Recensione: Tramonti occidentali di Giuseppe Tecce
Autore: Giuseppe Tecce
Titolo: Tramonti occidentali
Editore: Graus Edizioni
Data di pubblicazione: 1 marzo 2024
Pagine: 128
"Tramonti occidentali" è un romanzo
che intreccia le storie di migranti, in cerca di una vita migliore, e di una
piccola comunità di Lampedusa, con focus sul legame tra Peppe Moccia,
luogotenente dell’isola, e Fatima, una bambina sopravvissuta a un naufragio. Il
romanzo esplora temi di migrazione, speranza, sacrificio umano e amore,
mostrando la vita di Peppe trasformata dall’arrivo di Fatima e le sfide poste
dalle leggi sull’immigrazione. La storia si conclude lasciando il lettore a
riflettere sulla natura delle relazioni umane, sulla crisi migratoria e sulla
responsabilità individuale di fronte a crisi globali.
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Tramonti
occidentali è un romanzo di narrativa contemporanea che
ha come tema centrale un argomento attualissimo, come i migranti che approdano
a Lampedusa. È un romanzo breve, autoconclusivo, che stimola alla riflessione
sulla tematica centrale. Ho letto sul web che da questo racconto verrà tratto
un film con la regia di Maurizio Del Greco.
È un libro molto attuale, racconta un fatto
inventato ma, leggendolo, ti sorge il dubbio che possa essere tratto da una
storia vera; i fatti narrati sono effettivamente quelli che molto spesso
sentiamo alla televisione quando ci vengono raccontati gli approdi dei barchini
dei migranti provenienti dal continente africano.
Le vicende prendono le mosse proprio dal
viaggio della speranza che Abdou affronta con la moglie Nene e la figlia
Fatima.
Fatima è l’unica della famiglia ad approdare
a Lampedusa e qui viene accolta dal comandante dei Carabinieri Giuseppe Moccia.
Tra il comandante e questa bambina si instaura subito un legame che va al di là
della lingua e del colore della pelle.
Il comandante è un uomo buono, un uomo di
legge che sa perfettamente quali siano i suoi compiti, ma davanti alla bambina
perde completamente la ragione e il suo unico pensiero è quello di accoglierla
come figlia nella sua famiglia.
Tutto il racconto è narrato in modo semplice
e poetico. In alcuni tratti sembra un po’ pesante, ma forse questo dipende dal
tema e soprattutto dal percorso all’interno dell’animo umano che questa storia
ci permette di compiere. Sebbene a una lettura superficiale questo possa
sembrare un libro “semplice”, in realtà non lo è. La storia di Peppe e di sua
moglie Gianna, l’avventura vissuta da Fatima, la vita sull’isola che è meta di
speranza per i popoli africani rendono tutto molto profondo. Insomma, ti
soffermi davvero a pensare a cosa queste persone vivono, tutte le persone, sia
gli isolani sia i migranti.
Devo dire che questa lettura mi ha sorpreso.
Non mi aspettavo una storia così bella e una narrazione così fluida.
Un romanzo che è ricco di sentimenti, che ci
spinge a guardare all’interno di noi stessi e che ci fa riflettere su tanti
aspetti del nostro mondo e della nostra stessa quotidianità.
Ringrazio la CE per la copia cartacea di cui
mi ha omaggiato.
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