Recensione: Disdici tutti i miei impegni di Luca Argentero

 




Autore: Luca Argentero

Titolo: Disdici tutti i miei impegni

Editore: Mondadori

Data di pubblicazione: 18 aprile 2023

Pagine: 192

"La signora ora è davanti a me, mi guarda insistentemente dallo specchietto, accenna un sorriso tentando forse di ricambiare il mio, che di sicuro non è indirizzato a lei ma ai pensieri e ai ricordi dell'orgasmica serata di ieri a Milano: suite, amici, mignotte, additivi chimici." La vita scintillante di Fabio Resti, imprenditore romano che traffica con successo nel business degli eventi aziendali, piomba nell'ombra più anonima quando riceve un'inattesa telefonata da parte della Guardia di Finanza: l'ufficiale Belfiore deve consegnargli una urgente comunicazione giudiziaria che lo riguarda. Causa il possibile inquinamento delle prove, Fabio è costretto a disdire tutti gli impegni e a iniziare l'estate agli arresti domiciliari, a casa dei suoi genitori, in via di Val Tellina, invece che a Formentera o in Salento. È un colpo durissimo, ma anche l'inizio di una piccola, personale rivoluzione. Il confino nell'appartamento dei suoi anni giovanili, l'osservazione dell'amorevole ménage degli arzilli genitori, l'ambiguo fascino di una ragazza che abita nell'appartamento di fronte, le sabbiose lungaggini della giustizia italiana, il diradarsi dei rapporti con colleghi e amici e altri accadimenti e personaggi di contorno trasformeranno la cameretta di Fabio da luogo di detenzione a trampolino verso un futuro diverso dal suo recente passato. Con le disavventure di Fabio Resti, Luca Argentero descrive la sghemba parabola di una generazione che ha inseguito un mito edonistico a colpi di eccessi e di politicamente scorretto. Argentero esordisce in libreria con una storia originale e coinvolgente, che strappa risate e riflessioni e procede tra dialoghi serrati e brillanti assoli psicologici. Lo fa inventando un personaggio lontano anni luce da sé, dai suoi gusti e dal suo vissuto privato. Ma, come succede nei romanzi ben riusciti, capace di gettare uno sguardo lucido e comprensivo.


Ho accettato di leggere questo romanzo per curiosità e sinceramente non avevo aspettative. Purtroppo, pur avendo trovato una scrittura piacevole, non sono rimasta del tutto convinta da questo esordio.

La storia raccontata da Luca Argentero è sicuramente originale e diversa dalle solite letture. L’escamotage narrativo degli arresti domiciliari offre l’occasione a Fabio Resti per riflettere sulla propria vita, le proprie scelte e anche i propri comportamenti. Fabio descrive la propria condizione in una sorta di diario, riporta la frustrazione derivante dal sentirsi vittima di una ingiustizia, il senso di impotenza e di inattività nato dal fatto di essere tornato a stare dai propri genitori, cosa che genera anche un senso di colpa, avendo dato loro una profonda delusione. Da questo punto di partenza molto negativo, Fabio avvia la propria rinascita. La riflessione lo stimola a modificare alcuni comportamenti e ad assumerne altri più corretti e salutari.

Fabio è quindi una sorta di fenice.

 

Avevo un’idea diversa di me.

Mi sentivo più forte, più spavaldo.

Questi tre mesi mi hanno messo di fronte a una realtà che non mi aspettavo.

 

Purtroppo il romanzo ha una grande pecca: l’estrema lentezza di tutta la storia, a tratti trasformata in noia per la ripetitività. Chiaramente questo aspetto è insito nella condizione di arresto del protagonista. L’unico barlume di vita che avrebbe potuto donare un po’ di brio a tutto è la presenza di Anna, ma questo si è rivelato essere un veloce cenno e neanche ben inserito nel quadro generale, tanto da essere come un elemento dimenticabile nell’economia della storia.

Fabio sarebbe potuto essere un bel personaggio, ma in realtà quel cenno di riflessione su se stesso e sulla sua condizione è rimasto fermo a semplici pensieri che non hanno poi dato vita a una vera e propria rinascita. Fabio è e rimane un egocentrico che non ha voglia di impegnarsi seriamente.

Pregio di tutto il romanzo è lo stile narrativo. A differenza della fabula, che avanza lentamente, la scrittura di Argentero è piacevole e abbastanza fluida. Le descrizioni sono adeguate al ritmo e l’inserimento di flashback dona il giusto movimento.

 

un po' stiracchiato

Ringrazio la Casa Editrice per avermi omaggiata della copia cartacea del romanzo e ringrazio Marianna per avermi coinvolta in questo evento.



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