Facciamo quattro chiacchiere #43: Perché ho scelto la coccinella?

 

Qualche giorno fa mi è stata fatta una domanda. Mi è stato chiesto: Perché la coccinella? Che domanda difficile…

Perché la coccinella? La prima risposta è stata più che altro una risposta di scherzo: perché è l’unica cosa che so disegnare… In realtà il motivo è un altro. Il blog è nato in un momento particolare, mentre chiacchieravo con una collega con la quale stavo viaggiando di ritorno dal Salone del Libro di Torino. Viaggiavamo sotto una pioggia torrenziale e, se non ricordo male, stavamo attraversando il ponte Morandi. Mentre eravamo attente alla strada, che praticamente non si vedeva a causa del maltempo, mi tenevo in contatto con due amiche via messaggistica di Facebook. Tra uno scherzo e una battuta, una cosa seria e una facezia, è nato il nome Letture a pois. Dovendo scegliere un logo e un simbolo che mi caratterizzasse, ho pensato alla coccinella. Presumo che la scelta della coccinella sia dovuta proprio alla compagna di viaggio che avevo al mio fianco. C’è infatti una coccinella che lega Elisabetta e me. È un episodio che raccontiamo spesso, perché ci siamo fatte tante risate in quell’occasione. Lavoravamo insieme, eravamo le docenti di una quarta elementare, e per il lavoretto di Pasqua avevamo deciso (Betta aveva deciso, io sono un mero esecutore in arte) di fare un cestino per le uova di cioccolata decorato però con gli elementi della primavera e da coccinelle fatte con la pasta del formato conchiglie. Chi mi conosce sa che la mia capacità manuale è pari a zero. Dunque l’idea di fare coccinelle con la pasta mi aveva gettato subito nel terrore. Ricordo che, con santa pazienza, Betta si è messa lì a spiegarmi come crearle… Quando entrammo in classe, sistemammo il laboratorio d’arte per far lavorare i ragazzi e l’ultimo passo fu la realizzazione delle coccinelle. I ragazzi avevano dipinto la pasta ed era rimasto da assemblare queste coccinelle. Elisabetta, insegnante di arte, spiegò ai ragazzi come fare e i ragazzi cominciarono a realizzare questi simpatici animaletti. Io osservavo i bimbetti di nove anni che in quattro e quattr’otto montavano la loro coccinella e ne ero stupefatta. Sembrava davvero un gioco da ragazzi! Fiduciosa, ho chiesto di provare anche io ad unire le forme di pasta… e non so quanti pezzi di pasta ho distrutto perché non mi si incastravano le varie conchigliette. Lo confesso: era frustrante vedere che i bambini riuscivano a realizzare le coccinelle e io non riuscivo a costruirne nessuna; alla fine ne ho prodotte due, ma solo perché una alunna mi si è messa vicino e mi ha fatto da maestra. Facendo con calma, mi ha spiegato lei come eseguire il lavoro.

Da quel momento la coccinella mi è rimasta nel cuore… Inoltre la coccinella mi ispira allegria, è carina e colorata e non ultimo è un portafortuna. Le coccinelle mi sono simpatiche, mi piace tanto ogni volta che ne vedo una che mi vola vicino, cerco di farmela salire sulla mano e mi incanto a vederla camminare sulle dita…

Fondamentalmente le coccinelle mi piacciono, mi mettono allegria. C’è poi il fatto che la coccinella è rotondetta come me… Direi insomma che mi sento molto coccinella, del resto ci sono tante cose che facciamo o disegniamo senza una motivazione, ma solo perché inconsciamente ce le sentiamo vicine. Quindi, in fondo, è vero anche quello che d’istinto ho risposto alla domanda che mi ha posto Micaela di Le M cronache. Averle risposto dicendo semplicemente “perché mi piace e basta” è vero. È anche vero che fermarmi a riflettere sul perché della coccinella mi è servito.

Le coccinelle mi piacciono, mi ci riconosco. Posso dire che la coccinella sono io: non è appariscente come una farfalla, ma è ugualmente bella. Non è facile da notare, ma, se ne vedi una, ti soffermi a guardarla e, perché no, a volte sorridiamo. Più la uso nella grafica del mio blog, più mi piace. Mi accorgo che la sento mia e ultimamente ho iniziato anche a individuarla nelle cose che mi circondano e che leggo. Un romanzo che mi è rimasto nel cuore è tra i miei preferiti perché la protagonista, che ho sentito vicina a me, a un certo punto si paragona a una coccinella; sto parlando del libro della Calabrò intitolato Il bistrò dei libri e dei sogni (recensione).

Voglio terminare questo post con un brano del libro che ho letto recentemente, un romanzo per ragazzi uscito da poco: Fairy Oak. La storia perduta di Elisabetta Gnone (recensione).

 

«Le coccinelle […] Sono belle, gentili e portano fortuna.»



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