Recensione: Sotto la porta dei sussurri di T.J. Klune

Autore: T.J. Klune

Titolo: Sotto la porta dei sussurri

Editore: Mondadori

Data di pubblicazione: 17 maggio 2022

Pagine: 408

Quando un mietitore va a prenderlo al suo stesso funerale, Wallace comincia a sospettare di essere morto. E quando Hugo, il proprietario di una singolare sala da tè, si offre di aiutarlo ad "attraversare", Wallace capisce che, sì, deve proprio essere morto. Ma Wallace non si rassegna ad abbandonare una vita che sente di avere a malapena attraversato ed è deciso a vivere fino in fondo anche un piccolo scampolo, anche una breve parentesi di esistenza che, se vissuta pienamente, può farsi intera.


 

Io non posso che ringraziare le mie amiche di “manicomio” (Chiara, Chicca, Dolci ed Erica) per avermi fatto conoscere Klune e per avermi regalato i suoi romanzi… sappiate che lo adoro!

Ero già rimasta particolarmente colpita dal precedente romanzo, La casa sul mare celeste, e questa nuova avventura è bellissima e dolorosa, ma ricca di speranza.

 

Non pensava di aver trovato la pace, o almeno, non ancora. Continuava ad avere paura. Ovvio. L’ignoto faceva sempre paura.

 

Esattamente come indicato dall’autore in apertura del romanzo, questo racconto non si può leggere di fretta. Ha bisogno di essere “sentito”.

Benché scritto in modo fluido e scorrevole, che invoglia la lettura, c’è bisogno di metabolizzarlo. Un po’ per colpa del tema di cui tratta, ovvero la morte e l’accettazione del lutto, un po’ perché ricco di emozioni.

È un racconto “religioso”, non nel senso che voglia fare proseliti, ma è una storia che ci spinge a riflettere, a porci delle domande su cosa c’è dopo…

Il tutto, come già accennato, scritto in una prosa piacevole e con una descrizione di situazioni e personaggi così vivida da farti immaginare di essere lì con loro.

Sotto la porta dei sussurri è un libro che si rivolge agli adolescenti, ma è bellissimo da leggere anche da adulti.

Ci offre tanti spunti di riflessione:

ci parla di elaborazione del lutto. Tutti noi abbiamo vissuto la perdita di una persona cara ed è difficile accettare che non ci sia più. Come facciamo a sapere che cosa le accadrà? Questo romanzo cerca di dare una sua spiegazione.

 

«È… diverso. Ogni persona è diversa. Non è semplice, ma la morte non lo è mai.»

 

Wallace Price vive il proprio lutto, ma, cercando di accettare il fatto di essere morto, comprende che ci sono diversi modi di affrontare questo momento: c’è il dolore forte di chi resta, come capita a Nancy e Cameron; c’è la preoccupazione dei morti per coloro che rimangono, come accade a nonno Nelson o ad Apollo;

ci racconta di malattia. Non solo di malattie del fisico come l’infarto, ma anche e soprattutto di malattie dello spirito, come la depressione e gli attacchi di panico scaturiti dai sensi di colpa;

ci parla di accettazione di sé e degli altri, del diverso da noi e dell’inaspettato. Wallace deve accettare di essere morto, Hugo deve fare i conti che non può prendersi le colpe delle azioni degli altri;

ci rivela quanto sia importante il libero arbitrio, inteso come capacità di decidere senza costrizioni. Ognuno di noi fa le proprie scelte, nulla è precostituito, non ci sono direzioni obbligate.

 

«È una scelta, Wallace. È tutto frutto di una scelta.»

 


Nei romanzi di Klune poi non manca la componente queer. Anche in questo racconto troviamo la storia d’amore che nasce tra Wallace e Hugo. Una storia che si sviluppa piano piano, da amici e confidenti capiscono di volere qualcosa di più, ma c’è il piccolo particolare che Wallace è morto. Il loro legame quindi viaggia e si sviluppa su una dimensione “altra”, non c’è contatto fisico, ma c’è comunione di idee, di intenti, di desideri. La storia tra questi due uomini è di una dolcezza unica. Klune affronta questo tema sempre con grande sensibilità e delicatezza.

 

«Non è mai abbastanza, vero? Il tempo. Pensiamo sempre di averne un sacco, ma per quello che conta davvero non è mai abbastanza».

 

Ho amato La casa sul mare celeste, ma questo secondo libro mi è piaciuto molto di più. L’ho trovato più completo, più maturo, più profondo. Ora ho grandi aspettative per il terzo romanzo, che ho già in libreria (sempre regalo delle amiche di manicomio): Nella vita dei burattini.

 


Disclaimer: le immagini a corredo di questo post le ho prese da Pinterest.



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