Recensione #58: Scrivimi di Paolo Longarini
Autore: Paolo Longarini
Titolo: Scrivimi
Editore: HarperCollins
Italia
Data di pubblicazione: 6 gennaio
2020
Pagine 376
Fabrizio De Santis è l'erede
di un'illustre famiglia di notai che da secoli presiede alla stipula di atti e
contratti a Milano. Ha scoperto un'irregolarità in un documento redatto dallo
studio e ha deciso di denunciarsi alle autorità competenti. Ma proprio mentre è
alla sbarra, pronto a costituirsi e affrontare le conseguenze del proprio
gesto, irrompe suo padre, che non ha mai mostrato particolare entusiasmo per
quel figlio sognatore, svagato e buono. Lo afferra per un braccio e, senza
fargli finire la sua deposizione spontanea, lo trascina via rivelandogli quello
che era chiaro a tutti tranne che a lui: l'irregolarità c'era e tutto lo studio
lo ha sempre saputo, sfruttandola per arricchirsi. Fabrizio obietta e il padre
può fare quello che desiderava da tempo: lo disereda e obbliga Loris, il suo
guardaspalle, un passato tra criminalità e guerra del Vietnam, ad allontanarlo
da Milano. Per sua fortuna Fabrizio ha un angelo custode: il suo migliore amico
Saverio, che gli affida un casale un po' diroccato nei pressi di San
Gimignano... Caterina Vanoli invece vive a Boston, dove insegna architettura
del paesaggio. Non è un buon periodo. La madre è scomparsa da poco. Il
fidanzato con cui è stata cinque anni l'ha lasciata. Per telefono. E il suo
sacerdote di riferimento, padre Joseph (che al liceo era stato il fidanzatino
di Caterina), deve farle una rivelazione: l'uomo anaffettivo e violento che
l'ha cresciuta non era suo padre. Suo padre era, o forse è, italiano, toscano e
viene da un paesino medievale chiamato San Gimignano... Si innesca così la
catena di formidabili coincidenze che porterà a incrociarsi le strade dei due
protagonisti: Caterina, donna forte e fragile al tempo stesso, e Fabrizio, puro
di cuore, idealista e un po' imbranato. Longarini regala al lettore una storia
di destino, di fedeltà a se stessi. E, ovviamente, d'amore.
Caterina e Fabrizio
si ritrovano all’improvviso soli:
Caterina a seguito di un lutto, mentre Fabrizio per aver osato contraddire il proprio
padre. Ora, trovandosi nel vuoto più totale, devono reagire…
Caterina scopre un
segreto, leggendo una lettera che la madre le ha lasciato in punto di morte. L’uomo
che l’ha cresciuta non è suo padre, suo padre biologico è un italiano. Per
tutti i suoi trentasei anni di vita, il padre le ha mandato delle lettere ed
ora lei può imparare a conoscerlo leggendole. Questo la spinge a volare in
Italia alla ricerca delle proprie radici. È proprio per questo motivo che entra
in contatto con Fabrizio. Ci troviamo di fronte a due storie che si intrecciano.
Caterina alla ricerca del proprio passato, Fabrizio che invece deve cominciare
una nuova vita.
Ho faticato con
questo libro poiché la prima parte non decolla, o meglio ci fa conoscere i
personaggi e le loro aspettative, le loro emozioni, ma per far questo rimane
fermo. Sicuramente la parte che riguarda Fabrizio è più coinvolgente e in
qualche modo procede, la parte di Caterina è invece molto statica. La
narrazione migliora verso la fine, quando finalmente Caterina e Fabrizio si
incontrano. Pur essendo a tratti divertente e ironico, in alcuni momenti ho
desiderato “mollare” a causa di questa estrema lentezza.
I personaggi sono ben
caratterizzati e inseriti perfettamente nella narrazione, questo mi è piaciuto
molto. Chi è il mio preferito? L’amico di Fabrizio: Saverio. Come spesso nel romanzo fa Fabrizio, anche io mi sono
ripetuta spesso: avercene di amici come Saverio (nel bene e nel male). Saverio
è un amico vero, quello che un vecchio proverbio definirebbe come tesoro. È quello
che, tra una facezia e un discorso semiserio, ti darebbe tutto, compresa la
propria vita. In realtà, con Fabrizio fa proprio questo: gli dona l’occasione di una seconda possibilità. È proprio grazie a
Saverio che Fabrizio torna a vivere.
Caterina mi
è piaciuta meno. È una donna che va per i quaranta, eppure in alcune occasioni
sembra una adolescente. Mi ha fatto tenerezza, sicuramente ho provato simpatia
per lei. Però la sua impulsività mal si sposa con la sua età e la sua carriera
professionale. Fabrizio invece è un
bel personaggio. Ha perso tutto, ma non
molla.
Ultimo aspetto del
romanzo che ho amato è la location. Qui ha prevalso la parte più sentimentale:
San Gimignano è uno dei luoghi della mia infanzia. Leggendo le avventure di
Fabrizio, mi sono ritrovata bambina e poi adolescente in giro per le strade del
paesino toscano. Ho respirato nuovamente i profumi della campagna toscana… ho
ripercorso i miei ricordi.
Non conoscevo questo
autore, è stata una bella scoperta, anche se lo stile narrativo non mi è stato
subito congeniale.
Libro consigliato a
chi crede nelle “seconde possibilità”.
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