Recensione: House of pain di Naike Ror
Autore: Naike Ror
Titolo: House of pain
Editore: Always Publishing
Data di pubblicazione: 2 maggio
Pagine: 480
Le ferite da guarire sono tante, l’amore
potrebbe essere l’unica cura. Cresciuta nel mondo delle Little Miss Sunshine,
un microuniverso in cui l’unico dogma è l’aspetto esteriore, Hanna Foster sa
bene cosa significhi essere bella, gareggiare per il primo posto e vincere a
discapito delle amicizie. Negli anni però, Hanna ha finito per odiare con tutta
se stessa il suo bellissimo viso, che le ha deturpato l’infanzia, facendola
piombare in un incubo da cui scappare è stato difficile. Eppure, ha anche
imparato molto: i ricordi del periodo più brutto della sua giovane vita l’hanno
forgiata, l’hanno spinta a crescere, a studiare ad Harvard e contornarsi solo
di persone belle nell’anima, senza badare all’aspetto. L’unica eccezione è
Emery, che, con il suo fisico statuario, la sua ossessione per la pasticceria e
la sua gentilezza che a lei sembra solo un espediente, fa scattare tutti i
campanelli d’allarme nella testa di Hanna. È troppo bello, troppo dolce e
minaccia di scardinare le porte dietro cui lei ha nascosto… se stessa. Emery
Scott ha una vita splendida e un futuro già scritto. Nel suo passato c’è
un’infanzia adombrata dai disturbi alimentari e dalla solitudine, ma nel
presente? Ora Emery può considerarsi realizzato. Presidente della confraternita
dei Creed, a Yale, nel suo letto sono passate molte delle ragazze del campus e
può contare su due amici che ama come fratelli. Non manca nulla, a parte
l’amore che sogna da sempre, quello di una persona che, nell’andare avanti con
la propria vita, non lo lasci indietro. Insomma, a parte… la felicità. Quando i
suoi occhi si posano sulla timida Hanna però il suo cuore fa un tuffo e la sua
speranza inizia a galoppare. Per quanto corteggiarla sia difficile, la sola
presenza di quella ragazza lo fa sentire diverso. Con Hanna, Emery può essere
davvero se stesso - non solo il ragazzo, il presidente e il futuro avvocato
perfetto. E questa è un’opportunità che nessuno mai gli ha concesso davvero.
Emery è il perfetto ragazzo d'oro americano. Hanna è in fuga da un incubo. Due
vite che non hanno nulla in comune. Eppure, il loro incontro cambierà tutto.
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House
of pain è un romanzo rosa, new
adult, ed è il secondo volume di una dilogia intitolata Creed in love. È un racconto
autoconclusivo, ma è legato al precedente volume, House of love (qui). Lo possiamo leggere tranquillamente senza aver
letto il precedente, ma sicuramente perdiamo qualcosa. La storia di questo
secondo volume segue le vicende del primo. I protagonisti, Hanna ed Emery, li
abbiamo già conosciuti e apprezzati in House
of love. Sebbene già avevamo un’idea delle loro personalità e del legame
che tra i due inizia a nascere, in questo libro entriamo nel loro intimo.
Anche in questo caso l’ambientazione è quella
del mondo universitario, di sottofondo vediamo ancora la rivalità tra Harvard e
Yale e la vita nel mondo accademico, quindi è a tutti gli effetti un College Romance.
Hanna è una studentessa brillante e
determinata, la sua forza dipende dal fatto che, se otterrà una laurea e un
lavoro, potrà nuovamente avere il figlio che al momento è in una casa famiglia.
Hanna ha infatti un passato molto difficile alle spalle. Emery è un dottorando
di legge e, come tutti gli avvocati, è abilissimo nella fase dibattimentale, ma
soprattutto è capace di trovare i giusti cavilli per ottenere i risultati
desiderati.
Emery rimane subito colpito da Hanna,
conosciuta al centro Alcott. Con il trascorrere del tempo egli inizia ad
apprezzare maggiormente questa giovane donna che lotta per ottenere la custodia
del proprio figlio, Emery l’ama e l’ammira. Nella coppia è il primo che si
innamora e questo fa sì che possiamo assegnare al romanzo anche il trope He Falls First. Il legame tra Emery e
Hanna cresce piano, matura e si consolida giorno dopo giorno, si sviluppa man
mano che questi due ragazzi imparano a conoscersi. Questo aspetto di lenta
quotidianità rende il rimo della storia più placido. Non è noioso, anche se per
diversi momenti non succede nulla. Riusciamo ad apprezzare meglio l’innamoramento
e gustiamo la calma che nasce da una vita semplice, fatta di studio/lavoro,
cura del figlio e piccole abitudini.
Come sempre, la penna di Naike Ror si rivela coinvolgente, non puoi fare a meno di amare Hanna.
Una lettura piacevolissima, una storia che ti prende e che merita di essere letta. Ho sicuramente preferito la storia tra Essie e Cruz, ma anche con questo romanzo ho trascorso ore piacevoli e ricche di emozioni.
Un’ultima cosa: io aspetto un terzo volume di questa serie, perché vorrei conoscere anche come evolve la storia tra Cloé e Tyson. Certo, questa volta vediamo poco la sorellina di Essie, ma viene nominata e secondo me potrebbe riservarci delle belle sorprese. Naike solitamente non “accontenta” le richieste dei fan, ma il finale lascia presagire una possibilità. Anche l’ultimo capitolo intitolato Road to house of time sembra essere un crossover verso un nuovo volume della serie.
Ringrazio la CE per la copia digitale del romanzo.
Con questa lettura partecipo alla rubrica mensile ideata da Chiara, Purché sia di serie.
Lascio qui accanto il banner con i nomi
dei blog che partecipano questo mese alla rubrica; passate a leggere le loro
letture seriali.
La serie Creed in love è così composta:
2) House of pain
Come dicevo anche a Chiara, non è il libro adatto a me. Sono felice di vedere però che lo avete apprezzato entrambe
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