Recensione: Il rosmarino non capisce l’inverno di Matteo Bussola
Autore: Matteo Bussola
Titolo: Il rosmarino non capisce l’inverno
Editore: Einaudi
Data di pubblicazione: 28 giugno 2022
Pagine: 160
«A cosa pensa una donna quando, assordata dalle voci di tutti, capisce all’improvviso di aver soffocato la propria?» In pochi come Matteo Bussola sanno raccontare, con tanta delicatezza e profondità, le contraddizioni dei rapporti umani. In pochi sanno cogliere con tale pudore il nostro desiderio e la nostra paura di essere felici. Una donna sola che in tarda età scopre l’amore. Una figlia che lotta per riuscire a perdonare sua madre. Una ragazza che invece non vuole figli, perché non sopporterebbe il loro dolore. Una vedova che scrive al marito. Una sedicenne che si innamora della sua amica del cuore. Un’anziana che confida alla badante un terribile segreto. Le eroine di questo libro non hanno nulla di eroico, sono persone comuni, potrebbero essere le nostre vicine di casa, le nostre colleghe, nostra sorella, nostra figlia, potremmo essere noi. Fragili e forti, docili e crudeli, inquiete e felici, amano e odiano quasi sempre con tutte sé stesse, perché considerano l’amore l’occasione decisiva. Cadono, come tutti, eppure resistono, come il rosmarino quando sfida il gelo dell’inverno che tenta di abbatterlo e rinasce in primavera nonostante le cicatrici. Un romanzo in cui si intrecciano storie ordinarie ed eccezionali, che ci toccano, ci interrogano, ci commuovono. «Ho deciso di scrivere di donne perché non sono una donna. Perché ho la sensazione di conoscerle sempre poco, anche se vivo con quattro di loro. E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già» (Matteo Bussola).
Ho letto le ultime pagine del libro
piangendo, sentivo le lacrime scendere e non potevo fare nulla per arginarle
(per fortuna stavo seguendo la lettura su Audible, altrimenti molte parole non
sarei riuscita a leggerle), leggevo e le lacrime cadevano sul telo mare, dove a
un certo punto ho dovuto poggiare il kobo…
Quando mi capita di piangere in questo modo
vuol dire che il libro mi ha toccato nel profondo.
Quest’opera racconta la storia di Mira
attraverso le storie di tante donne, donne che in un modo o nell’altro sono
state a contatto con Mira. Sono tanti piccoli racconti, ognuno dei quali ha
come protagonista una donna e narra quelli che potrebbero essere i suoi
pensieri. Sono donne diverse tra loro, ognuna con un proprio problema. Hanno
tutte età diverse, da Aika, bambina di otto anni, a una donna come Giuseppina,
che di anni ne ha cinquantatré. Ognuna di loro ha fatto una scelta e da quella
scelta la vita ha preso una sua “piega”, poi però c’è l’incontro con Mira, che
non giudica ma ascolta. Prova a dire la sua senza vergogna e senza sensi di
colpa, vuole solo aiutare. Mira non è “perfetta”, ha solo deciso di essere
libera e di pensare a se stessa. La sua decisione le è costata cara sotto
alcuni aspetti, ma le ha donato anche tanto. Non ha avuto una vita facile, ma
ha avuto il coraggio di tenere a se stessa, una sorta di sano egoismo… quello
che molte donne si negano.
Nel libro sono presentati tanti temi che
ognuno di noi forse ha affrontato, ma a modo suo, e Bussola cerca di fare proprio
questo, ovvero presenta come una donna possa affrontare il tradimento, la
perdita del marito, la decisione di non avere figli, l’omosessualità, l’arrivo
di un fratellino, la voglia di essere libera di poter fare l’amore come e
quando vuole, la malattia. Tutto prede l’avvio proprio dal funerale di Mira,
morta per una recidiva del tumore al seno (un mostro che purtroppo molte donne
devono affrontare).
Bussola ha la capacità di raccontare le
persone. Te le fa vivere. Avevo apprezzato questa sua capacità nel romanzo Il tempo di tornare a casa (recensione)
e qui ho avuto la conferma di questa sua grande dote. Io amo molto osservare le
persone, guardare i loro gesti, come stanno seduti, come si relazionano con gli
altri, mi piace immaginare le loro storie… Bussola fa questo nei suoi libri. Parte
da un dettaglio e racconta immaginando quello che possa essere successo a quel
determinato personaggio per farlo arrivare a essere così! Chissà che storia
potrei avergli ispirato io, che mi asciugavo le lacrime seduta sul lettino in
riva al mare mentre tenevo gli occhi fissi sul libro e con le cuffiette alle
orecchie…
Sicuramente un ruolo determinante lo ha avuto
il fatto di averlo letto seguendo la voce di Matteo Bussola su Audible. Matteo
leggeva il suo romanzo con lentezza, calcando alcune parole e facendone
scivolare altre. Questo mi ha permesso di sentirlo più vivo.
Non ho altre parole per dire che è bello, che
è un libro da leggere perché rompe tanti cliché che ancora oggi ci sono. È un
libro che parla di libertà.
Assolutamente consigliato.
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