Incipit #15
L’idea di questa rubrica mi è
stata suggerita da Dolci (Le mie ossessioni librose),
la quale mi ha suggerito di far conoscere le prime righe di un romanzo che
stiamo leggendo o che leggeremo nel prossimo futuro. Dolci, curiosando nel web,
ha trovato un blog (Il profumo dei libri)
che ha già ideato questo tipo di rubrica. Il consiglio mi è piaciuto e quindi
mi trovo qui a farvi conoscere questa mia lettura.
L’idea originale si intitola…
Chi ben comincia
Questa
rubrica ha le sue regole:
- prendere
un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria,
- copiare
le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe),
- scrivere
titolo e autore per chi fosse interessato,
-
aspettare fiduciosi i commenti…
Personalmente attenderò tutte le
vostre opinioni al riguardo, alle quali risponderò con piacere.
Separatore
Quest’oggi vi presento il romanzo
che sto leggendo.
Non hai
niente da rimproverarti. Niente di cui pentirti. Non hai niente da ascoltare da
chi ti dice come avrebbe fatto se fosse stato al tuo posto. Tu sei il tuo
posto. Che gli altri rimangano al loro. E sei un posto bellissimo. Non sei una
tappa, sei la destinazione finale. Non sei il mezzo, ma il fine. Non sei un
messaggio senza risposta. Non sminuirti, non accontentarti, non fare di
qualcuno la tua priorità assoluta. Costruisciti una casa in cui tornare quando
tutto finisce. Una casa tua, fatta di interessi, passioni, segreti, sogni. Tu
sei i tuoi libri, il tuo profumo preferito, la felpa che usi sempre quando
l’estate piano piano finisce e la sera rinfresca un po’.
Queste sono le prime righe del
romanzo di Tommaso Fusari, Quello che non
siamo diventati, edito da Mondadori.
«Andrà tutto bene, Michael.» «E
come fai a dirlo, Sara? Prevedi il futuro?» «Non prevedo il futuro, ma siamo
insieme, no?» Mi volto verso il campo di cocomeri e le vigne, che avevamo
attraversato per arrivare alla recinzione. Non c'è nessuno all'orizzonte. «E se
andasse tutto male?» «Be', restiamo insieme.» «Sempre?» «Per tutta la vita.»
Una promessa fatta da bambini, calda e rassicurante come una carezza, come un
abbraccio quando fuori fa tanto, tanto freddo. Un fratello e una sorella,
Michael e Sara, che una volta erano inseparabili e ora sono quasi due estranei,
due che, pur abitando sotto lo stesso tetto, si sfiorano appena. E, nel mezzo,
la vita, fatta di momenti belli ma anche brutti, momenti in cui tutto può
andare avanti, oppure può interrompersi bruscamente. Momenti che arrivano
inaspettati per dirti che tutto deve cambiare. Anche se non vuoi, anche se non
sei pronto. E a quel punto, poco importa come, tu devi trovare un modo per
andare avanti. E questo hanno fatto Sara e Michael. Ognuno per conto proprio,
però. Lei attenta a non far trapelare il dolore che le si appiccica alle ossa,
agli occhi, ai battiti cardiaci e che le fa mancare l'aria, e a controllare
sempre tutto, a non lasciarsi sfuggire niente, in un ingenuo tentativo di
tenere ogni cosa in equilibrio. Lui in balia di ciò che accade, senza trovare
mai la forza di avere un orientamento, col cuore imbottito di hashish e la
testa di sogni infranti. Entrambi sempre più estranei, e lontani l'uno dal
cuore dell'altra. Ma a un certo punto però qualcosa, o meglio qualcuno, irrompe
nella loro vita facendo vacillare il loro piccolo mondo cristallizzato, fatto
di giorni sempre uguali, silenzi, muti rimproveri, possibilità sospese,
distanze che diventano siderali e ricordi sbiaditi. Di nuovo, Michael e Sara
sono di fronte a qualcosa che potrebbe stravolgere la loro esistenza. E se
soltanto smettessero di vivere ogni cambiamento come una crepa dalla quale
possono entrare solo cose brutte, forse potrebbero riprendere il cammino
interrotto tanti anni prima, trovare il modo di tornare a respirare, a credere
nel futuro, e, magari, infine, ritrovarsi.
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