Segnalazione: Le acque del sonno eterno di Maria Cristina Pizzuto
Conosciamo Maria
Cristina Pizzuto per i suoi precedenti Boccioli di rose e Il bacio del mare; quest’ultimo fa parte di una trilogia di
prossima pubblicazione.
In questi giorni è
uscito il suo terzo romanzo, “Le acque del sonno eterno”. Una storia d’amore,
di speranza e di voglia di rinascita ambientata in una cittadina nei pressi di
una diga. Una storia che, soprattutto, ci insegna a rispettare la natura e a
non sentirci dei nei suoi confronti.
Perché è la natura a
comandarci, e spesso lo fa nel modo più brutale che conosca.
Come
sempre, quando la Pizzuto scrive, riesce a calamitare l’attenzione del lettore
sin dalle primissime righe, grazie a una prosa semplice ma ricca di dettagli e
da una scrittura che dosa sapientemente metafore, paragoni e l’uso di
aggettivi.
Inoltre
il lettore non potrà non accorgersi, da subito, dei numerosi messaggi che il
romanzo reca con sé. Ed è questa la peculiarità dello stile di Maria Cristina:
riuscire a trasmettere emozioni, sensazioni, ma anche temi di forte attualità e
di intimità.
Sara
è una giovane donna che ha perso tutto, a partire dai genitori. Si ritrova sola
in un fosco castello, in balia dell’altero zio Alberto che tutto è a parte una
persona sensibile e capace di darle quell’amore cui tanto agogna. Ma Sara è
anche forte, caparbia; ha uno spirito indomito e riuscirà a sopravvivere a
questa mancanza di affetto e sensazione di estraneità, riscoprendo piano piano
se stessa e tornando a vivere la sua vita.
Una
storia, quindi, innanzitutto di fuga e riconquista del proprio Io, del proprio
essere se stessi, attraverso un viaggio non solo reale, per le vie della
cittadina di Pomlete, per i corridoi del castello e per i boschi e i prati che
circondano la vallata, ma anche attraverso la propria anima.
È stato solo grazie a lei che si è salvato e le sarà sempre
riconoscente, perché gli ha dato l’opportunità di continuare a vivere, di farsi
una famiglia e di raccontare ai suoi nipoti la stupenda storia di una ragazza
che gli ha portato la felicità nel cuore e l’opportunità di una nuova vita.
La
scelta di trattare un tema forte come quello dell’uomo che si crede Dio e vuole
soggiogare la natura è un plus, o forse è il plus, del romanzo.
“Le
acque del sonno eterno”, infatti, è liberamente ispirato alla tragedia del
Vajont, e ci racconta come un bellissimo elemento qual è l’acqua sia in realtà
qualcosa di oscuro, malevolo, strabordante nella sua fatalità.
L’acqua
è l’elemento trainante del romanzo, com’è successo anche per i due precedenti
libri della Pizzuto. L’acqua dà vita, perché Sara è nata dall’acqua, e l’acqua
può reclamare questa vita quando vuole, ergendosi come giudice ultimo
dell’esistenza degli esseri umani.
Quando, dopo parecchio tempo, le acque si calmarono e i suoi
occhi cercarono all’orizzonte il corpo di Sara, non vide niente. Sembrava
essere stata inghiottita dalla furia dell’acqua.
Un
romanzo di amore e di speranza, di forza e di destino.
Un
inno alla vita ma anche un avviso a non spingersi troppo oltre.
Una
storia dell’uomo, sull’uomo e per l’uomo.
In
vendita su Amazon, IBS, LaFeltrinelli, mondadoristore e tutti gli altri negozi
online in versione digitale e cartacea. Ordinabile in libreria.
Titolo:
Le acque del sonno eterno
Autore:
Maria Cristina Pizzuto
Genere:
Narrativa
Editore:
Policromia (PubMe)
101
pagine
Prezzo
edizione digitale: 2,99 euro
Prezzo
edizione cartacea: 14,00 euro
Data
di uscita: 17 luglio
ISBN:
978-8833663067
Sara,
rimasta orfana a causa di un incidente, è costretta ad andare a vivere al
castello del suo austero zio Alberto, in una cittadina chiamata Pomlete.
Al
suo arrivo è accolta con estrema freddezza ma, con il passare dei giorni, fa
amicizia con Marta, la cuoca, e con Erika, la moglie defunta dello zio. Saranno
proprio lo spirito di Erika e la pazienza di Sara a sciogliere il cuore arido e
indurito di Alberto, trasformandolo in una persona cordiale e amabile.
Nonostante
i ripetuti moniti di Erika di stare lontana dall’acqua, Sara deciderà di
trasferirsi in un paesino nei pressi di una diga, dove troverà la sua
indipendenza e l’amore al fianco di Francesco, fino al fatidico giorno in cui
la diga riverserà le sue acque sul centro abitato, trasformando le loro vite
per sempre...
Questo
racconto vuole ricordare il disastro provocato dalla rottura della diga del
Vajont, che in una sola notte ha causato mille e novecento morti. Tragedia che
poteva essere evitata e che ha causato danni all’ambiente e alle persone,
devastando un intero paese.
Sebbene
la narrazione sia puramente fantastica, vuole mettere in risalto come vite
diverse vengano spezzate in poco tempo, per motivi futili e prese di posizione
politico-economiche. Questa storia è stata scritta per non dimenticare, per sottolineare
che la superficialità umana spesso porta alla distruzione di vite, gremite di
desideri ed emozioni.
L’Uomo
diventa, qui, il dio di se stesso. Un suo errore può varcare il limite della
vita e della morte, ed egli si fa autore di misfatti che potrebbero benissimo essere
evitati. È un urlo a chiunque possa decidere delle sorti dell’umanità a essere
più responsabile in ciò che si fa e si esercita, a prescindere dai giri
economici e di potere.
“Le
acque del sonno eterno” vuole implorare tutti gli uomini a imparare dai nostri
stessi errori. Sbagli che hanno portato a catastrofiche conseguenze spezzando l’esistenza
di molte vite umane.
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