Recensione: Non tormentarmi, Nagatoro! di Nanashi

Autore: Nanashi

Titolo: Non tormentarmi, Nagatoro!

Editore: Edizioni BD

Naoto Hachioji è un liceale otaku, appassionato di arte e completamente restio a instaurare rapporti con i suoi coetanei. Vive una monotona e tranquilla quotidianità, fino a quando l'incontro in biblioteca con la compagna più giovane Hayase Nagatoro non sconvolge totalmente la sua vita. Nagatoro è esattamente l’opposto di lui: brava nello sport, socievole, circondata dagli amici ed energica, ma soprattutto… piuttosto sadica! Comincia così il rapporto di questa improbabile coppia, con Nagatoro che si dedicherà a tormentare senza sosta il suo "Senpai", all'inizio in maniera crudele e ammiccante, ma celando con sempre meno successo un genuino interesse nei confronti del ragazzo, che, grazie a questo "allenamento" spietato, si ritroverà inconsciamente a uscire sempre più dal suo guscio…


Durante questa estate ho potuto leggere un “manga” che mi ha consigliato Figlio#2, grande cultore sia del Giappone sia di manga e anime (non chiedetemi la differenza perché per me possono benissimo essere la stessa cosa…). Una sera che non sapevo cosa leggere ho iniziato il primo libretto di Nagatoro e in questi due mesi estivi ne ho letti 14… ora aspetto che Figlio#2 compri il 15esimo, che è già uscito, perché io ho bisogno di sapere come prosegue questa storia!

La cosa bella del leggere le stesse cose che leggono i figli è quella che poi mi posso confrontare con loro, perché io ci vedo delle cose e loro magari danno altre interpretazioni degli stessi episodi. Ecco perché questa volta la recensione sarà a “quattro mani”, con l’incursione di Figlio#2.


Nagatoro è una bellissima ragazzina di prima liceo, molto simpatica ed esuberante che “tormenta” il suo “Senpai”. Lo tormenta in tutti i modi possibili e immaginabili: piomba urlando nell’aula di arte dove il senpai sta disegnando, lo provoca andando in giro con il costume da bagno, gli propone sempre di essere lei la sua modella, lo chiama schifoso, verme… E lui invece è sempre gentile, carino, disponibile.

Io parto dal presupposto che Nagatoro sembra la classica ragazzina che si innamora, ma che non vuole farlo vedere e allora diventa fastidiosa. Secondo la mia opinione ha iniziato a disturbare il senpai perché le piaceva (questo tipo di ragazza in giapponese si chiama tsundere ed è un tipo di personaggio molto frequente negli anime e nei manga). Il senpai sicuramente è attratto da Nagatoro, ma non ha il coraggio di ammetterlo e quindi subisce gli scherzi, anche i più pesanti, pur di stare con lei.


Volumetto dopo volumetto, il rapporto tra Nagatoro e il senpai cresce e il loro legame diventa sempre più profondo. Iniziano a confidarsi anche sulle paure che ognuno di loro due ha. Il senpai diventa più sportivo e risoluto, Nagatoro più matura, tanto da appassionarsi anche all’Arte. E se il comportamento di Nagatoro è sempre stato malizioso e tentatore, quando entra in scena una nuova kōhai nel club di arte, Nagatoro diventa anche gelosa (il kōhai è l’opposto del senpai: il senpai è lo studente o il collega più anziano e quindi più esperto, il kōhai è lo studente o il collega più giovane. Nella storia quindi, il senpai viene chiamato così da Nagatoro perché va in seconda, mentre lei va in prima).

Ci sono poi altri personaggi che ruotano intorno a Nagatoro e al senpai: le amiche di Nagatoro. Un gruppetto di tre ragazzine (Gamo, Yoshi e Sakura) che diventano il tormento più grande del nostro senpai.

Tutto il racconto è ambientato all’interno del liceo e della vita da liceali. Mancano le figure degli adulti, tutto è centrato su Nagatoro (prima liceo) e sul senpai (seconda liceo).


Devo dire che la storia ormai mi ha preso completamente, sogno il momento in cui Nagatoro e il senpai si daranno un bacio. Mi sono divertita tanto con i piccoli inganni che Nagatoro fa al senpai. Mi è piaciuto quando gli ha preparato il “bento”. Ho apprezzato i riferimenti alle tradizioni giapponesi, come quella del 14 febbraio (Figlio#2 spiegala tu che io mi impiccio sempre…).

La tradizione a cui ti stai riferendo è quella del White Day. A San Valentino (14/02) le ragazze regalano dolci ai ragazzi a cui sono interessate o magari anche alle amiche, mentre il 14/03 è il White Day, in cui sono i ragazzi a regalare un dolcetto (tipicamente cioccolato bianco) alla ragazza a cui sono interessati, ricambiando il regalo ricevuto a San Valentino. Il manga è pieno di queste situazioni strettamente legate alla vita quotidiana giapponese, alcune delle quali sono ormai diventate delle situazioni fisse presenti in tutte le storie di questo genere. Altri esempi possono essere il festival estivo, con gli immancabili fuochi d’artificio, la visita al tempio shintoista il 1° gennaio o il festival della cultura: una settimana in cui ogni scuola giapponese entra in una sorta di “autogestione” e gli studenti, invece di fare lezione, organizzano bancarelle, mostre d’arte e spettacoli vari per le famiglie che possono andare a vedere.

Sebbene questi episodi siano presenti in gran parte dei manga slice of life (letteralmente “spaccato di vita”, ovvero storie che raccontano la vita quotidiana, spesso dei giovani liceali e delle loro prime storie d’amore), tutte queste situazioni non sono mai noiose o banali in questo manga e ciò per come interagiscono Nagatoro e il senpai, in una maniera sempre naturale ma non ovvia. 

Ben costruita è la narrazione e la crescita dei due personaggi principali. A dire il vero ho notato una maggiore cura verso i protagonisti, meno verso le amiche di Nagatoro. Gamo credo sia quella maggiormente curata nella caratterizzazione, Yoshi non ho capito che funzione abbia (è solo una “gallina”) e Sakura non saprei proprio inquadrarla.

Anche secondo me la crescita dei due personaggi principali è senza dubbio il punto di forza maggiore di questa storia. Mi è capitato di vedere numerosi anime di questo genere, ma questo è sicuramente quello in cui lo sviluppo della relazione fra i due protagonisti è più naturale e graduale. 

A dire il vero dei due, per ora, si è visto maggiormente crescere il senpai (che si chiama Naoto, ma quasi sempre nel manga verrà chiamato "senpai"). Piano piano supera sempre di più la sua timidezza. All’inizio della storia ha difficoltà a rivolgere la parola a un suo coetaneo, mentre, andando avanti nel racconto, inizierà addirittura a difendere di sua spontanea volontà Nagatoro quando sarà provocata da alcuni bulletti. Non è sicuramente un concept originale quello del ragazzo timido che lentamente supera le sue difficoltà, ma la naturalezza con cui il processo è rappresentato in questo manga è molto notevole. Nagatoro invece non si è ancora aperta molto, si sa molto meno del suo passato, anche perché la storia è narrata dal punto di vista di Naoto, quindi, per notare i suoi cambiamenti, bisogna aguzzare la vista e fare caso a sottili cambi di espressione. Leggendo qualche volume infatti, si capisce ben presto che Nagatoro non è tanto diabolica e sicura di sé quanto appare. Si vergogna e arrossisce tanto quanto il senpai se la situazione si fa troppo “tesa” e questo contribuisce a rendere il suo personaggio più simpatico, perché capisci che non è davvero sadica, è il suo modo di nascondere le proprie insicurezze nell’approcciarsi al ragazzo che le interessa.

I personaggi secondari sono effettivamente meno curati, alcuni sono proprio delle macchiette (come l’ex presidentessa del club di arte), però non lo considero troppo un difetto, perché questa è pensata per essere la storia di Nagatoro e del senpai. Tuttavia, secondo il mio parere, Yoshi una minima evoluzione la vede. Viene presentata (e si comporta quasi sempre) come l’amica priva di personalità che segue la ragazza più sicura di sé, ossia Gamo. Nel corso della storia però inizia a sviluppare una propria opinione e arriverà a opporsi a una decisione di Gamo. Sakura invece è proprio monodimensionale per ora, rimane solo l’amica un po’ “seduttrice” del gruppo, che si diverte a prendere in giro i ragazzi perché sa che finiscono subito per innamorarsi di lei. In un certo senso fa da contrasto a Nagatoro e al suo modo di canzonare il prossimo. Nagatoro è meno sadica, prende in giro solo il senpai e non gioca mai con i suoi sentimenti, cerca sempre di non esagerare e lo fa perché è lei in primis ad essere interessata a lui.


Belli i disegni. Sembra una banalità da dire in un fumetto, ma i disegni sono bellissimi. Mi piace che spesso l’autore disegni Nagatoro con denti canini quasi fosse un vampiro. Inoltre mi è piaciuto come ha saputo rendere l’imbarazzo del senpai e il suo tic del toccarsi gli occhiali anche quando ha le lenti a contatto.

Sì, i disegni sono molto puliti e precisi. La cosa migliore secondo me sono le espressioni dei due protagonisti, particolarmente curate soprattutto quando i due arrossiscono. 


Una cosa che mi è piaciuta molto è la presenza di note del traduttore, che spiegano le parole scritte in giapponese o alcuni termini giapponesi (specie per quel che riguarda il cibo).

Ho faticato nella lettura di alcune didascalie, perché erano troppo piccole e io ormai non ci vedo molto…

Comunque, anche se sicuramente sono fuori target per una storia come questa di Nagatoro, mi sono divertita e mi è piaciuta tanto. Ora dovrò guardare la serie tv (intendo l’anime).


Le immagini sono prese dal web con la ricerca immagini di Google.






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