Recensione #87: Dove cade il cielo di Daniele Davì

Autore: Daniele Davì

Titolo: Dove cade il cielo

Editore: Fabbri Editori

Data di pubblicazione: 20 ottobre 2020

Pagine: 237

Chi non ha immaginato, almeno una volta nella vita, di sparire nel nulla? Leonardo lo ha sperato per anni. Prima di decidere di alzare la testa e far sentire la sua voce, prima di diventare famoso, ha pagato sulla sua pelle il prezzo del suo essere libero e almeno un milione di volte ha pensato alla fuga. Per Medea, poi, ogni giorno potrebbe essere quello giusto per dire addio. È troppo intelligente, troppo arguta, troppo distante da quei compagni insulsi che hanno il potere di farla sempre sentire diversa, un'aliena che vale meno di zero. L'unico che apparentemente non avrebbe alcuna ragione per andarsene è Giulio, bello e sfrontato, da sempre dalla parte di chi vince, di chi decide chi è dentro e chi no. Eppure, in questa storia, è proprio Giulio a proporre di scappare. Comincia così una pazzesca, indimenticabile avventura on the road, fatta di lacrime e risate, motel scassati e paesaggi mozzafiato, non detti, desideri e abbracci spezzati. Un viaggio per l'Italia che, ora dopo ora, chilometro dopo chilometro, si trasforma in un viaggio dentro ognuno di loro, tra i nodi più oscuri del passato e i mille colori di un futuro in cui ogni sogno è possibile. E ogni desiderio già realtà.


Sono in estrema difficoltà a parlare di questo romanzo. Se da una parte abbiamo una storia originale e particolare, dall’altra abbiamo però una serie di episodi che hanno un po’ il gusto del surreale.

Ho scelto di leggere questo libro attirata dalla trama, nella quale veniva descritto il percorso di questi ragazzi che partono per un viaggio on the road alla ricerca di qualcosa. Effettivamente il viaggio c’è, soprattutto c’è la bellissima ricerca e l’introspezione all’interno di se stessi, di questi tre ragazzi che, viaggiando attraverso l’Italia, imparano a fare i conti con loro stessi. Eppure, leggendo, ci sono tanti piccoli episodi che ti ritrovi a pensare che non sia quello che questi ragazzi stanno facendo.

Cerco di farvi capire quali siano gli aspetti che mi hanno lasciata molto perplessa. Primo fra tutti non riesco a capire la motivazione che ha spinto questi ragazzi a scappare, in alcuni momenti mi è sembrato andassero per tentativi ed errori. Nel corso della lettura mi sono posta la domanda Perché? mille volte, a cominciare dal primo momento in cui prendono la decisione di scappare fino al loro arrivo al punto più a sud d’Italia. Forse ho capito la prima sosta di questo itinerario, certo scelta un po’ a caso, ma aveva un senso. Tuttavia, dopo quella prima sosta, non sono più riuscita a vedere il senso delle altre tappe intermedie. Incomprensibile poi mi è risultata la motivazione che li spinge ad andare oltre una volta arrivati a Cassino. Attenzione! Questo è uno spoiler, se non volete leggerlo non evidenziate le righe seguenti... A Cassino i nostri tre ragazzi vengono avvisati che la polizia, i carabinieri e le forze dell’ordine sono sulle loro tracce. Invece di prendere questo come una risorsa a loro vantaggio, questi tre ragazzi che cosa decidono di fare? Decidono di continuare a scappare! Ecco, io veramente non ho capito questa loro decisione, non ho capito il fatto di voler continuare il viaggio anche quando vengono riconosciuti sul treno… (fine oscuramento).

Mi sono chiesta spesso, durante la lettura del romanzo, come tre ragazzi adolescenti, forse neanche maggiorenni, riescano ad allontanarsi da tutto, così, dal giorno alla notte. Non c’è una pianificazione, non c’è una finalità, sono dettati solo dall’istinto, li guida solo la voglia di fuggire. È vero che tutto il racconto ha un po’ il sapore di Gioventù Bruciata, che poi è il film che funge da filo conduttore. I protagonisti si ritrovano in questa stessa avventura, per loro questo film è parte della loro avventura. Tutto questo è un ottimo stimolo di lettura, ma in alcuni episodi ho trovato tutto molto esagerato…

Cosa invece mi è piaciuto? Mi è piaciuto il viaggio che fanno all’interno di se stessi. È un viaggio chiaramente metaforico, si sono allontanati da quello che è il loro passato per poi entrare in contatto con la loro parte più intima. Possiamo notare che i nostri protagonisti si incamminano in quello che è la “crescita dell’adolescenza”, questi ragazzi cercano di conoscersi. Non è un conoscersi tra loro tre (che pure avviene), ma è un conoscersi intimo e personale. È un viaggio alla scoperta di se stessi. Questi tre ragazzi, che non hanno nulla in comune, che si ritrovano per caso insieme spinti da una decisione tanto eclatante come è quella di scappare, vanno a sondare il loro più profondo essere. Durante il viaggio si parla di accettazione di se stessi, di bullismo, di omosessualità e lo fanno in maniera adatta ad un lettore adolescente. Effettivamente, quel viaggio on the road ricorda molto il percorso che i ragazzi fanno durante il periodo dell’adolescenza, la presa di coscienza di quello che si è e di quello che si vuole raggiungere, di quello che si vuole lasciare indietro.

Tre umani aggrappati l’uno all’altro, perché solo fra noi tre siamo riusciti a trovare un senso alla nostra vita, nel momento stesso in cui la vita sembrava aver deragliato per sempre dal regolare scorrere degli eventi.

Giulio, Medea e Leonardo sono ragazzi che più distanti non potrebbero essere e che in questo viaggio imparano ad apprezzarsi. C’è una bellissima frase che Medea rivolge a Giulio riguardo il suo rapporto con Leonardo.

«Leo!» rido. «La vicinanza con questo qui mi sa che comincia a farti male.»

«Chissà, può essere» dice Giulio. «Io gli passo un po’ di male, ma lui mi passa un po’ di bene.»

Questa frase fa capire quanto questo viaggio sia stato arricchente per loro tre.

Non conoscevo questo autore, non sapevo nemmeno della sua esistenza come influencer, confesso che sono andata a curiosare la sua pagina IG. Sicuramente la sua profonda conoscenza dei social l’ha aiutato a rappresentare nella sua storia anche questo aspetto; nel romanzo infatti si parla molto di Instagram, di vita degli adolescenti nel mondo di Instagram e dei social in generale. Probabilmente, il fatto di essere un ragazzo di vent’anni che vive il mondo social gli ha permesso anche di presentare questi tre caratteri in modo molto vero, molto vivo.

C’è una sola piccola nota che faccio a questo romanzo in merito allo stile narrativo. È apprezzabile il fatto che sia scritto in modo fresco, giovane e frizzante, purtroppo però è ricco di errori, ci sono refusi come una tabulazione saltata o mancano le virgolette a chiudere un discorso o ad aprirlo, alcune volte non si riesce a capire chi sta parlando, in altri casi ho dovuto rileggere 2/3 volte il passo per riuscire ad afferrare come si stesse evolvendo la storia. Il romanzo avrebbe meritato una seconda lettura per eliminare molti di questi errori.

Il finale invece mi è piaciuto, è inaspettato e lascia un po’ un sapore amaro, ma ci sta benissimo con tutto l’evolversi del percorso. Giulio, Medea e Leonardo operano un cambiamento significativo in loro stessi.

Ringrazio la casa editrice Fabbri per avermi omaggiato della copia cartacea del romanzo.



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