Incontro con… Cinzia Giorgio
Mercoledì 5 febbraio 2020 alle ore 18 presso LaFeltrinelli di Roma ho partecipato alla presentazione del romanzo di Cinzia Giorgio: I migliori anni, edito Newton Compton editori.
Non ho letto il romanzo, ma ne ho sentito parlare entusiasticamente da Dolcissima, che ha avuto il privilegio di leggerlo in anteprima (recensione).
Nota: le parole dell’autrice in blu e in corsivo, le domande e le affermazioni di Luca Ricci in
verde, quelle di Alessandra Penna in arancione.
Ad aprire l’evento c’è Alessandra Penna, l’editor che collabora con la Giorgio. Alessandra inizia a spiegare in quale modo questo romanzo abbia visto la sua genesi, raccontando l’episodio legato ad un pranzo durante il quale si trovava a parlare con Cinzia. Dopo aver accennato a questo momento personale, ella introduce il libro dando piccoli cenni caratteristici: Questo romanzo parla di una donna, una donna un po’ particolare. La donna protagonista è la nonna di Cinzia. Certo un po’ romanzato, ma fondamentalmente è una storia vera. È una donna che vive la storia degli ultimi anni del fascismo, siamo nel 1943. Matilde è una donna determinata, che ha delle caratteristiche molto forti.
Quindi è proprio Cinzia a raccontare il suo lavoro e anche lei parte proprio da quel pranzo citato poco prima da Alessandra: Durante il pranzo con Alessandra non facevo che raccontare di quello che mia nonna aveva fatto. Perché era una donna all’avanguardia. Così Alessandra ha proposto di portare alle stampe questa storia così avvincente.
Interviene quindi il moderatore di tutto l’evento, Luca Ricci, il quale parte subito facendo notare che l’avantesto del libro è un album di famiglia. Questo è un modo insolito di cominciare il racconto, perché noi siamo abituati a vedere la parte “documentale” al termine dello stesso. Luca suggerisce che questa modalità sia stata scelta intenzionalmente proprio per farci vedere le persone che poi si ritrovano nel romanzo. Sono le persone che Cinzia “ha ricamato” nel suo libro.
Luca: Il dato biografico nel tuo racconto è stato trasfigurato. Come hai usato la vita in questo romanzo?
Cinzia: Questo romanzo è nato più come un diario dei ricordi. Appuntavo per me le storie che nonna mi raccontava. Dopo aver perso nonna avevo accantonato questi ricordi, poi parlando con uno storico di Venosa mi sono accorta che dietro quei racconti c’era la Storia. Quindi i ricordi di mia nonna potevano essere lo spunto per un bel racconto. Ho quindi scritto il romanzo, ma poi l’ho lasciato da parte. Solo grazie ad Alessandra questo libro è diventato pubblico.
Luca: Questa storia familiare è poi stata veicolata anche dal tuo lavoro di storica. Insomma “non è la storia di mia nonna”. Nel romanzo è bella la struttura temporale; questa divaricazione tra il 1975 e il 1943 è lo spunto per inserire la parte romanzata sulla struttura della Storia, tanto che il romanzo si apre con un ricordo che ci presenta da subito la caratterizzazione di Matilde.
Cinzia: Il fatto che dà l’avvio al racconto è un episodio che mia nonna raccontava molto. È l’incontro con Achille Starace, ma soprattutto è la presentazione di mia nonna e del suo carattere forte e determinato. Mia nonna si lamenta con Starace perché le erano state rubate cinque lire. Il gerarca, presente al castello di Baia per una parata, si intrattiene con la bambina e, sentite le sue ragioni, le regala cinque lire. Mia nonna ha sempre conservato questa moneta. Questo elemento è così importante per me che inizialmente il romanzo si intitolava Cinque lire.
Luca parla di alcuni episodi del libro, senza fare spoiler (e qui, devo dargliene atto, è stato molto bravo perché ha messo curiosità, ma non ha detto troppo).
Luca: Matilde fa tante scelte, anche molto azzardate.
Cinzia: Matilde è una tosta. È una donna caparbia a cui la provincia sta stretta. Lei apparteneva a una famiglia in vista, è la figlia del vice prefetto. Matilde sa che la sua vita si può elevare solo grazie allo studio. Lei legge tanto e vuole studiare. Lascia la provincia per studiare alle magistrali. Matilde ha voglia di indipendenza.
Luca: Ma questa è anche una storia d’amore, un amore vero e perciò tragico. Matilde trova un tal Gregorio, che poi la accompagnerà per un po’ di tempo. Gregorio è la parte maschile in un romanzo che è molto femminile.
Cinzia: Gregorio è un bel personaggio, fa ciò che ci si aspetta che faccia. Non è il classico uomo di quegli anni. Gregorio è una persona molto coerente. Era una bella persona. Mia nonna continuava a ripetere che non tutte le persone che si amano stanno insieme. E questo mi aveva molto incuriosito, è così che ho trovato questa storia importante con Gregorio.
Luca: La vita non è fatta solo di scelte fatte da noi, c’è anche la persona giusta al momento sbagliato. Matilde e Gregorio sono personaggi forti che agiscono in un quadro vero.
L’elogio finale che Luca rivolge a Cinzia riguarda la sua “forma narrativa”; a seguito della lettura di un brano (lettura fatta da Alessandra), Luca fa notare quanto la narrazione sia cristallina e come non si abbia difficoltà a seguire il racconto.
Ci sono poi state domande da parte del pubblico alle quali l’autrice ha risposto in modo chiaro ed esaustivo. Ha fatto presente che questo suo romanzo ha poi forti basi storiche, tanto che le sono stati di supporto proprio i suoi studi di storica. Questo perché basarsi solo sui ricordi, anche di altri testimoni, avrebbe comunque portato in luce più le sensazioni e le emozioni che non la realtà. Quindi le ricerche documentali sono state una parte importante del suo lavoro.
In molte parti le hanno dato aiuto i suoi studi di storica. Cinzia con una battuta ha detto che la fatica più grande l’ha fatta con il capitolo 20, il capitolo che parla del bombardamento di Bari.
Poi si è soffermata sulla copertina che però è stata una scelta univoca dell’editore. Cinzia ha messo in evidenza che, sebbene la donna della copertina appartenga ad un’epoca diversa da quella narrata, non stride con il romanzo perché rappresenta una persona con un piglio deciso e determinato, come in fondo è la protagonista del romanzo.
Ultima cosa riguarda un vezzo personale dell’autrice. In tutti i romanzi, questo non fa eccezione, la Giorgio inserisce le letture fatte dai personaggi, questo perché presentare la mappa delle letture del personaggio ci permette di avere chiara la mappa del personaggio stesso. In questo caso è stata anche aiutata dal fatto che la nonna fosse una forte lettrice.
La presentazione è stato un bel momento e il tempo è davvero volato. Sono stata molto contenta di aver partecipato a questo evento.
L’autrice del bestseller La collezionista di libri proibiti e di Storia pettegola d’Italia, studiosa di
Storia delle donne e direttrice di Pink Magazine, torna in libreria con un’appassionante saga familiare ambientata nell’Italia
del Novecento. I migliori anni di
Cinzia Giorgio narra la storia di una
donna forte, piena di coraggio, che ha inseguito i suoi sogni e lottato per
i suoi sentimenti. Attraverso i racconti
autobiografici di sua nonna, l’autrice ha
ricostruito in modo autentico e realistico le vicende della propria famiglia e
dell’Italia negli anni di agonia del Fascismo.
Aprile 1975. A soli quarantotto anni, Matilde Carbiana
sta per diventare nonna. Il nipote ha deciso di nascere proprio il giorno del
suo compleanno. Eppure, quello che dovrebbe essere un momento di grande gioia
pare turbarla. E il turbamento arriva da lontano…
Estate
1943.
La cittadina di Venosa è occupata dai nazisti, che terrorizzano gli abitanti.
Matilde, giovane e determinata, non ha intenzione di rimanere confinata nella
provincia lucana: vuole convincere il padre, viceprefetto della cittadina, a
lasciarla andare a Bari per completare gli studi. Fausto Carbiana accetta, ma a
patto che la accompagni suo fratello Antonio. A Bari, nella pensione che li
ospita, vivono altri studenti, tra cui Gregorio, un giovane medico. L’antipatia
iniziale che Matilde nutre per lui si trasforma ben presto in un sentimento
profondo. Ma la guerra e gli eventi avversi rischiano di separarli proprio
quando hanno capito di non poter più fare a meno l’una dell’altro. Matilde si
troverà suo malgrado di fronte a scelte più grandi di lei, che cambieranno per
sempre la sua vita. E non soltanto la sua…
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