Facciamo quattro chiacchiere #16: Giornata internazionale contro la violenza sulle donne



Il 25 novembre è stato designato come la

Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.


In questa giornata vengono organizzate tante attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica su tale problema.

Basta ascoltare un telegiornale, sfogliare un quotidiano, anche on-line, e ci rendiamo facilmente conto che spesso sono raccontate storie di femminicidio o comunque di abusi sulle donne. È un tema “scottante”, ma non lo si può lasciar passare sotto silenzio.

Quando ci sono queste “giornate dedicate” di solito mi piace informarmi sulla loro origine, su cosa c’è dietro, come siamo arrivati a darle tanta importanza. Ecco perché ho passato diverse ore a cercare informazioni su questo tema. Le mie curiosità erano di diverso tipo.

Perché è stata scelta questa data?

Fu scelta questa data in ricordo dell’assassinio, nel 1960, delle tre sorelle Mirabal.

Da qui: chi erano le sorelle Mirabal?

Le sorelle Mirabal erano donne impegnate nella lotta politica, erano considerate delle rivoluzionarie perché tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961), dittatore della Repubblica Dominicana. Il 25 novembre 1960, infatti, le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate. Per simulare un incidente, vennero sistemate nella loro auto che fu gettata in un precipizio.

Un’altra mia curiosità era legata al colore simbolo della giornata. Perché si è scelto il rosso?

Spulciando tra i vari articoli del web, ho scoperto che nel mondo il colore di questa giornata è l’arancione, infatti viene indicato come l’Orange Day. In Italia si è preferito usare il rosso. O meglio: un paio di scarpe rosse abbandonate sulla strada. Questo simbolo ha origine da una installazione artistica della messicana Elina Chauvet. Quest’opera è denominata Zapatos Rojas ed è diventata presto uno dei modi più popolari per denunciare i femminicidi.

Ora tra tanti modi per riflettere sull’argomento, io ho scelto di presentare i libri di Lucilla Celso. Sono due romanzi autopubblicati, legati tra loro e che hanno come personaggi principali donne maltrattate. Ho letto questi due volumi e li ho recensiti per il blog di Floriana (La biblioteca del libraio) qualche tempo fa, ma ho pensato che fosse opportuno farne segnalazione anche oggi.

Titolo: Dopo il buio ancora una speranza

Autore: Lucilla Celso

Editore: Independently published

Data di pubblicazione: 22 gennaio 2018

Pagine: 120

Giulia, è una donna in carriera, brillante architetto e designer, con un carattere deciso e indipendente, ma dopo una violenta aggressione, le sembra di aver perso tutte le sue sicurezze. Incoraggiata da un’amica testarda, inizia a studiare arti marziali, scoprendo una forza che non credeva di possedere. Giulia si getterà anima e corpo negli allenamenti guidata dal suo istruttore, Alessandro, che la spingerà oltre i limiti. Un passo dopo l'altro la porterà a riconquistare la libertà. Giulia cercherà con tutte le forze la strada per risalire, riscoprendo l’amore verso l'uomo che le sta donando il controllo della sua vita.

La mia recensione la trovate qui 



Titolo: Donne e Storie

Autore: Lucilla Celso

Editore: Independently published

Data di pubblicazione: 15 gennaio 2018

Ogni donna ha una storia da raccontare, un suo mondo da condividere, un sogno da realizzare.

Il cammino non sempre è facile e gli ostacoli a volte sembrano insormontabili.

Riunite in un gruppo di aiuto non sono più sole e affrontano, giorno dopo giorno, un passo alla volta, un cammino di rinascita.

La mia recensione la trovate qui 



Questi due romanzi sono legati tra loro. La protagonista, in entrambi, è Giulia. Recentemente infatti questi due volumi sono stati riuniti nella serie Reborn.

La serie Reborn è incentrata sulle donne. Forti e coraggiose, capaci di sovvertire il loro destino, diventando padrone delle proprie vite, a dispetto di tutte le difficoltà che troveranno lungo il cammino.

Commenti

  1. Manu, come te ero incuriosita dalla scelta del colore rosse e come te ho scoperto come invece era nato prima l'orange day.
    Credo non basti un solo giorno l'anno per ricordare che se c'è violenza non è amore, credo che ogni giorni bisogna sforzarsi affinchè le cose cambino, che mai più delle donne debbano subire violenza, che sia essa fisica o verbale.
    Non conosco i libri di cui parli, mi informerò.

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    1. Sicuramente non basta un solo giorno, ma piuttosto che coprire tutto con il silenzio o con le ingiustizie che si sentono nei telegiornali, meglio parlarne… e forse anche un solo giorno può fare qualcosa.

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  2. molto interessante questo approfondimento

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    1. Grazie… io ho letto la tua recensione de Il racconto dell'ancella, da brivido

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