Recensione: The kiss quotient. La matematica dell'amore di Helen Hoang


Autore: Helen Hoang

Titolo: The kiss quotient. La matematica dell'amore

Editore: Leggereditore

Data di pubblicazione: 22 novembre 2022

Pagine: 288

Stella Lane pensa che la matematica sia l’unica legge che regoli l’universo. Nel suo lavoro si serve di algoritmi per prevedere gli acquisti dei clienti e questo le ha assicurato più denaro del necessario, ma l’ha privata di un minimo di esperienza con gli uomini. Non aiuta il fatto che Stella sia affetta da Asperger e che i baci alla francese le ricordino uno squalo che si fa pulire i denti da un pesce pilota. La soluzione per i suoi problemi è una sola: fare molta pratica, con un bravo professionista. Ecco perché assume un gigolò, Michael Phan, un vero esperto nel settore, che accetta di guidarla in un articolato programma di lezioni: dai preliminari alle posizioni più ardite. In poco tempo Stella non solo impara ad apprezzare i suoi baci, ma anche tutte le altre cose che Michael le fa provare e la loro “insensata” collaborazione inizia ad assumere uno strano senso, tanto da insinuare in lei il sospetto che l’amore sia la logica da seguire...


Questo romanzo è una storia davvero carina, si legge con piacere, ci sono momenti molto buffi nella loro genuinità e semplicità e un pizzico di riflessione la fai…

The kiss quotient è una storia rosa dei nostri tempi, Stella è una econometrista (termine a me sconosciuto e che ho imparato a capire grazie a questo libro) e Michael è un gigolò. L’incontro tra questi due personaggi genera una storia romantica, semiseria. Il trope che regge tutto è quello della finta relazione: Stella infatti chiede a Michael di essere il suo fidanzato di prova. La nostra protagonista ha la necessità di un finto fidanzato, perché la madre la vorrebbe vedere sposata, sostanzialmente vorrebbe dei nipotini, ma Stella ha delle difficoltà ad approcciarsi alle persone perché è autistica. Quindi ha la bella pensata di assoldare Michael prima come insegnante di sesso e poi come fidanzato di prova, affinché le possa insegnare come si comportano due persone che hanno una relazione amorosa.

Nelle parte in cui Stella lo ingaggia come insegnante di sesso mi sono divertita da matti, perché percepivi lo spiazzamento di Michael davanti all’organizzazione ossessiva di Stella. Quando iniziano la relazione finta, il romanzo ha una piega più romantica perché, anche se continuano a ripetere che è un accordo, che è finto, si inizia a percepire il cambio di dinamica. Soprattutto Michael, che è poi il primo che si innamora delle fragilità di Stella. Stella impiega più tempo a capire i propri sentimenti, ma solo per via della propria condizione; è infatti convinta che la propria attrazione verso Michael sia solo una ossessione dovuta al fatto di essere autistica.

Questo romanzo mi attirava fin dalla sua uscita e ricordo che a dicembre, quando sono stata a Più libri più liberi, volevo acquistarlo, ma era andato a ruba e non ce ne era più nemmeno una copia; stessa sorte al SalTo23, ma per fortuna le “amiche di manicomio” me lo hanno regalato per il mio compleanno! E ammetto che la cosa che mi attraeva maggiormente era il titolo, che ha quel sapore “matematico”. È stato uno di quei libri che ti chiama, sono davvero contenta di averlo letto. Certo, di matematica c’è poco, ma anche il fatto che si parli di una donna che primeggia in un campo prettamente maschile ha il suo fascino. Quello che maggiormente mi ha colpito è il fatto che Stella sia autistica. Leggendo la biografia dell’autrice Helen Hoang, ho scoperto che ella stessa è autistica e che in questo romanzo ha messo parte di quello che è il suo vissuto, anche se Stella è “vera”. Leggendo gli atteggiamenti della protagonista, il suo modo di percepire odori e suoni, il parlare senza filtri, la difficoltà nel rapportarsi con gli altri, soprattutto l’incapacità di toccare e farsi toccare, sono riuscita a immaginarmi cosa possa sentire una persona autistica. Ammetto che mi è subito venuto in mente un bambino che ho l’opportunità di frequentare pressoché quotidianamente e ho rivisto, grazie a Stella, quello che lui può provare. L’autrice ha trasformato Stella da pagina scritta a essere vivente, ella è viva ed entri subito in empatia con lei. Mi è piaciuto anche il fatto che l’autrice non parli di autismo come fosse una malattia, ma come una “caratteristica” della personalità.

Se Stella è una bella protagonista, meraviglioso è anche Michael, il quale deve fare i conti con il suo passato, molto ingombrante, con un padre che non gli ha lasciato una eredità lusinghiera. Eppure Michael prende quello che era il suo vissuto e lo trasforma in qualcosa di bello, diventa un uomo attento, premuroso, responsabile.

È una lettura molto carina, mi sono divertita e ha il giusto grado di piccantezza (quello che tutti chiamano spicy). Quindi, se state cercando una lettura frizzante, scorrevole e piacevole per passare qualche ora in modo leggero, ecco che questo romanzo è del tutto consigliato.




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