui hai tempo libero, sai
che, per leggerla veramente, devi avere la mente libera davvero. Un momento
tutto tuo per catapultarti in un tempo lontano e in un paesino sconosciuto.
A dire il vero, non
posso riportare cosa ho scritto a Giulia perché sarebbe uno spoiler troppo
grande, ma, appena letta l’ultima parola, ho sentito un tonfo al cuore. Per
fortuna Giulia mi ha rassicurata che ci sarà un seguito, perché non avrei
sopportato di non sapere…
Ringrazio la Casa
Editrice per avermi omaggiata della copia cartacea del romanzo.
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