BLOGTOUR: HG. Ballata dell’usignolo e del serpente di Suzanne Collins


Oggi è il momento della mia tappa, a dire il vero un tema non semplice:

Hunger Games e ruolo del potere, quanto può politicamente essere attuale?

Mi sono fermata molto a pensare e quell’”attuale” mi ha fatto un po’ riflettere. Il “potere” nella trilogia è fondato sulla paura. Soprattutto la paura che gli altri si possano unire e venire contro.

I vari distretti non possono comunicare tra loro. Durante i “giochi” le alleanze sono solo di comodo, tanto che alla fine non vengono mai rispettate. Proprio l’unione, la coesione, il fare gruppo è quello che spaventa il presidente Snow.

Oggi più che mai, visto il periodo di isolamento che abbiamo passato (e stiamo passando), mi sono invece accorta di quanto sia importante la collaborazione.

Immagine presa da Pinterest

Ho sempre immaginato Panem come un mondo fatto di cerchi concentrici e per questo articolo sono andata a cercare le immagini (fan art) su Pinterest. Ho notato che in molti casi i distretti di Panem erano stati collocati su stati degli USA. Per tutti è costante la separazione fra i distretti. La necessità di non permettere la comunicazione.

Se prendiamo in esame alcuni avvenimenti della trilogia, troviamo sempre la costante del mettere in competizione. Si cerca sempre di far sì che non si crei collaborazione. Lo stesso Haymitch spesso tratta i due tributi come due contrapposizioni: tanto uno solo dovrà sopravvivere!

Il potere in Panem è dittatoriale, fondato sulla paura e naturalmente si mostra attraverso i giochi.

È questo un potere che vediamo nel mondo attuale? Sinceramente non lo so. Di certo so che in molti casi abbiamo paura di chi è diverso da noi. Siamo chiamati a collaborare e cooperare nel lavoro, si parla tanto di team building, ma poi abbiamo sempre voglia di far primeggiare le nostre idee a discapito di quelle dell’altro. Sono sempre più convinta che, quando la collaborazione è vera e proficua, si genera la paura. Non è un caso che un detto popolare reciti “l’unità fa la forza”.
Immagine presa da Pinterest

Il governo di Snow mi fa proprio venire in mente questa frase: Divide et impera (dividi e conquista), un motto latino con cui si vuole indicare che la divisione, la rivalità, la discordia dei popoli soggetti giova a chi vuole dominarli. Il presidente Snow vuole dominare e, poiché non ha vere possibilità, instaura un regime di terrore. Peccato che poi si trovi egli stesso a vedere la terra tremargli sotto i piedi nel momento in cui Peeta e Katniss fanno gruppo.

La forza dell’unità la notiamo di più nel secondo appuntamento della saga. In quell’arena terribile a forma di orologio il gruppo di Katniss è un gruppo che collabora, crea strategie per resistere e che si sacrifica (mi viene da pensare a Mags).
Immagine presa da Pinterest


È l’idea di unità e collaborazione che spaventa Snow. Egli non teme Katniss, teme ciò che essa rappresenta.  



Con me si conclude questo “viaggio” nel mondo di Hunger Games. Vi lascio il calendario se vorrete recuperare le tappe precedenti.



Commenti

  1. Ciao. Sono Silvia di Silvia tra le righe e mentre preparavo la mia tappa sui distretti, ho notato proprio questi elementi. La paura che veniva loro trasmessa e che spiega l'odio di Snow per Katniss e gli altri Vincitori, che trasmettevano la speranza. Soprattutto, però, mi ha colpito il modo in cui i distretti erano stati separati tra loro. Non si poteva uscire dal proprio distretto, non si sapeva nulla degli altri distretti, gli Hunger Games contrapponevano i distretti, spingendoli alla distruzione. Non è un caso che la ribellione abbia avuto un senso solo quando si sono riuniti tutti insieme. Purtroppo non ci rendiamo conto che è davvero l'unione la nostra più grande forza. Complimenti per la tua tappa. Silvia.

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    1. Grazie Silvia. Effettivamente già dal primo libro si vedeva quanto fossero "divisi" i distretti tra di loro: Katniss parla del recinto elettrificato.

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