Recensione: Sangue inquieto di Robert Galbraith
Autore: Robert Galbraith
Titolo: Sangue inquieto
Editore: Salani Editore
Data di pubblicazione: 25 febbraio 2021
Pagine: 1104
Il nuovo caso arriva nelle mani di Cormoran
Strike in una buia serata d'agosto, davanti al mare della Cornovaglia, mentre è
fuori servizio e sta cercando una scusa per telefonare a Robin, la sua socia.
In quel momento tutto desidera tranne che parlare con una sconosciuta che gli
chiede di indagare sulla scomparsa della madre, Margot Bamborough, avvenuta per
giunta quarant'anni prima. Un cold case più complesso del previsto, con un
serial killer tra i piedi e un'indagine della polizia a suo tempo molto
controversa, fra predizioni dei tarocchi, testimoni sfuggenti e piste
oscuramente intrecciate. Galbraith ritorna con un nuovo, magnetico capitolo
della storia di Robin e Strike, una delle coppie di investigatori più amate di
sempre.
Amo questa serie. Ci metto sempre un po’ a
leggere il nuovo volume, ma quando lo leggo è puro piacere.
Anche con questo quinto episodio della serie
con protagonisti Strike e Robin, Galbraith (ovvero J. K. Rowling) ha fatto
centro.
Come per gli altri volumi della serie, Sangue inquieto è un thriller nel quale
le indagini sono condotte da due detective privati, ma questa volta la
narrazione è leggermente diversa dal solito.
Per leggere questo libro abbiamo assoluto
bisogno di aver letto i precedenti, dobbiamo infatti tenere a mente ciò che è
già accaduto a Robin, ovvero che è diventata socia dell’agenzia, che si è
sposata con Matthew ma che sta affrontando le pratiche del divorzio e che ha
subito un’aggressione durante un’indagine. Importante è conoscere anche il
trascorso di Strike: il suo “odio” verso il padre famoso, il suo legame
sentimentale con Charlotte e il fatto che la sua agenzia sia diventata sempre
più famosa.
Tutte queste premesse vengono spesso
richiamate durante la narrazione.
Infatti, a differenza dei precedenti volumi,
questo è più lento. Serve quasi a inquadrare meglio la situazione, a fare
chiarezza sui vari sviluppi. Per permettersi di sistemare i vari tasselli,
l’autrice ha scelto di impegnare Strike e Robin su un cold case: la scomparsa di una dottoressa avvenuta quarant’anni
prima e rimasta senza soluzione.
Quindi, al fianco delle diverse indagini per
i casi di cui l’agenzia si sta occupando, Strike e Robin si trovano immersi in
vecchi rapporti di polizia sull’indagine in merito alla scomparsa di Margot Bamborough,
una dottoressa che da ragazza si era mantenuta agli studi facendo la
coniglietta in un locale.
Nelle precedenti avventure di Cormoran
abbiamo sempre trovato azione e tanto sangue, ma qui, invece di tanta azione, c’è
molto più lavorio cerebrale. Ci sono indizi che hanno bisogno di essere collegati,
come sempre piccole molliche di pane che la Rowling semina ad arte. Sembrano
nascosti, ma piano piano vengono richiamati all’attenzione, così da permetterti
di seguire il filo delle indagini. Non che tu riesca a trovare la soluzione
prima dei due detective, ma, quando fanno le loro “chiacchierate” di
aggiornamento sul caso, riesci a seguire bene le loro elucubrazioni.
Questo lavoro di deduzione rende la storia
più lenta delle precedenti, più descrittiva, ma allo stesso tempo più
coinvolgente. Tanto che le oltre mille pagine di libro non ti pesano.
Inoltre in questo quinto volume iniziamo a
conoscere meglio i nostri personaggi, ne sappiamo di più sulla loro sfera personale.
Entriamo nel loro intimo, fino ad arrivare a una presa di coscienza che personalmente
aspettavo sin dal secondo libro della serie… [Allerta spoiler: non evidenziate
le parti annerite]
Strike deve fare i conti con le proprie
relazioni familiari: la zia Joan è molto malata e lui dovrà fare la spola tra
Londra e la Cornovaglia; la sorella Lucy gli darà del filo da torcere, perché
Cormoran è sempre più burbero; i fratellastri da parte del padre famoso cercheranno
di coinvolgerlo in una riunione di famiglia; Charlotte cercherà in tutti i modi
di farlo vacillare nel suo intento di tenerla lontana.
Robin invece dovrà fare i conti con una
separazione difficile e con la scoperta che l’ex marito presto diverrà padre e
dovrà dimostrare sempre più di non essere così fragile come tutti credono.
Tema che emerge dalle indagini è la violenza
sulle donne. Si parla di violenza psicologica, violenza sessuale fino ad
arrivare al femminicidio.
Un libro molto complesso, ricco e avvolgente.
Rimani legato alle vicende di Robin, di Margot e anche di Charlotte.
Sono molto soddisfatta di questa lettura
perché mi ha permesso di entrare in maggiore empatia tanto con Strike quanto
con Robin. Mi sono piaciuti molto i richiami ai precedenti romanzi e ho
apprezzato molto la crescita di Robin, sempre più sicura di sé e delle proprie decisioni.
Anche la scelta di trattare il tema della
violenza sulle donne tramite la risoluzione di un caso irrisolto è azzeccata.
Il fatto di lavorare con calma, di prendersi le giuste pause di riflessione e
di fare le deduzioni prestando attenzione alle donne e al periodo della
sparizione di Margot sono decisamente adeguate alla narrazione.
Come sempre la penna di J. K. Rowling è
spettacolare, qualsiasi sia il nome con il quale scrive e qualsiasi sia il
genere del romanzo. Ammetto che forse questa avventura mi è piaciuta più delle
altre per il ritmo rallentato, ma anche per l’analisi della società che se ne
può leggere tra le righe. Un libro dalle tematiche attuali, perfettamente
calato nel nostro presente.
La serie di Cormoran Strike è così composta:
1) Il richiamo del cuculo
2) Il baco da seta
3) La via del male (recensione)
4) Bianco letale (recensione)
5) Sangue inquieto
6) Un cuore nero inchiostro
Ringrazio le mie amiche Dolci, Chiara, Chicca
ed Erica per avermelo regalato lo scorso Natale (quello del 2022), ci ho messo
un po’ a leggerlo, ma meglio tardi che mai!
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