Recensione #51: Ti regalo le stelle di Jojo Moyes
Autore: Jojo Moyes
Titolo: Ti regalo le stelle
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 8 ottobre 2019
Pagine: 408
1937. Quando Alice Wright
decide impulsivamente di sposare il giovane americano Bennett Van Cleve,
lasciandosi alle spalle la sua famiglia e una vita opprimente in Inghilterra, è
convinta di iniziare una nuova esistenza piena di promesse e avventure nel lontano
Kentucky. Presto però le sue rosee aspettative e i suoi sogni di ragazza si
scontrano con una realtà molto diversa. Costretta a vivere sotto lo stesso
tetto con un suocero invadente, il dispotico proprietario della miniera di
carbone locale, Alice non riesce a instaurare un vero rapporto con il marito e
le sue giornate diventano sempre più tristi e vuote. Così, quando scopre che in
città si sta costituendo un piccolo gruppo di donne volontarie il cui compito è
diffondere la lettura tra le persone disagiate che abitano nelle valli più
lontane, lei decide con entusiasmo di farne parte. La leader di questa
biblioteca ambulante a cavallo è Margery O'Hare, una donna volitiva, libera da
pregiudizi, figlia di un noto fuorilegge, una donna autonoma e fiera che non ha
mai chiesto niente a nessuno, tantomeno all'uomo che ama. Alice trova in lei
una formidabile alleata, un'amica su cui può davvero contare, specie quando il
suo matrimonio con Bennett inizia inevitabilmente a sgretolarsi. Altre donne si
uniranno a loro e diventeranno note in tutta la contea come le bibliotecarie
della WPA Packhorse Library. Leali e coraggiose, cavalcheranno libere sotto
grandi cieli aperti e attraverso foreste selvagge, affrontando pericoli di ogni
genere e la disapprovazione dei loro concittadini per portare i libri a persone
che non ne hanno mai visto uno, allargando i loro orizzonti e cambiando la loro
vita per sempre. Ispirato a una storia vera, "Ti regalo le stelle" è
una dichiarazione d'amore per la lettura e i libri.
Decisamente
questa è la Moyes che preferisco!
Ti
regalo le stelle è la storia di sei donne forti. È vero che
le principali protagoniste sono Margery e Alice, ma tutte le altre, Beth, Izzy,
Kathleen e Sophia, sono legate da una forte amicizia fatta di affetto, ma anche
condivisione. Sono una squadra e come tale affrontano ogni evento insieme,
sostenendosi, confortandosi, ma anche incoraggiandosi l’un l’altra. E di
avversità ne dovranno affrontare tante. Il loro progetto, far vivere e
prosperare la biblioteca itinerante, le spinge a dare sempre il massimo.
A differenza di casa Van
Cleve, questo piccolo edificio era animato dal fermo proposito di diventare
qualcosa di utile.
Alice è
una giovane donna inglese che, pur di fuggire da una famiglia opprimente, si
sposa con l’americano Bennett. Come ogni ragazza vede in quel matrimonio chissà
quale opportunità. Ma si troverà a fare i conti con la solitudine, con un
marito che non prova gli stessi sentimenti e con un suocero despota e violento.
Così, a poco a poco, si
rese conto di aver semplicemente barattato una prigione domestica con un’altra.
Margery è
quanto di più diverso da Alice. È una donna anticonformista che vuole
affermare, e ci riesce anche bene, la propria libertà e indipendenza.
Chiaramente deve combattere contro una mentalità bigotta, puritana e
maschilista, tipica delle società rurali degli anni Trenta. Tuttavia Margery è
fortunata, può comunque contare sul supporto di amiche vere e di Sven… un uomo
davvero splendido.
Le altre ragazze
ruotano intorno a queste due figure portanti. Ognuna ha uno scopo da
raggiungere, ognuna di loro vuole affermare la propria personalità e, in una
società come quella dei primi anni del Novecento, ognuna di loro deve
contrastare un problema. Eppure nessuna perde di vista il proprio obiettivo.
Jojo Moyes racconta
le storie di queste “pioniere” dell’affermazione della forza delle donne
innestando i loro vissuti nella Storia. L’autrice descrive in modo puntuale
quali erano le convenzioni sociali delle città rurali del Kentucky. Affronta
temi importanti, quali la sottomissione delle donne agli uomini, la
segregazione razziale, la diversità fisica derivata da una malattia. Parla
anche del fatto che le donne fossero ritenute inferiori, pertanto dovevano
sottostare agli obblighi familiari e potevano essere maltrattate, picchiate e
anche abusate da quegli stessi uomini da cui loro si aspettavano protezione.
Con una scrittura
fluida, scorrevole e coinvolgente, la Moyes ci porta in un mondo lontano, come
tempo se ci riferiamo al tempo in cui è ambientato il romanzo, ma per certi
versi ancora molto vicino ai nostri giorni. Quante violenze vengono ancora
subite dalle donne pur di mantenere una facciata di “perbenismo” e
“rispettabilità”? Molto spesso, leggendo questo romanzo, mi sono trovata a
riflettere su quante conquiste sono state fatte finora, ma quante ancora devono
essere fatte… Non sono una femminista, ma sicuramente, in alcuni casi, bisogna
ancora superare preconcetti e pregiudizi, gli stessi dell’inizio del XX secolo.
Un romanzo altamente
consigliato. Una bella storia di amicizia, di determinazione, di perseveranza.
Ringrazio la CE per
avermi omaggiata della copia digitale.
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