Recensione: Eleanor Oliphant sta benissimo di Gail Honeyman

Autore: Gail Honeyman

Titolo: Eleanor Oliphant sta benissimo

Editore: Garzanti

Data di pubblicazione: 25 ottobre 2022

Pagine: 352

Mi chiamo Eleanor Oliphant e sto bene, anzi: sto benissimo. Non bado agli altri. So che spesso mi fissano, sussurrano, girano la testa quando passo. Forse è perché io dico sempre quello che penso. Ma io sorrido. Ho quasi trent'anni e da nove lavoro nello stesso ufficio. In pausa pranzo faccio le parole crociate. Poi torno a casa e mi prendo cura di Polly, la mia piantina: lei ha bisogno di me e io non ho bisogno di nient'altro. Perché da sola sto bene. Solo il mercoledì mi inquieta, perché è il giorno in cui arriva la telefonata di mia madre. Mi chiama dalla prigione. Dopo averla sentita, mi accorgo di sfiorare la cicatrice che ho sul volto e ogni cosa mi sembra diversa. Ma non dura molto, perché io non lo permetto. E se me lo chiedete, infatti, io sto bene. Anzi, benissimo. O così credevo, fino a oggi. Perché oggi è successa una cosa nuova. Qualcuno mi ha rivolto un gesto gentile. Il primo della mia vita. E all'improvviso ho scoperto che il mondo segue delle regole che non conosco. Che gli altri non hanno le mie paure, non cercano a ogni istante di dimenticare il passato. Forse il «tutto» che credevo di avere è precisamente tutto ciò che mi manca. E forse è ora di imparare davvero a stare bene. Anzi: benissimo.

 

Come molto spesso mi capita, arrivo sempre in “ritardo” su alcune letture. La prima edizione di questo romanzo è uscita nel 2018, io l’ho comprata con qualche anno di ritardo e poi ho aspettato ancora prima di leggerlo. L’ho letto proprio perché ero molto curiosa, ne avevo sentito parlare molto bene da più persone.

Sincerità per sincerità, ho passato più di metà della lettura a domandarmi in cosa potesse essere considerato bello. Sicuramente è scritto bene, molto bene. Ti permette di entrare bene nell’intimo di Eleanor, inizi a vedere il mondo nel modo in cui lo riesce a vedere Eleanor e provi la stessa grande solitudine che prova lei…

Più andavo avanti nella lettura più mi sentivo triste e sola, esattamente come la protagonista si sentiva.

 

A volte basta soltanto una persona gentile seduta al tuo fianco mentre affronti le cose.

 

Eleanor è sempre stata sola, ha un passato ricco di cose brutte: l’incendio, le famiglie affidatarie, gli istituti per l’infanzia… Non ci si può meravigliare se poi lei stessa sia portata a pensare di non meritare nulla. Inizia così a farsi bastare quello che ha, il poco che le serve. Certo, non ha fatto i conti con il fato, il destino, il caso… (scegliete voi quello che ritenete più opportuno). Sicuramente non aveva previsto l’arrivo di Raymond. E con lui non aveva considerato una serie di accadimenti… Sicuramente non avrebbe messo in conto di cambiare.

Forse possiamo descrivere questo romanzo come una storia di cambiamento.

Eleanor, organizzata, oculata, asociale, banale, abitudinaria, si trova a dover affrontare “la gente”, inizia a frequentare Raymond, comincia ad andare alle feste, presta attenzione al proprio aspetto e, cosa più importante, affronta il suo passato. In tutto questo percorso evolutivo ha un ruolo decisivo Raymond!

 

… ma del resto la vita a volte sa sorprenderti.

 

Forse ho affrontato questo romanzo non nel momento adatto, sono riuscita a percepire solo il grande dolore che lo permea. Non l’ho apprezzato in pieno, anche se ammetto che è scritto in modo davvero impeccabile.

Non è un brutto libro, è solo molto triste. Ti lascia un senso di amarezza e sconforto. Credo che il suo intento fosse quello di dare speranza, il messaggio è comunque un messaggio positivo, di crescita e di rinascita, ma io ho avvertito solo la solitudine estrema di Eleanor. Il fatto che per tutto il romanzo Eleanor si ripetesse di stare bene non ha fatto che acuire questa sensazione di isolamento.

Mi è piaciuto? Sì, è sicuramente un bel libro. Particolare e non banale. Un libro molto profondo, ricco di temi importanti come la solitudine, la dipendenza da alcol, la depressione come malattia, l’importanza di saper chiedere aiuto. Ha molti spunti di riflessione e ho segnato tante frasi. Eppure non mi sono sentita soddisfatta nella lettura. Anzi, ho accolto la fine con un sospiro di sollievo.

C’è anche da dire che avevo iniziato a leggerlo, ma procedevo a rilento e credo di aver letto i primi capitoli almeno tre volte; poi ho scoperto che il titolo era presente nel catalogo Audible e così ho iniziato ad ascoltarlo seguendolo sul libro… è stato molto meglio. La lettrice era bravissima ed Eleanor mi è sembrata più vicina.

Se in qualche modo state cercando una lettura che parli di depressione e solitudine, questo romanzo è adatto. Se state cercando una lettura più “leggera”, passate oltre. Per affrontare questo libro bisogna essere pronti a soffrire.






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