Recensione: Himawari House. Il mio anno giapponese di Harmony Becker

Oggi la recensione di questa Graphic Novel è affidata a mio figlio, amante del Giappone. Quando abbiamo visto questo titolo nella newsletter della De Agostini, ha subito espresso il desiderio di poterlo leggere, quindi ho chiesto la copia cartacea. Ringrazio la CE per avermi omaggiato di questo libro.

Autore: Harmony Becker

Titolo: Himawari House. Il mio anno giapponese

Editore: De Agostini

Data di pubblicazione: 24 maggio 2022

Pagine: 374

Nao torna in Giappone per un anno sabbatico prima del college, decisa a riscoprire le radici che ha dovuto dolorosamente abbandonare da bambina, dopo il trasferimento negli Stati Uniti. Ad accoglierla c’è Himawari House, un’abitazione tradizionale nel cuore di Tokyo, dove incontrerà Hyejung, coreana, e Tina, di Singapore, arrivate sino a lì per conquistare la libertà e trovare la propria strada. Mescolando inglese, giapponese, coreano e singlish, Nao si legherà sempre di più al piccolo gruppo, pronto alle sfide della nuova vita. A condividere le loro avventure quotidiane anche due fratelli giapponesi dai caratteri contrastanti – l’amichevole Shinichi e il taciturno e affascinante Masaki, che dopo un primo brusco incontro sembra fare di tutto per evitarla… Con lui, a sorpresa, Nao si troverà ad affrontare lo stesso spaesamento di quando ci si sente come pesci fuor d’acqua e scoprirà cosa significa tradurre da una lingua all’altra le parole, ma anche i sentimenti. Tra cibi sconosciuti, serate al karaoke, giochi nella neve e lunghe confessioni sull’amore e la famiglia, ognuno di loro troverà in quel Paese straniero le motivazioni e il coraggio per vivere davvero la propria storia.


Leggere “Himawari House” è stato davvero affascinante, nonostante fossi un po’ scettico all’inizio, dal momento che si trattava della mia prima graphic novel.

“Himawari House” racconta la storia di Nao, una ragazza giapponese che ha vissuto sin da piccola negli Stati Uniti e che decide di prendersi un anno sabbatico per ritornare a Tokyo, nel suo Paese natale. Ormai però Nao si è quasi completamente dimenticata il Giappone e le sue usanze e imparerà a conoscerle di nuovo nel corso della sua esperienza, insieme con le sue coinquiline Hyejung, coreana, Tina, di Singapore, e i due fratelli giapponesi Shinichi e Masaki.

Nonostante io non abbia letto molte graphic novel (o fumetti in generale), “Himawari House” presenta due grandi punti di forza, che sono riusciti a tenermi incollato alla lettura per tutta la storia: dei personaggi complessi e sfaccettati e un’ambientazione affascinante.

Essendo ambientata a Tokyo e non in un piccolo paesino rurale del Giappone, nel corso della storia conosceremo tanto la cultura e le usanze tradizionali (come l’hatsumōde, la prima visita al tempio shintoista dopo il capodanno), quanto i luoghi e le attività più moderne (come le serate al karaoke o lo shopping a Harajuku, il quartiere della moda di Tokyo).

Sebbene io non sia mai stato di persona in Giappone, mi interessa molto come Paese per via della sua cultura, tanto diversa da quella occidentale e che ho visto spesso rappresentata in anime o manga. Per questo mi sento di dire che la descrizione del Giappone in “Himawari House” non è per niente superficiale o edulcorata, anzi: nel corso della lettura conosceremo anche alcuni aspetti negativi del Paese in questione. 

Per quanto riguarda i personaggi, forse mi hanno colpito ancor più delle ambientazioni. Parlo di personaggi, e non solo della protagonista, perché, anche se la storia si apre e si chiude dal punto di vista di Nao, in realtà l’autrice adotta anche il punto di vista delle sue due coinquiline, Hyejung e Tina. Questi tre personaggi sono i più approfonditi, dal momento che li conosceremo anche “dall’interno”, con tutti i loro pensieri e le loro preoccupazioni.

Nao è attraversata da un conflitto interiore, poiché si sente straniera sia in Giappone sia in America, dal momento che non è né completamente giapponese, né completamente americana; Tina è spaventata dalla prospettiva del futuro e dovrà conciliare con fatica lavoro e studio; Hyejung (la più interessante, a mio avviso) è tormentata da come ha lasciato la sua famiglia e teme di aver deluso troppo i genitori. Nel corso della storia, poi, le tre ragazze cresceranno, acquisteranno consapevolezza e sbocceranno nuovi amori, anch’essi fonte di crescita personale.

Oltre a questo, la graphic novel è anche scritta in un modo peculiare, che strizza chiaramente l’occhio a chi è interessato a tutti gli aspetti della cultura orientale.

Ogni dialogo, infatti, è scritto in due lingue: prima nella lingua in cui è stato detto realmente (quindi spesso il giapponese, ma a volte anche il coreano), poi è tradotto in italiano (che sarebbe inglese nella versione originale).

Inoltre, soprattutto nei primi capitoli, quando Nao è appena arrivata in Giappone e ancora non conosce bene la lingua, le frasi sono tradotte solo parzialmente in italiano, mentre in giapponese la frase è completa, a dimostrare direttamente la difficoltà della protagonista nel capire una lingua ormai straniera, nonostante le sue origini.

Questa trovata, così originale, è anche eseguita in maniera realistica: le parole che Nao non capisce sono tutte parole effettivamente complesse, che appartengono a un alto livello di giapponese. Lo posso confermare personalmente, perché io stesso ho iniziato a studiare da poco il giapponese, e tutte le parole che Nao non afferra sono anche troppo difficili per me. A mio avviso, è davvero una trovata geniale, che ha sicuramente contribuito ad aumentare il mio interesse per le vicende: oltre a essere immerso in una bella storia, ho anche avuto la possibilità di mettere alla prova le mie competenze linguistiche.

In conclusione, considero questo libro davvero una piacevole lettura, che mi ha permesso di fare un tuffo nella cultura giapponese attraverso un punto di vista diverso dal solito. Tralasciando l’aspetto culturale, mi ha lasciato qualcosa anche umanamente: ho empatizzato molto con i personaggi, specialmente con il timido Masaki e con Hyejung, le cui vicende mi hanno portato quasi alle lacrime.

Questa storia insegna molto sul trovare la propria libertà e indipendenza, oltre che su come affrontare il futuro con tutte le sue pressioni e incognite.

Per questo mi sento di consigliarlo non solo agli amanti della cultura orientale, ma anche in generale a tutti coloro che potrebbero essere interessati in una storia di formazione personale. Se poi trovate interessante anche il Giappone e volete conoscere meglio le sue tradizioni (come me), questo è sicuramente il libro che fa per voi.




Con questa recensione partecipo alla rubrica Ci provo con… ideata da Chiara (La lettrice sulle nuvole) che ha lo scopo di uscire dalla nostra comfort zone. Questa lettura è infatti la prima graphic novel letta da Massimiliano e anche l’autrice è stata una piacevole scoperta.



Harmony Becker è una illustratrice nata a Cincinnati in Ohio, attualmente residente in Messico. Questo libro è la sua prima graphic novel scritta in modo autonomo, precedentemente aveva collaborato con George Takei, per il quale ha illustrato They Called Us Enemy, che ha vinto l’Eisner award nel 2020.


Commenti

  1. Io ho sempre avuto seri problemi con le graphic novel tanto che nel corso degli anni ho smesso di provarci. Ancora di più ho seri problemi con i romanzi orientali pur amando le sfaccettature della loro cultura. Sembra una lettura piuttosto complessa. Trovo una genialata l'idea dei dialoghi in doppia lingua, molto interessante

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  2. Bella la tua recensione ma non è il mio genere

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  3. Anche a me piace molto il Giappone, segnata questa GN e complimenti al figlio

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  4. appena ho visto che avevi pubblicato la foto su instagram ne sono subito stata incurisita, adesso dopo aver letto la recensione lo sono anche di più

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  5. Visto in libreria proprio stamattina, mi stavo giusto chiedendo se valesse la pena averla. Dopo questa recensione direi proprio di sì. Complimenti Massimiliano per la recensione dettagliata, mi hai convinta❤️

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    1. Massimiliano ringrazia e spera ti possa piacere quanto è piaciuto a lui

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