Lettura con il figlio: Itaca per sempre di Luigi Malerba

 


Torno dopo tanti anni con questa rubrica alla quale sono molto affezionata. Questa volta però a farmi compagnia nella lettura non è uno dei miei figli, ma una ex alunna, Melania.

Le mie alunne e i miei alunni sono per me un pezzo di cuore, ognuno di loro rimane fisso in me. Spesso riemergono ricordi che pensavo persi e, quando per caso mi capita di incontrarli nuovamente, le emozioni sono fortissime. Potete ben immaginare quanto piacere mi ha fatto Melania quando mi ha chiesto di leggere e di commentare un libro insieme, per riuscire a capire al meglio cosa quella storia volesse trasmettere.

Ho deciso di riprendere questo “format” e di usarlo per la lettura che abbiamo fatto insieme, Melania e io. Sono anche felice per il fatto che la stessa Melania abbia deciso di collaborare a questo post, so che per lei è stata una “vera e propria sfida”. Come sempre, non posso che essere grata alla professoressa di italiano (diversa da quella di mio figlio, anche se Melania frequenta lo stesso istituto) per aver suggerito un romanzo interessante.

 

Autore: Luigi Malerba

Titolo: Itaca per sempre

Editore: Mondadori

Data di pubblicazione: 30 settembre 2016

Pagine: 193

Tornato a Itaca sotto mentite spoglie, Ulisse si rivela a Eumeo e a Telemaco, organizza la vendetta, la esegue. Ma come è possibile che Penelope non riconosca mai, neppure nel bagliore di un sospetto, lo sposo? A questa domanda risponde la Penelope di Luigi Malerba, che, pur avendo riconosciuto subito l'eroe, tace. E nel silenzio si macera, chiedendosi: perché Ulisse si svela a tutti e non a me? Non ha più fiducia in me? Non l'ha mai avuta? Il risentimento di Penelope, in Omero appena abbozzato nell'interrogatorio sul mistero del letto coniugale, innesca così un dramma intimo che attira nel suo vortice anche Ulisse, il quale giungerà a dubitare di se stesso, della propria celebrata astuzia, della propria incrollabile personalità.

 

Un libro, due opinioni. In azzurro il punto di vista di Melania, in verde il mio.

 

Nelle domande 5, 10 e 13 c’è rischio spoiler!

 

1.          Ti è piaciuto il libro?

 

Sì, perché parla anche del punto di vista di Penelope, che io prima non conoscevo.

 

Sì. Nel complesso il libro mi è piaciuto per diversi motivi. In primo luogo perché ci racconta una storia che a me piace tanto, chi non vorrebbe sapere di più su quello che era il rapporto tra Penelope e Ulisse? Un altro motivo è stata la capacità narrativa di Malerba, che ha reso attuale una storia lontanissima da noi.

 

2.          Che emozioni ti ha fatto provare la lettura?

 

Mi sono sentita un po’ confusa, perché in alcuni passi del libro non capivo le motivazioni del comportamento di Penelope.

 

Nel corso della lettura ho avuto la possibilità di sperimentare tante emozioni. La base di fondo era la curiosità; pur sapendo bene cosa sarebbe successo, ero molto curiosa di leggere come l’autore volesse sviluppare il rapporto tra Penelope e Ulisse. Ho provato rabbia, per il comportamento dei due protagonisti, che sembrano essere due adolescenti che non riescono a fare chiarezza su di loro e sui loro sentimenti. Ho provato noia, per le continue lamentele e recriminazioni dei due protagonisti.

 

3.          Cosa pensi dei protagonisti?

 

Ulisse e Penelope sono i protagonisti. Ulisse mi è sembrato noioso, perché piange per ogni elemento che gli ricorda qualcosa. Penelope all’inizio del libro è sicura di sé, ma alla fine del romanzo si appoggia ad Ulisse, assecondando tutto ciò che egli le dice.

 

Penelope e Ulisse non sono gli stessi che abbiamo avuto modo di conoscere nel racconto omerico. Certo, Ulisse è il grande condottiero e Penelope la moglie in attesa, ma qui sono più umani. Entrambi pieni di dubbi, entrambi pieni di pregiudizi nei confronti dell’altro/altra. Entrambi estremamente testardi e troppo orgogliosi per decidere di “accettare” nuovamente l’altro/altra così come è, ovvero con venti anni di più addosso.

 

4.          Con quale personaggio sei entrato/a maggiormente in empatia?

Mi sono sentita più vicina ad Euriclea, perché è più dolce, mentre Penelope è più insensibile.

 

In realtà con entrambi, a volte capivo benissimo i sentimenti di Ulisse, specie nelle sue lunghe elucubrazioni notturne, altre volte riconoscevo di essere molto simile a Penelope, i suoi pensieri li sentivo molto vicini ai miei.

 

5.          Quale personaggio avresti preso a “sberle”?

 

Penelope, perché, quando Ulisse si è fatto riconoscere, ella non gli ha detto subito che lo aveva riconosciuto, ma ha tirato per le lunghe.

 

A parte tutti i Proci che odio sin dalle scuole superiori… due sberle le avrei date volentieri a Ulisse. Io dico: sei partito giovane e bello; stai lontano venti anni; in questi venti anni hai combinato di tutto e di più; ritorni a casa e la trovi invasa da persone ignobili; dici che non vedi l’ora di poter vedere Penelope e tornare con lei e che fai? Non ti fai riconoscere. O meglio, ti fai riconoscere da un figlio che tanto non ti aveva mai visto (e che vive nel tuo mito) e da una vecchia ancella, ma a tua moglie non dici nulla e perché? Per orgoglio? No, non lo accetto. Ma non pago, ti lamenti che lei sia fredda e hai pure una mezza voglia di riprendere il mare… NO! Non va bene così, datti pace!

 

6.     Come hai trovato lo stile dello/della scrittore/scrittrice?

 

Lo stile è molto fluido, perché la storia scorre anche nelle parti descrittive.

 

Non conoscevo Luigi Malerba e ho trovato uno stile narrativo accattivante, vivace. Lento a tratti. O meglio, i fatti narrati sono lenti, perché usa 200 pagine per raccontare una manciata di giorni, ma lo stile te le fa macinare. Certo, aiuta l’alternanza di POV e il fatto che ogni sezione del libro sia breve, quindi invoglia ad andare avanti. Ogni tanto mi dicevo: uffa, ma questi quanto si lagnano? Si vogliono dare una mossa? Tutto sommato però la lettura è stata emozionante e piacevole.

 

7.     Quale aggettivo descrive meglio il libro?

 

Strano per tanti aspetti. Ulisse ha molti sbalzi di umore; Penelope prima è fredda, poi si scioglie tutta insieme; Telemaco cambia nel corso del libro fino ad arrivare ad avere anch’egli dei dubbi.

 

Lacrimoso, vista la quantità di lacrime versate da Ulisse!

 

8.     Quante stelline gli dai?

 

Tre stelline, perché il libro è molto scorrevole, però mi aspettavo un finale diverso.

 

Quattro belle stelline tutte meritate, per lo stile narrativo accattivante, per la storia narrata, per la caratterizzazione dei personaggi, per aver reso attuale un poema ormai lontano anni luce da noi.

 

9.     Consiglieresti ai tuoi amici di leggerlo?

 

Sì, specialmente alle persone a cui piacciono le storie in cui si svela il rapporto tra due personaggi.

 

Sì, soprattutto a tutti quelli che amano la mitologia.

 

10.   C’è un episodio che ti ha colpito maggiormente?

 

Sì, l’episodio del cane di Ulisse, Argo, che lo riconosce, perché mi ha fatto tenerezza il cane anziano che riconosce il padrone dopo venti anni.

 

Ce ne sono diversi, forse quello che ho preferito è il finale, perché riesci a percepire la vera indole di Ulisse, l’uomo curioso e amante dell’avventura, quello che non si accontenta della vita normale.

 

11.   Cosa ti ha insegnato/trasmesso questo libro?

 

Mi ha fatto conoscere il personaggio di Penelope, che nell’Odissea non è ben raccontato.

 

Insegnato forse nulla, sicuramente mi ha fatto riflettere sulla condizione della donna e su quanto forse ci sia ancora da fare. In tutto il racconto Ulisse è profondamente maschilista.

 

12.       Citazione preferita

 

«Si vede che la ricchezza non ti procura né la saggezza né la felicità.»

 

C’è una frase che mi è piaciuta molto e che sento molto mia:

 

Come sono veloci i pensieri al buio, come corrono.

 

13.       Il finale ti è piaciuto?

 

No, perché Penelope cede e riconosce Ulisse solo quando ha paura di perderlo.

 

Assolutamente sì, fa capire benissimo quale è l’indole di Ulisse. Un uomo curioso, orgoglioso, testardo e astuto. Sinceramente ho pensato che Ulisse avrebbe fatto un’altra scelta, ma sono felice che il libro sia terminato come l’autore ha descritto.

 

Ora la mia speranza è che Melania decida di leggere con me altri libri. Mi piace confrontarmi nella lettura con altre persone, specie con gli adolescenti, perché il loro punto di vista è diverso/opposto al mio e loro vedono aspetti che noi adulti non notiamo. Prima di giungere a questo post, Melania e io ci siamo incontrate per parlare di come la storia proseguiva. In quelle occasioni Melania ha espresso opinioni interessanti e fatto collegamenti che veramente mi hanno stupito.

Non mi resta altro da dire che spero in un prossimo libro assegnato dalla prof!



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