Marzo in libri…


È giunto alla fine anche questo mese, un mese molto particolare dal punto di vista “storico”. Tutta l’Italia si è ritrovata di colpo in una atmosfera post-apocalittica! Ci siamo ritrovati improvvisamente a dover rimanere in casa, a non avere contatti con l’esterno, ognuno “recluso” (passatemi questo brutto termine, ma è così che mi sono sentita io) in casa propria. Eppure in tutto questo qualcosa di positivo io l’ho trovato!

Prima di parlarvi di libri e di letture fatte, vorrei però spendere un paio di parole a favore di una categoria, la mia, troppo spesso trattata male: gli insegnanti!

In questo mese di “sospensione delle attività didattiche” ne ho sentite di tutti i colori, soprattutto ho sentito frasi denigratorie della figura dei docenti. Non lo faccio mai, nemmeno in famiglia, quando mi dicono che il mio “non è un lavoro perché fai fare asticelle ai bambini per quattro ore, poi hai tutto il giorno libero e hai tre mesi di vacanza!”, ma ora voglio farlo. Nessuno si accorge di quanto siano validi e professionali i docenti italiani (di ogni ordine e grado). In questo periodo di isolamento, che purtroppo non è ancora finito, tutti gli insegnanti italiani si sono dati da fare per non far sentire il vuoto, l’isolamento ai propri ragazzi. Dopo un iniziale “spaesamento”, ognuno di noi docenti si è attivato per far arrivare ai ragazzi il nostro supporto attraverso il registro elettronico o attraverso piattaforme didattiche; non li abbiamo abbandonati. Abbiamo creato contenuti didattici di approfondimento/spiegazione che abbiamo inserito nel nostro registro elettronico, ci siamo adoperati per correggere compiti e ci siamo attivati attraverso video-conferenze/video-lezioni per parlare con gli studenti. Non so descrivere quale emozione sia stata per me la prima volta che li ho visti in video-conferenza, la gioia che abbiamo provato nel rivederci e nel sentirci attraverso un video, ma insieme. Abbiamo chiacchierato e mi hanno raccontato le loro sensazioni e le loro paure… Poi abbiamo fatto anche lezione, ma nessuno riconosce ai docenti anche questo ruolo “affettivo”. Gli insegnanti sono un punto di riferimento per i ragazzi e noi docenti non li abbandoniamo mai.

Siamo tutti capaci di ergerci a “giudici” del lavoro altrui, ma forse è il momento di riconoscere i meriti anche a chi il proprio lavoro lo fa con dedizione; parlo non solo dei docenti, ma anche del personale sanitario che in questo momento è in “prima linea”.

Come dico sempre, “siamo tutti CT della Nazionale di calcio dalla poltrona, ma noi lo faremmo davvero così bene?”. Tutti sono diventati insegnanti, tutti hanno puntato il dito contro i docenti perché hanno mandato troppi compiti, perché ne hanno dati troppo pochi, perché non fanno video-lezioni, perché ne fanno troppe e tengono i ragazzi al pc troppo tempo… Non siamo mai contenti! Ma vi posso garantire che i docenti italiani (tutti i docenti italiani) appena è cominciata la situazione hanno iniziato a preoccuparsi, non del programma da finire, ma di come stavano i bambini e di come stessero vivendo questo momento!

Già quando a febbraio iniziavano a circolare notizie allarmanti, ho cercato di rassicurare i miei alunni. Parlo di quello che ho fatto io, ma state pur sicuri che moltissimi docenti hanno fatto come me, ne conosco tanti che sono sparsi in tutta Italia! Ho iniziato a rassicurare gli alunni usando una bella immagine creata dalla maestra Larissa, che ringrazio per averla messa a disposizione di tutti tramite FB.
Immagine presa dal profilo FB di La maestra Larissa
https://www.facebook.com/LaMaestraLarissa/photos/a.105070116212661/2984722891580688/?type=3&theater
 
Perché il lavoro dell’insegnante non termina dopo essere uscito dalla classe. Un docente, appena esce dalla scuola, mentre sta a casa o sta facendo la spesa, inizia a pensare. “Ma domani come glielo posso spiegare questo nuovo argomento?”, “Devo portare a scuola del materiale per spiegare le frazioni”, “Oggi Tizio mi è sembrato strano, devo parlarne con i colleghi, secondo me c’è qualcosa che lo preoccupa”, “A Caio è successo quest’altro, domani a scuola dobbiamo parlarne”, “Li ho visti preoccupati, forse è il caso di discuterne in classe insieme per farli stare sereni”… Il nostro lavoro non conosce sabato, domenica e/o vacanze, perché loro sono parte del nostro mondo, anche quando diventano grandi… Se non siete convinti che io abbia scritto la verità, non mi interessa. Vi garantisco che fare l’insegnante è un lavoro che va ben oltre quello che si vede al di fuori; con il nostro lavoro formiamo gli uomini e le donne del domani.

Ora però vi parlo delle mie letture del mese!


Chiaramente ho letto “poco”, nel senso che molto tempo l’ho dedicato ai miei ragazzi e quindi ho letto meno del solito… Mi sono rivolta soprattutto a romanzi per ragazzi e adolescenti. L’unica cosa che ho fatto per me è stata quella di iniziare a leggere Wonder in inglese. Ho dovuto abbandonare The fault in our stars, perché troppo difficile da leggere da sola e, sempre per via dell’isolamento per il Covid-19, ho dovuto interrompere le lezioni con il prof di Inglese. Quindi, con l’aiuto dei miei figli, ho scelto un romanzo alla mia portata come lessico. Sono all’inizio, ma è un bel momento che condivido con i miei figli (loro mi correggono, ridono se sbaglio una pronuncia, ma poi si mettono lì con pazienza e mi aiutano tanto).
Continuo con fatica la challenge di letture, ma sono testarda, se comincio una cosa la porto a termine!



Questo mese molti sono stati gli arrivi digitali, per ovvi motivi, tranne alcuni omaggi di CE che sono arrivati prima della quarantena, il mio acquisto Amazon e il prestito bibliotecario. Poi, complici le varie offerte delle case editrici, ho comprato davvero di tutto; chissà se avrò mai il tempo per leggere tutto l’acquistato!

Aspetto i vostri commenti per conoscere le vostre letture o per sapere se abbiamo letto gli stessi romanzi. Sul profilo instagram @letture_a_pois trovate anche le valutazioni tramite stelline, vi aspetto!

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