Facciamo quattro chiacchiere: Ultimo giorno di scuola


In me vivono due nature, va bene forse più di due… Diciamo, in questo spazio virtuale vivono due aspetti di me… sì, così va decisamente meglio. Dunque, dicevo…

In questo mio spazio virtuale vivono due nature, quella della lettrice e quella della maestra. Perché io sono così, quando leggo cerco sempre di trovare qualcosa che possa essere di stimolo ai ragazzi che condividono con me nove lunghi (lunghissimi) mesi. In realtà, chi mi conosce bene sa che ogni cosa per me è fonte di “ispirazione”. Una volta un alunno mi disse che alle gite io ero più felice di loro perché ero sempre curiosa di ascoltare la guida che parlava. Ed è vero… guardo, ascolto, sono curiosa e poi cerco di trasportare in classe quello che ho vissuto.

Non sono certo nessuno per dire come insegnare, ma io ho capito che è importante dare il giusto rilievo alle emozioni. Questo è il percorso che ho fatto quest’anno con gli alunni di prima e che in piccola parte ho cercato di trasferire anche agli alunni di quinta.

Anche quest’anno la scuola chiude, si fa per dire. Sicuramente oggi la scuola chiude per gli alunni e questo è un giorno “emozionante” tanto per loro quanto per noi.

Sono una che si commuove facilmente, ma non ricordo di aver mai pianto per una classe quinta. Questo non vuol dire che io non senta l’emozione forte della tristezza di lasciarli andare dopo anni passati con loro, ma sicuramente è più forte in me la felicità per il loro progresso. Sì, perché è vero che non li vedrò più, ma è anche vero che sono diventati grandi. Nel mio piccolo ho contribuito anche io alla loro crescita e sono fiera di come siano diventati.

Le maestre accolgono i ragazzi che sono poco più che infanti. Quando arrivano da noi alcuni ancora non riescono a parlare bene, non hanno acquisito la piena autonomia nelle piccole cose come allacciarsi le scarpe o vestirsi (allacciare il grembiule a volte è un’impresa titanica!) e li salutiamo che sono giovani pronti per affrontare un periodo difficile: l’adolescenza.

Il ruolo di un/una insegnante non è solo quello di trasmettere contenuti e nozioni, è anche quello di renderli “competenti”. Di fronte alle novità e al futuro come si rapporteranno? Abbiamo dato loro gli strumenti utili ad affrontare le future sfide che si proporranno loro? Abbiamo dato loro la capacità di riconoscere di cosa hanno bisogno per superare una prova?

Oggi saluterò per sempre i ragazzi di quinta, che a settembre varcheranno i portoni della scuola secondaria di primo grado, e so che loro mi saluteranno dicendomi: “Maestra, prometto che ti vengo a salutare”, “Maestra, non ti abbandonerò mai”… ma so anche che la vita per loro sceglierà percorsi diversi. Spero di rimanere nei loro ricordi, come le mie maestre sono rimaste nei miei, ma più di tutto desidero per loro che realizzino i loro sogni.

Oggi però saluto anche i bimbetti di prima… certo, con loro è solo un arrivederci a settembre, ma non crediate che sia meno sentito, meno roboante, di quello dei ragazzi più grandi. Li aspetterò per ripartire con loro alla scoperta del mondo, alla ricerca delle risposte alle nostre curiosità, all’osservazione dei cicli vitali. Spero solo che il prossimo anno non ci siano più mascherine a separare le nostre espressioni facciali, anche se in questo anno scolastico abbiamo imparato a capire la luce degli occhi e il tono della voce, abbiamo imparato a riconoscerci anche dai gesti quotidiani come l’entrare in classe… sì, perché quest’anno loro erano attenti anche a “come” varcavo la soglia. E quel come non era solo il fatto che avessi fatto un passo, ma era anche quanto mi fossi fermata sulla soglia, dove avessi guardato, come avessi tenuto la borsa… i bimbi sono dei grandi osservatori e credo riuscissero a capire pure se dietro la mascherina fosse presente il sorriso.

Quindi ragazzi, che siate piccoli o grandi, che stiate lasciando la scuola dell’infanzia o siate pronti per affrontare l’esame di maturità, io lascio un augurio speciale a tutti. Un augurio preso a prestito dalla nostra dirigente quando, lo scorso anno, è arrivata nel nostro istituto: “Mira alla luna. Anche se sbagli, atterrerai sulla luna “ (Les Brown). Ecco, vorrei questo per i ragazzi che oggi lasciano la scuola, vorrei tanto che avessero aspirazioni alte e che poi facessero di tutto per realizzarle, che non mollassero mai, che non si accontentassero, ma che dessero sempre il loro massimo.



Commenti

  1. Grazie maestra, leggendo questo dopo 1 giorno dalla fine della scuola mi ha fatto commuovere!
    P.S. Sono Alessio della 5c

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