Recensione: Tutto troppo complicato di Anna Premoli

 


Oggi partecipo al review party del nuovo romanzo di Anna Premoli.

Autore: Anna Premoli

Titolo: Tutto troppo complicato

Editore: Newton Compton editori

Data di pubblicazione: 5 gennaio 2024

Pagine: 320

Trama presa da web (Corpo 10 font verdana)

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Come posso parlare al meglio di questo romanzo? Forse proprio con le parole del titolo, Tutto troppo complicato.

Questo nuovo romanzo della Premoli è diverso dai suoi precedenti (che ho letto quasi tutti, mi manca solo Sfida all’ultimo bacio). La prima differenza è data dal genere. Solitamente Anna Premoli scrive dei romanzi rosa molto ironici e con una base molto solida per quello che riguarda l’ambientazione. In questo libro troviamo una storia d’amore appena accennata, immersa in un giallo che però è complicato e molto deludente. Anche il mistero legato al quadro non è un vero e proprio giallo, se non per il fatto che ricorda un po’ una “ricerca avventurosa”, fatta di racconti tramandati, vecchi documenti da interpretare e tanti segreti.

Il racconto vorrebbe poi narrare la storia romantica tra Violante e Amedeo, ma sinceramente non l’ho vista e anzi i due protagonisti sono un po’ sottotono. Sono sicuramente più brillanti Jeanne e l’ispettore Martini (di cui spero di poter leggere la storia in un prossimo romanzo). Tra i due personaggi secondari scorre una discreta elettricità e si generano molte scintille, tanto che le loro battute tengono viva l’attenzione, mentre tra i due protagonisti è “calma piatta”, quasi noia.

Un altro aspetto che allontana questo romanzo dai precedenti è il ritmo della narrazione: è veramente molto lento. La storia è poco coinvolgente, al punto che ho faticato ad andare avanti, trascinando quasi la lettura.

Una cosa che si discosta dai romanzi precedenti, ma che ho apprezzato, sono i due Epiloghi. Quello che ha come voce narrante Jeanne mi fa ben sperare in una storia tra Jeanne e l’ispettore; quello narrato da Violante, pur concludendo la storia, apre le porte a un seguito.

C’è una macchia nera nella narrazione, che dopo un po’ ha iniziato a disturbarmi, ovvero la ripetizione del fatto che Violante sia molto alta, ben più alta di Amedeo. Mi era piaciuta la prima volta a mo’ di battuta, mi sono divertita la seconda volta, ma dalla terza in poi ho iniziato a provare un certo fastidio.

Ci sono poi alcuni errori, un paio dati proprio da correzioni fatte e una mancata rilettura del testo corretto.

Curata come sempre è invece l’ambientazione. Milano fa la sua bella parte, mostrandosi in tutto il suo splendore (sono di parte: amo Milano), e bella è tutta la storia dell’arte che viene raccontata. Infatti Violante, Amedeo e Jeanne sono alla ricerca di uno dei quadri rappresentativi dello stile del futurismo, il movimento artistico fondato da Marinetti.

Sebbene a farmi scegliere di leggere questo romanzo sia stato il nome dell’autrice (per me una garanzia) e il fatto che volesse innestare il rosa con un pizzico di giallo, ammetto di esserne rimasta un po’ delusa.

È una storia carina e l’idea è originale e diversa dal solito, ma meritava di essere sviluppata meglio.

Romanzo nel complesso piacevole, ma che non è all’altezza delle precedenti opere dell’autrice (che mi ha abituata a ben altri standard).

 


Ringrazio la CE per la copia digitale del romanzo, che mi ha permesso di leggere il libro in anteprima, e per avermi coinvolta nel Review Party nella data di uscita.



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