Lettura con il figlio #4: La chimera di Sebastiano Vassalli


Dopo tanto tempo, torno con una nuova lettura fatta con mio figlio Miki. Ringrazio la professoressa di italiano di mio figlio per il fatto che gli assegni queste letture, per due motivi: perché è bene che i ragazzi leggano e perché mi dà l’opportunità di leggere opere che non conosco e che forse da sola non sceglierei. È il caso di questo romanzo storico: La chimera di Sebastiano Vassalli. Normalmente non scelgo romanzi storici, ma in questi ultimi periodi ne ho letti alcuni molto belli. Questo, in particolare, parla della storia del 1600 nel novarese. È oltremodo un libro importante, visto che è vincitore del Premio Strega 1990. Questa volta abbiamo letto il romanzo sulla copia cartacea presa in prestito in biblioteca.



Autore: Sebastiano Vassalli

Titolo: La chimera

Editore: BUR Biblioteca universale Rizzoli

Data di pubblicazione: 7 maggio 2015

Pagine: 361

Nel 1610 Zardino è un piccolo borgo immerso tra le nebbie e le risaie a sud del Monte Rosa. Un villaggio come tanti, e come tanti destinato a essere cancellato senza lasciare tracce. C'è però una storia clamorosa, soffocata sotto le ceneri del tempo, che Sebastiano Vassalli ha riportato alla luce: la storia di una donna intorno alla quale si intrecciano tutte le illusioni e le menzogne di un secolo terribile e sconosciuto. Antonia, una trovatella cresciuta nella Pia Casa di Novara, un giorno viene scelta da due contadini e portata a Zardino, dove cerca di vivere con la fede e la semplicità che le hanno insegnato le monache. Ma la ragazza è strana, dice la gente. Perché è scura d'occhi, pelle e capelli, come una strega, e una volta è svenuta al cospetto del vescovo Bascapè, l'uomo che doveva diventare Papa e che si è messo in testa di trasformare in santo chiunque abiti quelle terre. E poi perché Antonia è bella, troppo bella, ed è innamorata, ed è indipendente: in lei ci dev'essere per forza qualcosa di diabolico... Vassalli illumina gli angoli più oscuri di un secolo senza Dio e senza Provvidenza, ricostruendo un episodio che è stato crocevia di molti destini e che, in un turbine di menzogne e fanatismi, ci dice molto di come si è formato il carattere degli italiani.



Un libro, due opinioni. In azzurro il punto di vista di Miki, in verde il mio.



Nelle domande 3, 5, 6, 11 e 13 c’è rischio spoiler!


1.          Ti è piaciuto il libro?

Sì, ma con poco entusiasmo.

Sì. L’ho trovato molto interessante. Mi è sembrato di “leggere un documentario”. L’autore si rivolge al lettore del ventesimo secolo illustrando dettagliatamente la vita della bassa novarese del 1600. Usi, costumi, religiosità… un bel quadro d’epoca.


2.          Che emozioni ti ha fatto provare la lettura?
All’inizio noia, poi mentre leggevo provavo sempre più noia.

La conclusione invece posso dire che l’ho trovata interessante.
Curiosità e interesse.


3.          Cosa pensi dei protagonisti?

Antonia mi ha fatto pena. È un po’ sfortunata, non ha fatto niente di male ma alla fine viene uccisa.

Antonia è particolare, non so dire se mi è piaciuta, sicuramente la sua storia è interessante. E alla fine ho provato pena per lei, una ragazza così bella e così buona.



4.          Con quale personaggio sei entrato maggiormente in empatia?

Nessuno.

Nessuno, sono tutti molto ben dettagliati, ma non è che mi abbiano molto coinvolta.



5.          Quale personaggio avresti preso a “sberle”?

Le zie di Biagio, specie per come hanno trattato il loro unico nipote.

La suora della Pia Casa, suor Leonarda, perché è troppo antipatica. Anche Don Teresio, che è un esaltato, anche se, considerando l’epoca dei fatti, forse era quasi normale il suo atteggiamento.



6.          Cosa pensi della figura degli adulti?

Mi sono soffermato soprattutto sull’Inquisitore, che ha una mentalità molto chiusa. La cosa è normale per il tempo in cui siamo, insomma certo non potevo aspettarmi niente di diverso.

Ci sono tanti adulti in questo libro, ognuno ha una peculiarità, ma non riesco ad esprimere un giudizio, visto che comunque ognuno di loro ha agito in quel modo per via del tempo storico. Sicuramente ho visto in modo positivo i Nidasio, sono persone buone e generose. Adulti invece che non ho apprezzato sono le comari, che passano il loro tempo a spettegolare e creare pregiudizi, sospetti.



7.          Come hai trovato lo stile dello/della scrittore/scrittrice?

Ho trovato faticoso seguire il suo modo di scrivere, in alcuni punti si è dilungato un po’ troppo.

Vassalli ha un modo di scrivere molto coinvolgente. Preciso, documentato, attento alla Storia per quello che riguarda l’inquadramento della società e quindi del tempo storico. Scorrevole e fluido, anche accattivante, per la parte romanzata, ovvero la vita di Antonia. Mi è piaciuto anche il fatto che si rivolge direttamente al lettore quando vuole sottolineare una situazione o un concetto.



8.          Quale aggettivo descrive meglio il libro?

Impegnativo.

Interessante.


9.     Quante stelline gli dai?



Due.

Quattro.



10.       Consiglieresti ai tuoi amici di leggerlo?

No.

Forse lo farei leggere ad un pubblico adulto, non per i contenuti, ma proprio perché è un romanzo storico e i ragazzi tendono a non apprezzare questo tipo di narrazioni.



11.       C’è un episodio che ti ha colpito maggiormente?

Mi è piaciuta la descrizione del rogo di Antonia, perché è descritto in modo preciso e me lo sono ben immaginato.

Ce ne sono alcuni. Quello che mi ha fatto sorridere è l’episodio nel quale Antonia per errore versa il contenuto del vaso della notte sulla suora. Le parti che ho preferito sono quelle che riguardano la ricostruzione storica, la figura dei vescovi, le scorribande dei nobili, la figura dei risaroli… chiaramente non sono episodi, ma, essendo un romanzo storico, è difficile parlare di episodi. Ho trovato molto bella anche la parte nella quale viene raccontato il viaggio verso Novara, quello in cui i Nidasio accompagnano Antonia all’Inquisizione. Bartolo in quell’occasione mostra il suo lato tenero di padre affezionato.



12.       Citazione preferita?

Nessuna.

… e l’odio delle comari, nella bassa, produce «voci».



13.       Il finale ti è piaciuto?

Sì.

Non riesco ad esprimere un parere in merito a Mi piace/Non mi piace, è una storia che si basa su fatti storici, fa vedere come è la genesi di un ostracismo e la nascita di tante maldicenze, specie verso una bambina “estranea” al paesello. Se non altro, è un modo per “aprire gli occhi” e iniziare a porre l’attenzione sulle verità e non sulle «voci».


Quest’estate Miki ha dovuto leggere anche un altro romanzo, più vicino come tempo storico perché ambientato nel 1968, quindi vi do appuntamento alla prossima lettura.

Commenti

  1. Manu questa lettura a due è stupenda, posso rubarti nel caso l'idea e le domande per farlo anche io con le mie figlie?
    comunque le risposte di Miki mi hanno fatta tanto sorridere ed anche il suo voto finale!

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    1. Lui è molto schietto… comunque è un bel modo per coinvolgerlo nella lettura e per far prestare attenzione a quello che legge. Prendi pure quello che preferisci, anzi ti dico che è proprio bello leggere con i figli!!!

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