Recensione: Spiacente, non sei il mio tipo di Anna Zarlenga

Autore: Anna Zarlenga

Titolo: Spiacente, non sei il mio tipo

Editore: Newton Compton editori

Data di pubblicazione: 14 marzo 2019

Pagine: 284

Sara e Teo non potrebbero essere più diversi. Lei lavora come ricercatrice all’università, lui è un figlio di papà che presto o tardi erediterà una casa di produzione televisiva. Lei è bassina, ha forme morbide ed è poco appariscente, lui è il classico playboy sbruffone. In sostanza non hanno nulla in comune se non, a quanto pare, un’indiscussa antipatia per i matrimoni. Ed è proprio a una cerimonia di nozze che si conoscono e hanno modo di trovarsi insopportabili a vicenda. La reciproca e dichiarata incompatibilità non impedisce loro di dare inizio a un battibecco che li porta, un po’ per sfida, un po’ per gioco, a oltrepassare il limite… Ma nessuno dei due dà peso alla cosa: sono perfettamente consapevoli di non piacersi e che non si incontreranno mai più. I piani del destino sono però ben altri. Dopo una vita passata a dissipare soldi senza realizzare granché, Teo è costretto dal padre a riprendere a frequentare l’università: in caso contrario potrà dire addio al suo lavoro nell’azienda di famiglia. E il caso vuole che una delle sue docenti sia proprio l’insopportabile ragazza conosciuta mesi prima a un matrimonio…

Ho conosciuto per caso, via chat, Anna Zarlenga, molto attiva sui social. Io ho iniziato a guardare i suoi TikTok e tutte le volte li trovavo divertentissimi. Un giorno le ho scritto e le ho chiesto di suggerirmi uno dei suoi titoli. Lei ha suggerito questo. Guardando nella mia libreria digitale, mi sono accorta che lo avevo comprato a suo tempo, attirata non solo dal titolo ma anche dalla cover.

Mi sono tuffata nella lettura e ne sono riemersa divertita, soddisfatta e con la piacevole sensazione di aver scovato un’altra brava autrice.

Spiacente, non sei il mio tipo è un chic-lit bello bello. Un hate to love, per chiarire da che punto si parte. In effetti, fra Teo e Sara parte proprio come nei migliori casi con un odio profondo da parte di entrambi e con il classico: Non è il mio tipo. Che poi è sempre così, visto che gli opposti si attraggono!

Sara mi è stata simpatica da subito, una tipetta tosta e soprattutto intelligente, che sa il fatto suo.

Teo inizialmente l’ho mal sopportato, ho poco apprezzato il fatto di scommettere con se stesso di far capitolare Sara e poi lasciarla, ma pian pianino mi sono affezionata. Oddio, fa delle dichiarazioni d’amore che sono orribili, ma alla fine Teo è vero, è il tipico ragazzo pieno di sé. Ricco, bello e circondato da donne, il tipo che pensa che solo perché è “fortunato” debba ottenere tutto quello che vuole e invece si trova davanti Sara… E Sara gli farà sudare sette camicie.

La scrittura di Anna Zarlenga scivola via, è coinvolgente e brillante. Ricco di dialoghi molto divertenti e incalzanti, le descrizioni sono quelle necessarie ad inquadrare la situazione. Molto spesso l’autrice fa riferimento a Napoli e ai luoghi di Napoli, ma la storia è adattissima a qualsiasi città italiana. Il fatto di aver scelto Napoli gli dà la giusta dose di “scanzonatura”.

Una lettura altamente consigliata a chi sta cercando una bella storia fatta di giochi di parole, battute divertenti e tante risate.

 


Quattro domande per Anna:

Nei ringraziamenti (sì, ho letto anche i ringraziamenti e lo faccio solo con i libri che mi piacciono) dici che sei stata inattiva per tanto e che con la storia di Sara e Teo sei tornata alla scrittura. Come mai ti eri allontanata da questa passione e cosa ti ha spinto a rimetterti in gioco?

Sono stata lontana dalla scrittura per un bel po' di tempo, dopo essermi laureata. Il lavoro, la famiglia, i figli mi hanno fatto concentrare su altro. Non puoi tenere lontana una passione per troppo tempo, però. Infatti, verso i 36 anni, ho ricominciato a buttare giù idee e ho scoperto che amavo scrivere d'amore. È stata una rivelazione. Da allora non ho più smesso.


Il tuo romanzo ha poche descrizioni dell'ambientazione, ma quelle presenti sono funzionali alla scena. A volte nomini Napoli, anche se si capisce dove si svolga l'azione anche solo per Gennaro, ma a dire il vero io trovo che la tua storia potrebbe dipanarsi in qualsiasi altra città italiana. Come mai hai fatto ricadere la scelta dell'ambientazione su Napoli?

Napoli è presente in modo "discreto" ed era proprio la mia intenzione. Più che sfruttare la solita immagine di Napoli (la mia città che amo alla follia), volevo mostrarla come una città internazionale, in cui le persone fanno anche le cose di tutti i giorni. Non volevo essere legata ai suoi stereotipi, insomma, però la volevo nel mio libro, viva e romantica come sa essere.

 

Sara e Teo sono molto reali. Ti sei ispirata a qualcuno o sono creati dalla tua fervida fantasia?

Sara e Teo sono frutto della mia fantasia, ma rappresentano personalità che tutti prima o poi incontriamo nella vita: il ragazzo bello che crede gli sia tutto dovuto, la donna di cultura che ha una grande determinazione... sono persone che potrebbero abitare vicino a noi o che potremmo trovarci a frequentare un giorno o l'altro.

 

Il romanzo è divertente e allegro, ma ha anche una base molto solida sull'uso delle parole e sulla loro importanza. Insomma è un romanzo leggero, ma non banale. Come mai hai scelto la semiotica?

Quando ho deciso il mestiere di Sara, ho pensato di collocarla a Scienze della comunicazione, un corso di laurea che io ho sempre sognato di seguire (e chissà che non mi decida a prendere la seconda laurea). La semiotica l'ho affrontata in uno degli esami più difficili della mia laurea in lettere e avevo ancora il trauma. Quindi ho deciso di attribuirle quella cattedra, quella materia che ispira timore e reverenza.

 


Con questa lettura partecipo alla rubrica Angolo Vintage, perché ho preso questo libro appena uscito ovvero a marzo del 2019 e lo avevo “dimenticato” nel kobo; ora, a distanza di due anni, sono riuscita a leggerlo e sono molto contenta di averlo fatto. 

Metto il banner dell’iniziativa con i nomi di coloro che partecipano questo mese, passate a leggere le loro opinioni sulle letture fatte.

 


Questo romanzo mi permette anche di spuntare un altro obiettivo semplice della reading challenge Vintage Trial: leggi un libro ambientato in una città italiana. Infatti il romanzo è ambientato a Napoli; la città compare in modo discreto e non invadente, ma c’è e si riconosce.



Commenti

  1. Ciao Manuela! Sono andata a cercare su Instagram l'autrice... e credo che abbia trovato una nuova follower! Profilo molto curato e libri che sembrano interessanti :-)

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  2. Grazie davvero per questa splendida recensione ❤

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  3. Che bella recensione e soprattutto che bel libro! Lo metto subito in nota. Comunque hai ragione, la cover cattura!!!

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  4. Anche io ho questo libro nel Kindle, devo leggerlo!

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  5. lettura in wish list da tempo, prima o poi ce la faccio a leggerlo!

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    1. Noi e le nostre Liste dei libri da leggere... la mia è infinita...

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