Recensione: La voce del geco di Aldo Boraschi

Autore: Aldo Boraschi

Titolo: La voce del geco

Editore: Altre Voci

Data di pubblicazione: 30 aprile 2021

Pagine: 145

Giusto è un ragazzo che vive sui tetti. Tutta la sua vita accade sui tetti di un condominio di Lavagna, adottato dai vicini e lasciato libero di essere quel che è. Quando arriva Raimonda, tutto cambia. Ma perché tutto davvero possa cambiare è necessario fare il passo in più, scendere nel mondo.


Questo romanzo è la riedizione di un romanzo edito nel 2018. In linea di massima il romanzo è lo stesso, cambia però la veste grafica.

Purtroppo non sono riuscita ad apprezzare questo tipo di storia, anche se è scritta molto bene, senza errori, viva nelle descrizioni e puntuale nel raccontare la vita di Giusto e dei suoi amici. Molto bello è il fatto di andare a sondare i sentimenti più intimi. Interessante è sicuramente il taglio “sociale” che l’autore ha donato a questa storia. Aldo Boraschi ha raccontato la storia di Giusto dando voce agli “ultimi”. Ogni personaggio è ben caratterizzato, per certi versi ognuno di essi è un personaggio che è in cerca di riscatto e rivalsa. Tutti, a modo loro, sono ai margini della vita.

L’autore ci racconta la crescita di questo ragazzo che vuole sentire la voce degli animali e nello specifico vuole ascoltare la voce del geco. Per realizzare il suo sogno, Giusto inizia a vivere sul tetto di un abitato di Lavagna; i condomini diventano i suoi tutori e questo permette a Giusto di crescere istruito, pulito e saziato. Ognuno dei condomini ha un compito ben preciso per accudire questo bambino, che nel frattempo diventa adulto… e si innamora.

L’amore per Raimonda lo porterà a desiderare di fare un passo in più e tornare sulla terraferma, ma non sempre i desideri si realizzano. C’è sempre qualcosa che si mette di traverso e qui sono proprio i gechi!

Per alcuni versi questa storia mi ha ricordato Il barone rampante di Calvino; sicuramente sono due libri diversissimi, ma l’idea di vivere sospeso, senza mettere piede sulla terraferma, mi ha ricordato la storia del barone.

Come dicevo in apertura, questo racconto non mi ha preso. La prima parte mi è sembrata noiosa e lenta, non riuscivo a capire cosa volessero queste persone da Giusto. Gli ultimi capitoli sono sicuramente più coinvolgenti e c’è qualche notizia in più che chiarisce tante piccole cose. Eppure non è riuscito a trasmettermi delle emozioni.

Il finale poi è stato spiazzante e forse un po’ quasi ci speravo.

 


Ringrazio la CE per la copia digitale e Virginia (Le recensioni della libraia) per avermi coinvolta in questo evento.

 


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