Recensione: Maledizione Notre-Dame di Barbara Frale

Autore: Barbara Frale

Titolo: Maledizione Notre-Dame

Editore: Newton Compton Editori

Data di pubblicazione: 21 marzo 2023

Pagine: 288

Parigi, 1302. C'è una maledizione che aleggia sulla porta sinistra della facciata di Notre-Dame, quella forgiata dal geniale fabbro Biscornet con l'aiuto del Maligno: chi la attraversa nelle notti di luna nera può evocare lo spirito del fabbro e chiedere il suo aiuto per compiere imprese impossibili a un comune mortale. A questa leggenda pensa il re di Francia Filippo il Bello, proprio in una notte di luna nera. Una minaccia inimmaginabile incombe sul suo regno e per allontanarla il sovrano è disposto a tutto, anche ad attraversare quella soglia maledetta. Nello stesso momento, a Roma, il sonno di Dante Alighieri è turbato da un incubo: una foresta oscura, popolata di fiere e attraversata da un sentiero che conduce a una terribile porta... È la porta dell'Inferno, che lo attende come un sinistro presagio di dannazione. Quando la giovane Maddalena Caetani, nipote di papa Bonifacio VIII, scompare misteriosamente nel nulla, i sospetti si addensano proprio su Dante, che ha lasciato Roma pochi giorni prima. L'Alighieri intende vendicarsi di Bonifacio VIII che ha favorito la sua condanna all'esilio? Oppure è stato il re di Francia a ordinare quel sequestro, per tenere il papa sotto ricatto? Qualcuno ha davvero attraversato la porta maledetta di Notre-Dame e stretto un oscuro patto con il demonio. Un nemico senza volto si muove nell'ombra, deciso a scatenare una guerra all'ultimo sangue tra Filippo il Bello e Bonifacio VIII, pronto a sacrificare senza il minimo scrupolo tutte le vite innocenti che serviranno per raggiungere il suo scopo. Il re di Francia, il sommo poeta e un oscuro patto col demonio...


 

«Spesso la brama del potere è una cancrena che corrompe ogni nobile sentimento umano, come la ruggine corrode il ferro.»

 

La storia medievale è piena di avvenimenti che ci fanno pensare ad una scacchiera. Mosse e contromosse in cui ogni pezzo è importante. In questo caso la storia è ambientata nella Francia del re Filippo IV detto il Bello, c’è poi l’importante figura di Bonifacio VIII e si vede aleggiare sullo sfondo quella di Edoardo I d’Inghilterra. La lotta tra la Francia e il papato è come una partita a scacchi, nella quale le mosse più importanti non sono quelle portate avanti dai due re, il Papa e Filippo IV, ma quelle che cercano di dare una svolta alla situazione, quelle delle persone che ruotano attorno a queste due figure, ovvero dignitari, regine, consiglieri e monsignori che popolano l’ambiente di corte. Sicuramente le due regine, la regina Giovanna I di Navarra, sposa di Filippo, e la regina vedova, Maria di Brabante, sono le figure che più di tutte smuovono le situazioni di questo periodo storico, in quanto sono capaci di ordire intrighi per costringere i due regnanti a fare la loro mossa. Le due regine vedono oltre il particolare, guardano con occhio attento il campo di battaglia e sanno prevedere quale siano le conseguenze delle mosse dei due contendenti. Entrambe sono fondamentali per questa storia, sono figure forti che hanno chiaro quale sia il concetto di comando.

Il mistero della scomparsa di Maddalena è solamente il pretesto per mettere in luce quali siano i complotti di corte o anche quelli del papato, quale sia la brama di potere che queste due donne hanno, quanto sia forte la voglia dell’una di prevaricare l’altra, anche a discapito della morte del sovrano stesso o della devastazione della terra di Francia. Maddalena è semplicemente la pedina di questa partita a scacchi, è insignificante nel grande quadro della lotta di potere.

Sicuramente la Frale ha la capacità di rendere attuale qualcosa che ormai è lontano nei tempi e le vicende del 1300 prendono vita davanti a noi in una scrittura viva. Ho faticato a tenere dietro a tutto quello che la Frale ci racconta, perché sono narrate tante vicende e i cambi di scena si avvicendano frequentemente. C’è da evidenziare che le scene romanzate si innestano bene nel quadro storico, però tutto è proposto in molto complesso e difficile da sbrogliare. Ancora una volta la Frale ci porta all’interno delle cospirazioni di palazzo, ci fa vedere il papato come qualcosa di corrotto dove non si seguono veramente gli insegnamenti della vita cristiana, come una vera e propria reggia ricolma di congiure, di sotterfugi, di mosse dettate dalla brama di potere. Il Papa è trattato al pari di un re, infatti emerge una figura di Bonifacio VIII come avido del potere temporale e della voglia di tenere tutto sotto controllo, per essere al di sopra dei regnanti francesi, come anche di quelli anglosassoni. Sicuramente la Frale è bravissima a raccontare la storia mescolando vero e romanzato in un modo talmente ben fatto che non ci si accorge della differenza tra ciò che è realmente successo e ciò che c’è di inventato. Quello di cui possiamo essere certi è l’accuratezza storica, ci sono riferimenti puntuali e precisi derivanti dalla ricerca storica che è alla base di questo romanzo; non nego di essere andata alla ricerca di tanti avvenimenti raccontati dalla Frale, anzi proprio l’accuratezza della ricerca ha reso questo libro una storia che è autentica e credibile.

Non sono una amante dei libri storici, ma devo ammettere che questo romanzo è scritto bene, è coinvolgente, anche se non sono riuscita ad apprezzarlo appieno. Come già detto, mi è piaciuta l’attendibilità, ma mi aspettavo qualcosa di diverso. Dopo aver letto la trama, avevo creduto di trovare uno spazio maggiore per la figura di Dante Alighieri, mentre ve ne è solo un cenno, nel quale egli viene nominato come amico di Crescenzio. Chiaramente si tratta di una parte di cui si poteva benissimo fare a meno, in quanto nel quadro generale l’idea che Dante sia in qualche modo legato a Crescenzio e a Maddalena non aggiunge e non toglie nulla alla narrazione. Questo non è il solo elemento che forse poteva tranquillamente essere tagliato, anzi ci sono molti passi che nominano personaggi o eventi ma che poi non portano da nessuna parte. Ciò non toglie che potrei essere stata io a non cogliere il quadro d’insieme o il legame di certi passaggi con il resto del racconto. Mi sarebbe poi piaciuto un maggiore risalto alla figura dell’alchimista, Arnaldo il Catalano, determinante alla fine del racconto.

Dunque perché ho letto questo romanzo? In realtà lo ho letto perché ero curiosa di conoscere altri scritti della Frale; tempo addietro avevo letto I sotterranei di Notre-Dame (recensione) e mi era piaciuto, speravo quindi di rivivere lo stesso coinvolgimento. In realtà questo nuovo romanzo l’ho vissuto sottotono. Ripeto: non è una mancanza dell’autrice, perché ha l’accuratezza storica, ma questa volta ho trovato il racconto particolarmente pesante, ci sono brani molto ingarbugliati di cui difficilmente si trova il bandolo. Sicuramente la storia del rapimento di Maddalena è fondamentale per capire l’astio che c’è tra Francia e papato, ma in definitiva è un piccolo tassello. In realtà non spiega nulla, è un pretesto che serve per la finzione narrativa, per inserire quei personaggi che non sono reali o che forse nella realtà non erano poi così fondamentali.

Tra tutti i personaggi però ce ne è uno che più di tutti mi ha colpito: la regina Giovanna I di Navarra, con il suo attento interesse alle vicende di Francia e alla sorte del marito. Opera sempre in modo tale che la Francia, e dunque il suo Re, non riceva danno e che quindi non si scateni veramente una lotta con il papato.

A conclusione posso dire che, benché quella che ho letto sia una storia interessante e precisa, accertata nei fatti storici, non è riuscita a rendermi completamente partecipe.

Ringrazio la CE per avermi omaggiata della copia cartacea del romanzo




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