Recensione: Un buon posto in cui fermarsi di Matteo Bussola
Autore: Matteo Bussola
Titolo: Un buon posto in cui fermarsi
Editore: Einaudi
Data di pubblicazione: 20 giugno 2023
Pagine: 160
A volte la vita ci colpisce fino ad
abbatterci. E, se invece di rialzarci, provassimo a guardare il mondo con gli
occhi di chi è a terra? Forse proprio la resa può regalare un’inaspettata
felicità. Dopo “Il rosmarino non capisce l’inverno”, il nuovo commovente
romanzo di Matteo Bussola. In pochi hanno saputo raccontare la fragilità
maschile senza stereotipi, senza pregiudizi, senza vergogna. Matteo Bussola sa
farlo con schiettezza e umanità. In queste pagine lancinanti eppure piene di
luce, un uomo trova il coraggio di disertare la propria esistenza e costruire
un sogno. Un padre in neuropsichiatria con il figlio impara ad accogliere la
ferita di chi ha messo al mondo. Un anziano marito, prendendosi cura della
moglie malata di Alzheimer, si domanda che cosa rimanga di una relazione quando
chi amiamo sparisce, anche se possiamo ancora toccarlo. Un hikikomori che si è
innamorato online vorrebbe incontrare chi è diventato per lui così importante,
ma la paura di uscire lo imprigiona. Un bambino ubbidiente scopre la bellezza
inattesa di deludere le aspettative. Incrinati, piegati, sconfitti, capaci però
di cercare un senso, di intravederlo lì dove mai avrebbero creduto, questi
protagonisti trovano ognuno un modo personale, autentico, spudoratamente
onesto, di rispondere alla domanda: «Che cosa fa di un uomo un uomo?»
Sono contenta di aver letto questo libro subito dopo aver letto Il rosmarino non capisce l’inverno (recensione) per due motivi:
1) in qualche modo questi due libri sono
legati, perché alcuni racconti di quest’ultimo richiamano le storie delle donne
di Il rosmarino non capisce l’inverno;
2) perché Un
buon posto in cui fermarsi fa da contraltare al precedente: laddove si
parlava di cosa pensano le donne, qui ci si interroga su “cosa rende un uomo un
uomo”. Il rosmarino non capisce l’inverno
ci parla di donne forti che hanno affrontato crisi e problemi; Un buon posto in cui fermarsi ci
racconta gli uomini con le loro fragilità.
Lo stile è lo stesso che abbiamo incontrato
ne Il rosmarino non capisce l’inverno
e in Il tempo di tornare a casa: sono
racconti brevi che in qualche modo sono legati tra loro. Sono storie che
parlano di umanità.
A raccontare è Stefano, anche se non lo si
capisce subito, bisogna aspettare il termine del romanzo per comprenderlo a
pieno. Stefano racconta al suo bimbo appena nato la storia di tanti uomini, una
storia che si intreccia con altre. Tutte però ci parlano di uomini che, in
qualche modo, hanno scoperto di essere fragili. C’è chi non si piace nel suo
corpo che considera sbagliato, c’è chi tradisce, c’è chi ha fallito nel proprio
lavoro e chi, arrivato alla vecchiaia, deve reinventarsi per non perdersi, c’è
chi ha alle spalle una vita difficile con tanto di guerra e devastazione.
Sono tutte storie che raccontano gli uomini e
il loro ruolo nella società, storie che ci parlano di omosessualità, razzismo,
infedeltà, ma anche voglia di esserci. Tra tutte mi sono piaciute di più le
storie di Pietro e Misha, due ragazzi, due adolescenti che non sanno come far
uscire la rabbia e/o la paura che è in loro, rabbia per non essere compresi
dagli adulti, rabbia per non riuscire a capire quale sia il loro posto nel
mondo. Non so perché, ma ho pensato ai miei figli, che sono adolescenti anche
loro, e mi sono sentita un po’ come il papà di Pietro: impotente e in colpa,
perché io ho pensato le stesse cose che ha pensato il papà di Pietro, anche io
a volte mi sento sbagliata come mamma. Un’altra storia bellissima è quella di
Mario. Mario ha fallito due matrimoni, ma nel terzo ha capito cosa non andava e
condivide questo suo segreto con Eugenio, che invece è arrivato alla pensione e
si ritrova a vivere con la moglie come se fossero due estranei.
L’ho già detto più volte, ma Matteo Bussola
ha la capacità di raccontare la semplicità della quotidianità rendendola
straordinaria e speciale. Ci regala sempre dei quadri bellissimi che parlano
del generale senso di umanità.
Assolutamente consigliato.
Anche questa volta ho letto il libro seguendo
la lettura da parte di Bussola su Audible. Esperienza emotivamente devastante,
perché tutti i personaggi sono vivi e riverberano in te.
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