#plpl19 – puntata 3 – Il manoscritto
L’ultimo evento che
ho seguito
in questa edizione di Più libri più liberi è stata la presentazione del romanzo
Il manoscritto di Franck Thilliez.
Non ho ancora letto il libro, ma Dolci ci teneva a
partecipare per far autografare la sua copia… Certo, peccato che abbia poi
dimenticato la copia sul tavolo in cucina a casa!
Avendo paura di non
riuscire ad entrare, ci siamo messe in fila presto (io ricordo ancora la fila
paurosa della Taylor lo scorso anno!) e abbiamo aspettato anche Azzurra che ci raggiungesse.
Autore:
Franck Thilliez
Titolo:
Il manoscritto
Casa
Editrice: Fazi Editore
Data
di pubblicazione: 5 settembre 2019
Pagine:
478
Léane
Morgan è considerata la regina del thriller, ma firma i suoi libri con uno
pseudonimo per preservare la propria vita privata, che ha subito un profondo
sconvolgimento: sua figlia Sarah è stata rapita quattro anni prima e la polizia
ha archiviato il caso come omicidio a opera di un noto serial killer, pur non
essendo mai stato ritrovato il corpo della ragazza. Dopo la tragedia, del suo
matrimonio con Jullian non è rimasto che un luogo, la solitaria villa sul mare
nel Nord della Francia che Léane ha ormai abbandonato da tempo; ma quando il
marito viene brutalmente aggredito subendo una perdita di memoria, lei si vede
costretta a tornare in quella casa, carica di ricordi dolorosi e, adesso, di
inquietanti interrogativi: cosa aveva scoperto Jullian, perso dietro alla
ricerca ossessiva della verità sulla scomparsa della figlia? Intanto, nei
dintorni di Grenoble, viene ritrovato un cadavere senza volto nel bagagliaio di
una macchina rubata: potrebbe forse trattarsi di un’altra vittima del presunto
assassino di Sarah. Le intuizioni del poliziotto Vic, dotato di una memoria
prodigiosa, permetteranno di incastrare alcuni tasselli del puzzle, ma altri
spaventosi elementi arriveranno a confondere ogni ipotesi su una verità che
diventa sempre più distante, frammentaria e, inevitabilmente, terribile.
Franck
Thilliez, maestro del giallo francese, proprio come la protagonista del
Manoscritto, costruisce un intreccio calibrato al millimetro, giocando con i
temi perturbanti del doppio e della memoria, incastrando in ogni svelamento un
nuovo mistero; il risultato è un thriller implacabile, che non lascerà scampo a
nessuno, lettore compreso.
La presentazione è
stata condotta da Sandrone Dazieri, che ha rivolto a Franck Thilliez domande
molto interessanti.
NB: le parole del moderatore e dell’autore sono
in corsivo
Dazieri: Franck ha la capacità di trasformare la realtà.
Costruisce un gioco di specchi che attrae il lettore, che a metà si trova
spiazzato. Oggi viene riconosciuto anche qui in Italia il grande valore di
questo autore, la forza che ha. La storia di Thilliez è un thriller, che senza
tradire i canoni del thriller lo supera e va oltre.
In questa storia, questo gioco di specchi riesce a
coniugare il thriller con la narrativa e ragiona sul thriller stesso. Questo
romanzo lo si può leggere con varie sfaccettature, non sai dove arriverai.
Come nasce l’idea del romanzo dentro il romanzo?
Thilliez: Una delle idee principali del mio
libro era di parlare di un personaggio che facesse il mio stesso mestiere,
ovvero uno scrittore di thriller. Questo per spiegare come funziona il processo
creativo. Ho scelto di proposito che la mia protagonista fosse donna. Per far
notare come anche le donne siano in grado di creare storie così complesse.
Inoltre ho voluto mettere nella storia la complessità dei vari pezzi, sono
infatti appassionato di puzzle, forse proprio perché sono ingegnere informatico.
Generalmente i thriller si concludono nelle ultimissime pagine, così ho voluto
lasciare un libro non compiuto per vedere se un lettore sarebbe in grado di
completarlo.
Dazieri: Il
romanzo è una sorta di scatola cinese. Ma c’è anche un gioco sulla figura del
doppio. Un gioco sulle ombre e sui sospetti. Quali sono state le sue
impressioni sul doppio?
Thilliez: In Francia ho scritto 18 libri e
molti lettori mi hanno fatto rendere conto che io in tutti i miei libri ho trattato
la tematica del doppio. Con questo libro l’ho voluto mettere in scena di
proposito.
Quando
ti ritrovi a scrivere una pagina bianca, ti ritrovi come scrittore ad avere
sempre un doppio passando da un personaggio all’altro, provando emozioni
diverse.
Dazieri: Una
parte importante del libro è l’amnesia del marito della protagonista. Che
ricerche hai fatto per parlare così nel dettaglio di questo?
Thilliez: L’argomento della memoria e del suo
funzionamento sono tutti argomenti scientifici che mi affascinano, perché
riguardano tutti noi. Mi piace poi integrarli nel genere poliziesco.
Qui
siamo alle prese con un grande classico del poliziesco: l’amnesia. Qui l’ho
usato cercando di uscire dallo schema classico. Chi soffre di amnesia è il
marito della protagonista. Il modo poi completo per parlare di memoria è stato
introdurre un personaggio con una memoria ancor più forte, uno affetto di ipermnesia.
Uno capace di trattenere tutto e saperlo ricollocare anche a distanza di tanto
tempo. E mi sono chiesto cosa è peggio: ricordare tutto o dimenticare?
Al termine della
presentazione ci siamo messe in fila per far autografare le nostre copie, ovvero
quella di Azzurra e quella di Dolci. Va bene, ho dovuto fare io la figura di
aver dimenticato il romanzo a casa e mi sono fatta firmare l’etichetta che mi
ero portata dietro… Cosa non si fa per le amiche!!!
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