Recensione: Siamo cattive di Stefania Gatti

Autore: Stefania Gatti

Titolo: Siamo cattive

Editore: Piemme – Il battello a vapore

Data di pubblicazione: 5 luglio 2022

Pagine: 187

La vita di Ophelia sembra uscire da una fiaba nera: sua mamma è appena morta e il padre si è risposato con una matrigna cattiva che le impedisce di andare a scuola per farla lavorare. Ophelia ama i libri e cerca di ribellarsi, ma, quando litiga con uno degli amatissimi figli della matrigna, viene spedita in un collegio oscuro, popolato da tante altre "ragazze cattive" come lei, da cui - giorno dopo giorno - sembra sempre più difficile fuggire. Tra Barbablù e Il racconto dell'ancella, un romanzo dalle tinte fosche che affonda le radici in una storia vera ed è pervaso da un esplicito afflato femminista.

e più

 Amo quando, leggendo un libro, imparo qualcosa di nuovo. Con Siamo cattive è accaduto proprio questo. Stefania Gatti riesce a parlare alle giovani lettrici di argomenti “oscuri” in modo semplice, ma stimolante. È riuscita a stimolare anche la mia curiosità e infatti mi sono andata a documentare su cosa fossero le Magdalene Laundries, scoprendo che questa pratica schiavista non è poi tanto lontana dai nostri giorni; l’ultimo collegio di questo tipo è infatti stato chiuso il 15 settembre del 1996.

Leggendo la storia di Ophelia, ambientata nel 1981, non mi capacitavo di come questa “pratica” potesse essere in vigore e leggere che si è protratta fino al 1996 mi ha scosso. Possibile mai che in alcuni Paesi altamente civilizzati ancora si considerassero tanto poco le donne?

Il romanzo mi ha molto toccato, sarà che Ophelia poteva essere una mia compagna, visto che le vicende della storia si svolgono quando la protagonista ha 14 anni e io nel 1981 ne avevo 11. Quello che maggiormente mi ha turbato è il fatto che, in un Paese civilizzato e a ridosso dell’epoca contemporanea, ragazze meno fortunate potessero essere trattate come schiave. Ancor di più sono rimasta costernata dall’omertà delle forze dell’ordine, che non credevano alle ragazze che denunciavano i soprusi, ma anzi le riconsegnavano alle loro carceriere.

Trovo meraviglioso il modo in cui Stefania riesce a parlare di diritti umani e anche di femminismo, con un linguaggio semplice alla portata dei giovani lettori e delle giovani lettrici. Un romanzo che, oltre ad essere una bellissima storia che comincia come una fiaba ma si trasforma presto in una storia horror, offre tanti spunti di riflessione.

La storia di Ophelia prende l’avvio da un fatto storico, realmente accaduto. Per secoli, in Inghilterra e in Irlanda, le ragazze orfane o ritenute immorali o troppo vanitose venivano rinchiuse presso istituti religiosi, dove erano ridotte in schiavitù e lavoravano come lavandaie per ore e ore senza alcun diritto. Questi istituti erano chiamati Magdalene Laudries, perché solitamente erano dedicati a Maria Maddalena, che da donna dissoluta si pentì e divenne seguace di Gesù.

Fotopresa dal web

Il racconto offre la possibilità di parlare con i ragazzi e le ragazze, specie della scuola secondaria di I grado, di tanti temi importanti. Ophelia, Anna, la stessa Alana sono ragazze che hanno un’unica colpa, quella di essere carine e attirare le attenzioni dei ragazzi. [Ophelia è stata molestata e aggredita dal fratellastro, così che la matrigna la fa rinchiudere in uno di questi collegi; Anna è rimasta incinta e, siccome è stata fonte di vergogna per i genitori, è stata cacciata di casa e rinchiusa; Alana è una bella ragazza, forse un po’ troppo vanitosa, e questo le ha affibbiato l’etichetta di ragazza immorale, quindi le ha garantito l’accesso in questo tipo di istituto.](Allerta spoiler: se vuoi leggere, evidenzia le righe nere) Queste tre ragazze si vedono negati il diritto allo studio, il diritto al controllo del proprio corpo e il diritto alla libertà. Sono ridotte a schiave senza volontà, ecco perché Ophelia è una “mosca bianca”, ella non perde mai la voglia di ribellarsi e soprattutto non perde il coraggio di tentare di cambiare la situazione. Oltre a parlare di diritti negati, questo racconto ci permette di affrontare con naturalezza anche il tema della sessualità. Il libro, soprattutto se letto in classe con la guida di un docente, offre tante possibilità perché, come dice l’autrice stessa in una intervista:

«Penso che con i ragazzi si possa parlare davvero di tutto, con naturalezza, percorrendo più strade, lasciando aperte le possibilità.»

Consiglio caldamente la lettura di questo romanzo, non solo alle ragazze o ai ragazzi (cui questo libro è rivolto), ma anche ai docenti per inserirlo nella loro programmazione, perché nella società di oggi è bene conoscere quello che succede nel mondo e far riflettere i ragazzi su questi temi. Se volete approfondire, trovate qui un articolo interessante di LeggendoLeggendo 

Dopo la lettura della storia scritta da Stefania, sono andata a cercare informazioni e ho scoperto tantissime cose di cui proprio non conoscevo nulla. Lascio qui di seguito alcuni link di approfondimento:

The Guardian: Ireland's Magdalene laundries scandal must be laid to rest (qui

The Irish news: Michael D Higgins apologises to women forced to work in Magdalene laundries (qui

History: How Ireland Turned 'Fallen Women' Into Slaves (qui

Ringrazio Stefania per avermi omaggiata della copia cartacea del romanzo



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