Recensione: Gli scomparsi di Chiardiluna di Christelle Dabos
Una volta cominciata la serie de L’Attraversaspecchi, non ho potuto esimermi dal continuare a leggerla con le compagne del Gruppo di Lettura: Virginia (Le recensioni della libraia), Sonia (Il salotto del gatto libraio) e Deborah (Leggendo romance). Con loro il GdL è diventato divertente, specie il venerdì quando ci riuniamo per discutere di quanto letto durante la settimana. I nostri incontri avvengono su Telegram in una chat di gruppo, ma in alcune occasioni abbiamo organizzato un divertente “Aperilibro” on-line.
Ora siamo giunte alla conclusione del secondo
volume e quindi sono qui a parlare del Libro 2.
Il prossimo mese si va avanti con la lettura.
Autore: Christelle Dabos
Titolo: Gli scomparsi di Chiardiluna (L’Attraversaspecchi
Libro 2)
Editore: Edizioni e/o
Data di pubblicazione: 28 febbraio 2019
Pagine: 576
Sulla gelida arca del Polo, dove Ofelia è
stata sbattuta dalle Decane perché sposi suo malgrado il nobile Thorn, il
caldo è soffocante. Ma è soltanto una delle illusioni provocate dalla casta
dominante dell’arca, i Miraggi, in grado di produrre giungle sospese in aria,
mari sconfinati all’interno di palazzi e vestiti di farfalle svolazzanti. A
Città-cielo, capitale del Polo, Ofelia viene presentata al sire Faruk, il
gigantesco spirito di famiglia bianco come la neve e completamente privo di
memoria, che spera nelle doti di lettrice di Ofelia per svelare i misteri
contenuti nel Libro, un documento enigmatico che nei secoli ha causato la
pazzia o la morte degli incauti che si sono cimentati a decifrarlo. Per Ofelia
è l’inizio di una serie di avventure e disavventure in cui, con il solo aiuto
di una guardia del corpo invisibile, dovrà difendersi dagli attacchi a tradimento
dei decaduti e dalle trappole mortali dei Miraggi. È la prima a stupirsi
quando si rende conto che sta rischiando la pelle e investendo tutte le sue
energie nell’indagine solo per amore di Thorn, l’uomo che credeva di odiare
più di chiunque al mondo. Sennonché́ Thorn è scomparso...
un po' più di quattro |
Questo è il secondo appuntamento con Ofelia, l’eroina di questa serie fantasy rivolta ad un pubblico giovane, ma capace di catturare anche chi, come me, è già maturo.
Gli
scomparsi di Chiardiluna ci fa addentrare sempre più nella vita
su Polo, l’arca retta dal sire Faruk. Ci immergiamo sempre più negli intrighi
di palazzo, nei complotti di corte, nella vita dei nobili, ma questa volta c’è
qualcosa di più…
Gli elementi che arricchiscono questo secondo
volume sono diversi.
La storia si svolge aggiungendo tinte da
giallo, capaci di tenerci all’erta e attenti per cercare di scoprire indizi,
quasi che potessimo noi stessi aiutare la giovane Ofelia.
Un altro elemento che tiene “incollati” al
romanzo è la presenza di alcuni frammenti, parti di un puzzle che ci aiuta a
capire il sire Faruk.
Immagine presa da Pinterest
In questo secondo volume Ofelia e Thorn
mettono in evidenza le loro caratteristiche. Ofelia, che già era apparsa come determinata e con un bel
temperamento, si presenta ora molto coraggiosa. È capace di affrontare Faruk in
più di una occasione, è capace anche di mettere paletti e di stringere accordi
che possano portare a proprio favore.
Thorn mi
è stato antipatico per quasi tutto il libro, ma lo ho rivalutato alla fine.
L’intendente dimostra ancora una volta di essere gelido, calcolatore, una
persona che basa tutto sui numeri e sulla propria memoria. Usa in modo studiato
anche le frasi, è capace di non eccedere, ogni parola che pronuncia ha un peso
e una precisa ragione per essere utilizzata. Lo si vede bene quando propone un
patto alla madre di Ofelia, ma anche alla fine, quando cerca un modo per
mantenere in salvo la ragazza.
Archibald è
Archibald. Sembra distaccato, sempre pronto al divertimento e al piacere
personale, ma nel momento in cui Ofelia e Thorn hanno bisogno di lui è pronto
ad essere un valido supporto.
Renard è
il mio preferito. Un vero amico, un collaboratore prezioso, una persona su cui
fare affidamento. Diverso il discorso per Gaela;
un pochino mi ha delusa, ma secondo me avrà un ruolo determinante nel prosieguo
della storia. Per il momento sospendo ogni mia idea su di lei, forse perché nel
primo volume mi aveva ispirato fiducia.
Uno dei personaggi che non sopporto proprio è
il barone Melchior. È proprio il
classico cortigiano che sguazza nel torbido. Vive di sotterfugi e di imbrogli,
passa sopra i propri familiari, tanto che non perde occasione per denigrarli. È
un falso e doppiogiochista e mi è dispiaciuto vedere Ofelia affidarsi a lui.
Non sono mancati i colpi di scena, che
chiaramente non posso svelare né accennare per non togliere il gusto della
lettura.
Sicuramente un secondo volume ben riuscito, anzi migliore del primo. Là dove tutta la vicenda narrata in Fidanzati dell’inverno risulta lenta e a tratti pesante, in Gli scomparsi di Chiardiluna il ritmo è decisamente più vivace, anzi in alcuni momenti molto incalzante.
La serie è composta da quattro volumi
- Fidanzati dell’inverno (qui)
- Gli scomparsi di Chiardiluna
- La memoria di Babel
- Echi in tempesta
Con questo libro partecipo alla sfida di lettura Vintage Trial, ho infatti la possibilità di spuntare l’obiettivo semplice n°4: Leggi un libro facente parte di una serie.
una serie che in molto hanno definito bella ma che nell'ultimo volume pare si perda. mi incuriosisce ma ho altre prirità al momento
RispondiEliminaIo ho il terrore del quarto volume, ho sentito che si perde, ma ormai ho iniziato...
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